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L’Università post covid-19: passaggio al Centro Italia

Obiettivo comune: il ritorno alle lezioni in presenza, ma servono spazi e investimenti per le università post covid, perché non basta lo smart learning
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L’Università post covid-19: passaggio al Centro Italia

Nel pieno della stagione estiva le Università post covid lavorano senza sosta. L’obiettivo è garantire un’apertura, del prossimo anno accademico, in totale sicurezza. Ma quali azioni sono state intraprese? Quali elementi del lockdown verranno mantenuti e quali abbandonati? Dopo aver visto come si stanno muovendo alcuni atenei del Nord Italia, in quest’articolo esploriamo le strategie e progetti di alcune Università del Centro Italia.

Una linea comune per le Università post covid-19

Molte le risorse messe in campo dalla università del centro Italia, per affrontare al meglio la fase di lockdown. Lauree e lezioni svolte interamente in remoto grazie anche alle risorse derivanti dalla solidarietà digitale, con la quale molte aziende hanno messo a disposizione gratuitamente software a piattaforme alle Università, e ai docenti e studenti che si sono adattati velocemente ad un cambiamento di didattica a cui erano solo in parte preparati.

Nel pieno della fase due e con la prospettiva della fase tre, che coincide con la riapertura dell’anno accademico 2020/2021, gli Atenei lavorano sulla base delle direttive ministeriali. Dallo stato l’indicazione a garantire, quanto più possibile, un rientro in presenza tenendo conto delle strutture e risorse proprie di ogni università e con un occhio di riguardo all’inclusività. Il ritorno alla normalità sarà graduale, scopriamo quali sono i progetti di alcuni atenei con sede nelle regioni centrali.

Azioni e investimenti delle Università

All’Università di Pisa, il consiglio d’amministrazione ha deciso di stanziare 700.000 euro per supportare le studentesse e gli studenti le cui famiglie sono messe in difficoltà dalla congiuntura economica derivata dalla diffusione dell’epidemia da COVID-19. Appena pubblicato il bando per l’acceso a tali contributi, che possono variare dai 700 ai 1.00 euro per gli studenti con un ISEE corrente inferiore a euro 35.000. Unica clausola di non ammissione: aver già beneficiato dei contributi straordinari erogati dall’Ateneo pisano nel corso dell’anno 2020 o di altri benefici, come le Borse di Studio regionali o simili.

Oltre all’attestazione dell’ISEE corrente, gli studenti potranno presentare anche ulteriore documentazione comprovante la situazione di disagio economico, sociale o sanitario nel nucleo familiare. Per quanto riguarda il piano di ripartenza, il rettore Paolo Mancarella afferma: “Pronti a ripartire, ma serve ancora prudenza“, l’ateneo ha deciso dunque di affrontare il primo semestre a distanza per poi ritornare, gradualmente, alla normalità, con alcune eccezioni. Sarà, infatti, possibile scegliere se seguire in presenza o a distanza: i tirocini dei corsi di studio delle professioni sanitarie, di Medicina e Chirurgia, di Odontoiatria e Protesi Dentaria e delle scuole di specializzazione di area sanitaria; i tirocini di laureandi, specializzandi e gli internati di tesi e parte dei tirocini curriculari.

Il caso La Sapienza: accessi contingentati in aula

A Roma, Università la Sapienza, il Senato accademico del 7 luglio 2020 ha deliberato che tutti gli insegnamenti previsti per il I semestre dell’a.a. 2020-2021, indipendentemente dall’anno di corso, sono offerti dai docenti in presenza, e sono fruibili dagli studenti sia in presenza, in condizioni di sicurezza, sia a distanza in modalità sincrona, fatte salve le necessità specifiche dei corsi con frequenza obbligatoria in presenza. La registrazione delle lezioni ed eventuale ulteriore materiale saranno messi a disposizione in modalità asincrona. Tutti gli studenti impossibilitati a seguire in presenza, compresi gli studenti stranieri e i fuori sede, possono scegliere di seguire le lezioni in modalità telematica. Inoltre, le strutture didattiche provvedono a dotare di attrezzature multimediali il maggior numero di aule fisiche a loro disposizione. Precedenza alle matricole per la partecipazione in presenza. L’accesso alle aule avverrà previa registrazione dello studente attraverso un sistema di prenotazione predisposto allo scopo.

Esami in presenza già in corso a Perugia

Studenti e docenti dell’Università di Perugia hanno raccolto l’opportunità data dal rettore, Maurizio Oliviero, di sperimentare, già dalla sessione di luglio, gli esami in presenza. Su base volontaria, l’ateneo ha attivato esami, di profitto e di laurea, in presenza cui hanno aderito alcuni studenti di Microeconomia, econometria ed economia della tassazione. All’ingresso dell’aula c’è una postazione di pre-identificazione con misurazione della temperatura e gel per la disinfezione delle mani. L’uso della mascherina è obbligatorio per tutta la durata dell’esame. Come il rispetto del distanziamento all’entrata e all’interno del Dipartimento, nonché all’uscita dall’aula che al termine della prova viene sanificata. Con l’ordinanza n.33 la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha disposto, dal 15 giugno, riaperture più ampie rispetto a quelle previste dal Governo e di pari passo l’Università.

Gli atenei del centro Italia si sono concentrati sull’inclusività per gli iscritti delle fasce più deboli, garantendo gli strumenti di smart learning a quasi tutti i livelli, ma puntano diritti alla riapertura delle aule.

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