Burden sharing, i dati del GSE sui consumi FER
La maggior parte delle regioni e delle province italiane ha superato i target sui consumi di energia rinnovabile previsti dal decreto sul Burden Sharing. A renderlo noto è il nuovo rapporto Gse, Fonti rinnovabili in Italia e nelle regioni. Il documento, frutto di un attento monitoraggio, presenta i dati rilevati tra il 2012 e il 2018. Vediamoli nel dettaglio.
Premessa
La Direttiva 2009/28 del Parlamento europeo e del Consiglio, recepita con il Decreto Legislativo n. 28 del 3 marzo 2011, assegna all’Italia due obiettivi nazionali vincolanti in termini di quota dei Consumi Finali Lordi di energia coperta da fonti rinnovabili (FER) al 2020:
- il primo – overall target – prevede una quota FER sui CFL almeno pari al 17%;
- il secondo, relativo al solo settore dei Trasporti, prevede una quota FER almeno pari al 10%.
Con riferimento all’overall target, il successivo Decreto 15 marzo 2012 del Ministero dello Sviluppo Economico (c.d. decreto Burden Sharing) fissa il contributo che le diverse regioni e province autonome italiane devono fornire per il raggiungimento dell’obiettivo complessivo nazionale. Attribuendo a ciascuna di esse specifici obiettivi regionali di impiego di FER al 2020.
Report annuale del GSE
In questo quadro, il Decreto 11 maggio 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico, nell’articolo 7, attribuisce al GSE, con la collaborazione di ENEA, il compito di predisporre annualmente un rapporto statistico. Il documento è relativo al monitoraggio del grado di raggiungimento dell’obiettivo nazionale e degli obiettivi regionali in termini di quota dei consumi finali lordi di energia da fonti rinnovabili. Sia a un livello complessivo che con riferimento agli specifici settori elettrico, termico e dei trasporti.
Come sono elaborati i dati?
I dati di monitoraggio relativi alle fonti rinnovabili sono elaborati dal GSE sulla base di dati rilevati dallo stesso GSE e, per i consumi elettrici (escluso il comparto fotovoltaico), da TERNA. I dati di monitoraggio regionali relativi alle fonti fossili (petrolio, gas, carbone) sono elaborati dall’ENEA a partire dai dati prodotti a livello nazionale dal Ministero dello Sviluppo economico. Mentre quelli relativi al calore prodotto da impianti cogenerativi sono di fonte TERNA.
Le procedure di elaborazione dei dati di monitoraggio regionali seguono le modalità e le tempistiche fissate dal DM 11 maggio 2015.
Monitoraggio degli obiettivi nazionali sulle FER
Nel Piano d’Azione Nazionale per le energie rinnovabili (PAN) trasmesso dall’Italia alla Commissione europea nel 2010 vengono individuate traiettorie indicative per il raggiungimento dei due obiettivi sopracitati negli anni tra il 2010 e il 2020. Traiettorie che sono state estese anche ai settori elettrico e termico.
Cosa emerge dal monitoraggio dei risultati conseguiti dall’Italia nel periodo 2012-2018?
Per quanto riguarda in particolare l’overall target, la Tabella 1 mostra i dati relativi alle singole componenti che costituiscono il numeratore (Consumi finali lordi di energia da FER) e il denominatore (Consumi finali lordi di energia).

