Ingegneria in Italia: la carica dei 50 mila laureati tra primo e secondo livello
L’Ingegneria continua ad essere una delle lauree maggiormente ambite dai giovani italiani. A dimostrarlo, la continua crescita, negli ultimi anni, dei laureati in ingegneria. E’ quanto emerge dal recente rapporto del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri relativo al 2018. E i numeri sono lusinghieri: sono oltre 50 mila i giovani che hanno conseguito un titolo di laurea universitario in ingegneria. Il 6,8% in più rispetto al 2017. Un trend davvero positivo, tanto che il numero di “dottori” è aumentato del 25% in soli 4 anni, arrivando, nel 2018, a costituire oltre il 15% di tutti i laureati. Ecco, in sintesi, tutti i numeri e le statistiche del rapporto redatto dal Centro Studi.
Il successo dei Politecnici
Tra gli oltre 50 mila laureati, 26.706 hanno conseguito un titolo di primo livello. I restanti 23.916 hanno raggiunto il traguardo di una laurea di secondo livello (magistrale, specialistica o quinquennale del vecchio ordinamento). Nel 2018 un laureato su 6 ha conseguito una laurea in ingegneria (di primo o secondo livello). Un altro dato interessante: i due Politecnici di Milano e Torino si confermano ancora una volta gli atenei con il maggior numero di laureati. Complessivamente sono oltre 14 mila, pari al 28% circa di tutti i neo ingegneri, valori in sensibile crescita rispetto al 2017. Particolarmente numerosi anche i laureati presso l’Università Federico II di Napoli, La Sapienza di Roma e gli atenei di Padova e Bologna. Atenei in ciascuno dei quali, nel 2018, hanno conseguito il titolo ingegneristico oltre 2.500 individui.
Nord contro Sud
I dati tendono ad evidenziare il successo degli atenei settentrionali. Pollice in giù, invece, per il sistema accademico del Sud: pur disponendo di atenei prestigiosi, sono tantissimi i giovani (circa il 30%) che decidono di “traslocare” verso altre aree del Paese. I flussi migratori degli studenti in ingegneria sono ancora più marcati analizzando i dati relativi ai laureati magistrali. Facendo emergere un ulteriore fenomeno: una discreta fetta di studenti, dopo aver ottenuto la laurea di primo livello nel proprio territorio, si sposta verso altre università per conseguire la laurea magistrale (rispetto ai laureati di primo livello aumenta la quota di studenti meridionali laureati nelle università del Nord-Ovest).
Il calo dei laureati in Ingegneria civile ed ambientale
Tornando ai numeri generali, considerando anche coloro che hanno conseguito un titolo non tipicamente ingegneristico, il numero di laureati, tra primo e secondo livello, supera le 60 mila unità. In generale, Il settore industriale si conferma ancora una volta quello preferito dai giovani. Oltre la metà dei laureati di primo livello ha conseguito la laurea in un corso della classe L-9 Ingegneria industriale (o corrispondente del precedente ordinamento). Poco meno di un terzo proviene da un corso della classe L-8 Ingegneria dell’informazione, mentre, in assoluta controtendenza, cala il numero di laureati del settore civile ed ambientale. Nel report si legge che “Sommando i laureati della classe L-7 Ingegneria civile ed ambientale e quelli della L-23 Scienze e tecniche dell’edilizia, si registra nel 2018 il 13,5% di laureati in meno rispetto al 2017”.
I laureati di secondo livello
Altro capitolo, i laureati di secondo livello, vale a dire quelli con un titolo di laurea magistrale, specialistico o gli ultimi rimasti del vecchio ordinamento. Qui i numeri cambiano, visto che la “crisi” del settore civile ed ambientale appare decisamente attenuata. Anzi. Nella composizione dei laureati, assumono un peso notevole quelli della magistrale a ciclo unico della LMCU4-Architettura e Ingegneria edile-Architettura. Con 3.425 laureati, è la classe magistrale con il maggior numero di laureati. Relativamente alle altre classi, gli oltre 3 mila della LM-33 Ingegneria meccanica costituiscono quasi la metà di tutti i laureati del settore industriale. Davvero tanti anche i laureati in Ingegneria gestionale (2.884) e Ingegneria civile (2.691).
L’ingegneria è donna
L’ingegneria è sempre più donna. Basti pensare che negli ultimi 4 anni il numero di laureate è aumentato del 35%, arrivando a costituire il 28,4% dei laureati in ingegneria del 2018. Ben oltre la metà delle laureate di primo livello ha seguito un corso del settore industriale. La presenza femminile si rivela però particolarmente massiccia nel civile ed ambientale, tanto da costituire il 44,6% dei laureati della classe di laurea Scienze e tecniche dell’edilizia e il 31,7% di quelli in Ingegneria civile ed ambientale. Passando ad esaminare i laureati di secondo livello, il numero di laureate è addirittura superiore a quello degli uomini nella classe LM-21 Ingegneria biomedica (58,5%) e nella LMCU4- Ingegneria edile-Architettura a ciclo unico (56,6%). Nell’universo femminile è ancora scarso, invece, l’appeal di Ingegneria elettrica, meccanica, aerospaziale informatica, dell’automazione ed elettronica. Qui, le donne laureate sono sotto il 15% del totale.
I commenti del CNI
Numeri e statistiche che sono accolti con moderata soddisfazione da Armando Zambrano, presidente del CNI. Secondo cui “alcuni flussi ci invitano a riflettere. Il calo di interesse nei confronti del settore civile ed ambientale, ad esempio, unito al successo di altri settori, impongono una riflessione sul futuro del nostro Ordine professionale”. Giuseppe Margiotta, presidente del Centro Studi CNI, si sofferma invece sul flusso di studenti da Sud a Nord: “Oltre il 20% dei laureati meridionali ha conseguito il titolo di primo livello in un’università delle regioni settentrionali; se guardiamo i laureati magistrali la quota sale al 25%. Ciò significa che si tende a trasferirsi a causa delle maggiori possibilità occupazionali. Un fatto che merita un’attenta analisi”.


