Energie rinnovabili

FER1, firmato il Decreto che incentiva le rinnovabili

Priorità ad autoconsumo e rimozione amianto. CNA: "bene il Decreto FER1, ma serve un piano organico"
Condividi
FER1, firmato il Decreto che incentiva le rinnovabili
È finalmente arrivata la firma al Decreto FER1. Dopo l’ok della Commissione europea, il provvedimento che incentiva le rinnovabili è stato siglato dai ministri Luigi Di Maio e Sergio Costa. Ora si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Nuovi posti di lavoro e un’opportunità di tutela ambientale

Di Maio lo ha definito “un grande lavoro di squadra dei due ministeri, ambiente e sviluppo economico, che darà impulso alla produzione di energia rinnovabile, creando migliaia di nuovi posti di lavoro e puntando alla attuazione della transizione energetica, in un’ottica di decarbonizzazione”. Secondo Costa “è una vera e propria rivoluzione copernicana, un cambio di paradigma, con cui si premia l’autoconsumo di energia per gli impianti su edificio fino a 100 kW e l’eliminazione dell’amianto, si incentiva la produzione di energia sostenibile oltre che rinnovabile. Questo decreto è una grande opportunità di sviluppo e di tutela ambientale”.

Il Decreto rinnovabili FER1 in sintesi

L’ attuazione del provvedimento, si legge nella nota del Mise, consentirà la realizzazione di impianti per una potenza complessiva di circa 8.000 MW, con un aumento della produzione da fonti rinnovabili di circa 12 miliardi di kWh e con investimenti attivati stimati nell’ordine di 10 miliardi di euro.

Gli incentivi prioritari

Con gli incentivi verrà data priorità a:
  • impianti realizzati su discariche chiuse e sui siti di interesse nazionale ai fini della bonifica;
  • su scuole, ospedali ed altri edifici pubblici per impianti fotovoltaici i cui moduli sono installati in sostituzione di coperture di edifici e fabbricati rurali su cui è operata la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto;
  • impianti idroelettrici che rispettino le caratteristiche costruttive del DM 23 giugno 2016, quelli alimentati a gas residuati dai processi di depurazione o che prevedono la copertura delle vasche del digestato;
  • tutti gli impianti connessi in ‘parallelo’ con la rete elettrica e con le colonnine di ricarica delle auto elettriche (a condizione che la potenza di ricarica non sia inferiore al 15% della potenza dell’impianto e che ciascuna colonnina abbia una potenza di almeno 15 kW).

Spinta all’autoconsumo con il FER1

Cambia, inoltre, la modalità di riconoscimento del premio sull’autoconsumo. Per gli impianti di potenza fino a 100 kW su edifici, sulla quota di produzione netta consumata in sito è attribuito un premio pari a 10 euro il MWh. Il premio è cumulabile con quello per i moduli in sostituzione di coperture contenenti amianto. Il premio è riconosciuto a posteriori a patto che l’energia auto consumata sia superiore al 40% della produzione netta. Saranno ammessi agli incentivi solo gli impianti idroelettrici in possesso di determinati requisiti che consentano la tutela dei corpi idrici In base a una valutazione dell’Arpa, gli impianti fotovoltaici realizzati al posto delle coperture in amianto o eternit avranno diritto, in aggiunta agli incentivi sull’energia elettrica, a un premio pari a 12 €/MWh su tutta l’energia prodotta.

Gli impianti ammissibili

Potranno partecipare ai bandi per la selezione dei progetti da iscrivere nei registri gli impianti:
  • di nuova costruzione, integralmente ricostruiti e riattivati, di potenza inferiore a 1MW;
  • oggetto di interventi di potenziamento qualora la differenza tra la potenza dopo l’intervento e la potenza prima dell’intervento sia inferiore a 1 MW;
  • oggetto di rifacimento di potenza inferiore a 1MW.
Sono ammessi impianti fotovoltaici esclusivamente di nuova costruzione e realizzati con componenti di nuova costruzione.

Incentivi FER1 anche agli aggregati di impianti

Inoltre, potranno partecipare alle procedure di registri anche aggregati costituiti da più impianti appartenenti al medesimo gruppo, di potenza unitaria superiore a 20 kW. Ma la potenza complessiva dell’aggregato deve essere inferiore a 1 MW. 
Gli impianti di potenza uguale o maggiore ai valori sopra indicati per accedere agli incentivi dovranno partecipare a procedure di asta al ribasso nei limiti dei contingenti di potenza. In analogia, potranno partecipare alle procedure di asta anche gli aggregati costituiti da più impianti appartenenti al medesimo gruppo. Devono avere potenza unitaria superiore a 20 kW e non superiore a 500 kW. La potenza complessiva dell’aggregato sia uguale o superiore a 1 MW.

