I progetti MASE per l’attuazione dei piani di decarbonizzazione
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha dato il via alla selezione di progetti di decarbonizzazione che, nei settori industriali in cui è più difficile abbattere le emissioni, prevedano la sostituzione di combustibili fossili con idrogeno a basso contenuto di carbonio.
L’avviso per la presentazione delle iniziative progettuali è stato pubblicato sul sito del MASE, nell’ambito dell’investimento del PNRR “Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate” (Misura M2C2 – Investimento 3.2).
Nello stesso periodo, e con gli stessi propositi, è stata pubblicata la graduatoria per le stazioni di rifornimento di idrogeno.
Gli obiettivi del progetto “Investimento 3.2.”
Il progetto “Investimento 3.2.” promosso dal ministero mira alla realizzazione di piani di decarbonizzazione industriale che prevedono, anche congiuntamente, l’uso di idrogeno a basso contenuto di carbonio, la produzione di idrogeno rinnovabile, la realizzazione di dimostratori tecnologici.
Tutte le iniziative ammesse ad agevolazione, comunque, dovranno garantire un risparmio di combustibili fossili, fino a punte del 90% e comunque non inferiori al 10%. A questa iniziativa è destinato complessivamente 1 miliardo di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
L’Investimento, quindi, ha come obiettivi:
- la promozione della ricerca;
- lo sviluppo e l’innovazione nel campo dei processi industriali, al fine di sviluppare iniziative per l’impiego di idrogeno nei settori industriali che utilizzano il metano come fonte di energia termica (cemento, cartiere, ceramica, industrie del vetro ecc.).
In particolare si prevede l’avvio di una gara d’appalto specifica per sostenere la ricerca, la crescita e l’innovazione del processo di produzione dell’acciaio attraverso un aumento dell’uso di idrogeno. È stata inoltre sostenuta la produzione di idrogeno elettrolitico a partire da fonti di energia rinnovabile ai sensi della direttiva (UE) 2018/2001 o dall’energia elettrica di rete. Il gas naturale non riceve invece alcun finanziamento nell’ambito del progetto.
I progetti finanziati dal PNRR per la decarbonizzazione: cosa si intende per settori “hard to abate”
Come spiegato dal ministro Gilberto Pichetto, questa nuova tranche di finanziamenti vuole favorire la promozione del mercato nazionale dell’idrogeno, concentrandosi nei settori in cui è più complesso intervenire, sviluppando tecnologie pulite ma anche una maggiore sicurezza energetica per le imprese. In questo contesto, quindi, i piani di decarbonizzazione con idrogeno nei settori “hard to abate” diventano strategici per il futuro.
Il termine “hard to abate” (letteralmente “settore difficile da abbattere”) si riferisce a qualsiasi settore per il quale la transizione “a net zero” non è così semplice, perché manca la tecnologia o il suo costo rimane proibitivo.
Alla base di questa difficoltà potrebbero esserci molte motivazioni. Ad esempio, molte industrie pesanti, come i settori dell’acciaio, del cemento e dell’alluminio, impiegano processi a temperature estremamente elevate che, ad oggi, possono essere raggiunti solo in modo conveniente bruciando combustibili fossili. Altri settori, compreso quello chimico, producono anche emissioni da fonti non energetiche: la produzione di ammoniaca, ad esempio, richiede il gas naturale come materia prima. Molti di questi processi industriali sono anche altamente integrati e complessi, il che rende la sfida di trovare nuovi approcci privi di carbonio altrettanto complicata e costosa, pertanto molte industrie possono essere un po’ restie nel perseguire e raggiungere gli obiettivi prefissati a livello climatico.
Inoltre, ci sono altri comparti che non possono essere elettrificati perché richiedono fonti energetiche locali ad alta densità, un’esigenza che è ancora meglio soddisfatta dai combustibili fossili. Il più famoso di questi è il trasporto pesante, che comprende la spedizione, l’autotrasporto e l’aviazione. Se infatti il carburante per aerei può facilmente far muovere un aereo su distanze molto lunghe, lo stesso non si può dire di altre energie cd. “pulite”: non si possono installare abbastanza pannelli solari o batterie green su un aereo per tenerlo in volo così a lungo.
Da qui la necessità di investire in nuovi progetti, che favoriscano il passaggio a mezzi meno impattanti ma soprattutto facciano da apripista per i settori di riferimento. Con il piano di “Investimento 3.2” promosso dal MASE per l’utilizzo idrogeno in settori hard-to-abate l’importo complessivo dei fondi è pari a 2.000.000.000 euro.
L’attuazione dei progetti avverrà mediante decreto direttoriale, che definirà le modalità tecnico-operative finalizzate alla concessione delle agevolazioni, e mediante un eventuale ulteriore decreto ministeriale, per i progetti destinati al settore della produzione di acciaio. Il decreto direttoriale, inoltre, fornirà ulteriori specifiche tecniche per la qualifica dell’idrogeno verde e rinnovabile, anche a seguito della risposta formale fornita dalla Commissione Europea su uno specifico quesito posto sul tema.
Al via anche la missione per la “Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale”
Nello stesso periodo, precisamente il 16 marzo, il MASE ha pubblicato la graduatoria dei progetti riguardanti le stazioni di rifornimento stradale di idrogeno ammessi ai finanziamenti.
Sono 36 i progetti relativi alla realizzazione di stazioni di rifornimento a base di idrogeno rinnovabile ammessi a contributo nell’ambito dell’Investimento 3.3 “Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale”, missione 2 componente 2 (M2C2) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
In base alla graduatoria, il totale dei contributi ammissibili per la realizzazione ammonta a 103 milioni di euro e vale a dire circa il 40% dei 230 milioni di euro stanziati per l’attuazione della misura nel periodo 2021–2026.
La graduatoria risulta al momento provvisoria, in attesa dell’acquisizione della documentazione e delle garanzie da parte dei soggetti beneficiari.
In questo caso lo scopo dell’investimento è quello di promuovere la creazione di stazioni di rifornimento per la sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto stradale, dando la priorità alle aree strategiche per i trasporti stradali: lungo le autostrade, vicino ai porti e in prossimità dei terminal logistici.
I benefici di questo impegno sono molteplici, a partire dalla limitazione dell’inquinamento dovuto all’uso di carburanti fossili e la riduzione dell’impatto ambientale del trasporto delle merci. Così si vuole sviluppare un sistema efficiente ed efficace per la produzione di idrogeno e creare lavoro per le industrie del settore, rinnovando le strade e gli snodi centrali dei trasporti dove si installeranno le nuove stazioni di rifornimento