Si può osservare come, nel 2018, la quota dei consumi finali lordi complessivi coperta da FER sia pari al 17,8%. Si tratta di un valore superiore al target assegnato all’Italia dalla Direttiva 2009/28/CE per il 2020 (17,0%). Ma in flessione rispetto al 2017 (18,3%).
Tale dinamica è il risultato dell’effetto di due trend opposti:
- da un lato, la contrazione degli impieghi di FER, al numeratore del rapporto percentuale, legata principalmente alla riduzione degli impieghi di biomassa solida per riscaldamento nel settore termico (il 2018 è stato un anno mediamente meno freddo del precedente). Oltre che alla minore produzione da pannelli solari fotovoltaici nel settore elettrico (principalmente per peggiori condizioni di irraggiamento);
- dall’altro, l’aumento dei consumi energetici complessivi, al denominatore del rapporto percentuale, che ha riguardato principalmente i consumi di carburanti fossili per autotrazione (gasolio, benzine) e per aeroplani (carboturbo).
Monitoraggio degli obiettivi regionali sulle FER (Burden Sharing)
Il cosiddetto Decreto Burden Sharing fissa il contributo che le diverse regioni e province autonome sono tenute a fornire ai fini del raggiungimento dell’obiettivo nazionale sulle FER. A ciascuna regione è inoltre associata una traiettoria indicativa, in cui sono individuati obiettivi intermedi relativi agli anni 2012, 2014, 2016 e 2018.
Così come accade per l’overall target nazionale, ciascun obiettivo regionale è costituito da un indicatore ottenuto dal rapporto tra Consumi finali lordi di energia da FER e Consumi finali lordi complessivi di energia. L’indicatore è elaborato applicando specifiche definizioni e criteri di calcolo fissati dalla Direttiva 2009/28/CE.
Tuttavia, a differenza dell’obiettivo nazionale, per il calcolo del numeratore degli obiettivi regionali non si tiene conto dei consumi di energia da FER nel settore dei trasporti, in genere dipendenti da politiche stabilite a livello centrale.
I risultati
In linea con il dato nazionale, in numerose regioni/province autonome si rilevano, nel 2018, CFL da FER inferiori rispetto all’anno precedente. Questo principalmente a causa della contrazione dei consumi di biomassa solida per riscaldamento e della minore produzione da pannelli fotovoltaici. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, i CFL da FER risultano comunque superiori alle previsioni del D.M. Burden Sharing per il medesimo anno. In diverse regioni/province autonome essi superano anche le previsioni relative al 2020. A livello regionale, ottime le performance di Lombardia, Veneto e Piemonte.
Nella Tabella 2 vengono confrontati i CFL da FER (consumi finali lordi da fonti rinnovabili) rilevati e i CFL da FER previsti dal D.M. 15 marzo 2012 (D.M. Burden sharing). Come si nota, il dato rilevato complessivo ottenuto dalla somma dei valori regionali/provinciali (per il 2018, ad esempio, 20.356 ktep) è pari alla differenza tra i CFL da FER calcolati per il monitoraggio dell’overall target nazionale (21.605,1 ktep: si veda la tabella 1) e i consumi del settore trasporti (1.249,6 ktep).

In termini più generali, per i CFL complessivi – così come accade a livello nazionale – si verifica il fenomeno opposto rispetto a quello rilevato per i CFL da FER. In gran parte delle regioni/province autonome, nel 2018, essi risultano infatti significativamente inferiori ai valori previsti dal D.M. Burden Sharing per lo stesso anno. Fatte salve le caratteristiche e le condizioni specifiche delle singole regioni/province autonome, tale fenomeno è collegato principalmente alla contrazione tendenziale dei consumi energetici complessivi, legata principalmente alla difficile congiuntura economica, da un lato, e alla crescente diffusione delle politiche di efficienza energetica, dall’altro.
Nella Tabella 3 vengono confrontati i CFL complessivi rilevati (Consumi finali lordi, comprendenti la componente FER e la componente NO FER) e i CFL complessivi previsti dal D.M. Burden Sharing.

Le percentuali
A livello nazionale, nel 2018 la quota dei consumi finali lordi di energia coperta da fonti rinnovabili (ovvero il rapporto tra i CFL da FER – settore Trasporti escluso – e i CFL complessivi, illustrati rispettivamente nelle tabelle 2 e 3), pur inferiore di circa 0,6 punti percentuali rispetto a quello dell’anno precedente, supera sia la previsione relativa allo stesso 2018 (12,2%) sia la previsione al 2020 (14,3%).
Nella Tabella 4 vengono confrontati gli indicatori-obiettivo rilevati, ottenuti dal rapporto tra i valori descritti nelle due tabelle precedenti, e le previsioni del D.M. Burden sharing.
Anche quest’anno la quota più elevata è raggiunta dalla Valle d’Aosta, che copre con le rinnovabili l’83% dei propri consumi energetici. Seguono la Provincia di Bolzano (63%), la Basilicata (48%) e la Provincia di Trento (43%).