FER1, CNA: bene il Decreto ma serve un piano organico

Secondo CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), il Decreto presenta diversi spunti positivi, ma anche qualche criticità per le Pmi. “Sono individuati- si legge in una nota diffusa- regimi differenziati di sostegno sulla base della maturità di ciascuna tecnologia ammessa e dei costi fissi a essa connessi, cui sarà possibile accedere tramite procedure di iscrizione a registro (tutti i tipi di impianti di potenza inferiore o uguale a 1 MW) o di partecipazione ad asta (tutti i tipi di impianto di potenza superiore a 1 MW).

Positiva la riduzione del consumo di suolo

Il Decreto, scrive CNA, intende inoltre valorizzare gli interventi per la ricostruzione degli impianti esistenti. L’idea è di limitare il consumo del suolo e, in generale, degli impatti sulla collettività. Novità di rilievo rappresenta l’impegno preliminare delle diverse amministrazioni coinvolte per l’individuazione delle aree sulle quali realizzare gli impianti. Questo passaggio è propedeutico anche alla determinazione dei contingenti di potenza. L?obiettivo è di ridurre i possibili impatti negativi per la collettività e, potenzialmente, facilitare i procedimenti autorizzativi.

No all’esclusione dei piccoli impianti

Nonostante la CNA valuti positivamente il re-inserimento nel Decreto FER1 del fotovoltaico, inizialmente escluso, viene sottolineata una forte criticità per le Pmi. Sono esclusi dagli incentivi per questa tecnologia gli impianti di potenza inferiore ai 20 kW. Questi impianti rappresentano la tipologia più diffusa, realizzata dalle piccole imprese e dalle famiglie. “Tale disposizione- sottolinea CNA– è in forte contraddizione con l’obiettivo di incrementare l’autoproduzione (anche sfruttando i sistemi di accumulo) dichiarato dal Governo all’interno del Piano nazionale integrato per l’energia ed il clima 2030. L’intenzione è quella di sfruttare l’installazione di moduli fotovoltaici sui tetti, superando in parte la logica dei grandi parchi a terra. I piccoli impianti fotovoltaici, infatti, rispondono in maniera più efficace agli obiettivi di sostenibilità economica. Proprio questi impianti hanno consentito negli anni lo sviluppo di un mercato per le numerose piccole imprese specializzate nel settore. Per questi impianti, che più di tutti hanno subito il drastico stop agli incentivi degli ultimi anni, occorrerebbe invece prevedere misure adeguate a rendere economicamente sostenibile l’intervento, ottimizzando il rapporto costi/benefici. Proprio tali impianti in passato hanno consentito il maggior numero di interventi di rimozione dell’amianto – che viene positivamente riproposto nel Decreto Fer – innescando un circolo virtuoso di sostenibilità non solo ambientale ma anche della salute e della sicurezza dei cittadini.” Tale esclusione, secondo la Confederazione, non valorizza appieno l’apporto che le piccole imprese possono fornire al sistema per il raggiungimento degli obiettivi al 2030. C’è il rischio di rallentare le tendenze già in corso circa la diffusione dell’autoproduzione di energia. Così facendo si allontana la possibilità di abbattere i costi della bolletta.

FER1, decreto ‘ponte’ verso una programmazione organica e strutturata

“Se è vero che per tali impianti rimane valida, al momento, la possibilità di ricorrere alle detrazioni fiscali del 50%, come ricorda lo stesso Decreto, è anche vero– scrive CNA- che tali misure possono essere utilizzate solo da privati e non dalle imprese che vogliono investire in autoproduzione. Sarebbe più coerente, quindi, ipotizzare una revisione complessiva e omogenea del sistema incentivante destinato alle Fer. Questo darebbe stabilità e organicità alla programmazione degli investimenti nelle varie tecnologie, valorizzando il possibile apporto delle Pmi.” La CNA plaude l’approvazione del Decreto che però dovrebbe essere considerato come una ‘misura ponte’. Ma c’è bisogno di una programmazione organica e strutturata, funzionale all’attuazione del Piano nazionale energia e clima.
Condividi

Potrebbero interessarti

Decreto Salva Casa

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 2024 il Decreto Legge 29 maggio 2024, n. 69 recante “Disposizioni urgenti in materia di...

Nuovo Codice appalti

Un vero e proprio cambio di paradigma, mirato a ristabilire un equilibrio tra la necessità di velocizzare le procedure di appalto e...

FER 2: aggiornamento delle regole operative

Massimo Medugno
Tiziana Ronchetti - Avvocato
Nuove regole operative per incentivazione degli impianti a fonte rinnovabile innovativi o con costi di generazione elevati che presentino...