Decreto Transizione 5.0, la bozza: fondi per 6,3 miliardi di euro per l’innovazione energetica
Inizialmente previsto per inizio aprile, il decreto attuativo del Piano Transizione 5.0 sembra finalmente prossimo a vedere la luce, tanto che ne è stata ultimata la bozza. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha infatti completato il lavoro sul testo, ora al vaglio della Corte dei Conti e della Commissione Europea.
L’approvazione definitiva del Decreto Transizione 5.0 segnerà un importante traguardo per l’Italia, allineandosi agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2 e di incremento dell’uso delle energie rinnovabili.
La bozza anticipa le “colonne portanti” del Decreto Transizione 5.0
Innovazione, risparmio energetico e produzione e l’autoconsumo di energia rinnovabile sono le colonne portanti del nuovo Decreto Transizione 5.0, che prevede un plafond di spesa di 6,3 miliardi di euro. Questo finanziamento sarà concesso sotto forma di credito d’imposta alle aziende che investono in progetti innovativi finalizzati alla riduzione dei consumi energetici.
Il Piano Transizione 5.0 è destinato a tutte le imprese residenti sul territorio italiano e alle organizzazioni stabili situate all’interno dei confini nazionali, senza distinzione di regime fiscale, dimensioni o settore di attività.
L’obiettivo principale è promuovere investimenti in soluzioni tecnologiche avanzate che migliorino l’efficienza energetica e incentivino l’uso di fonti rinnovabili.
Il Piano mira a incentivare e promuovere programmi dedicati alla produzione di energia da fonti rinnovabili, inclusi gli impianti destinati allo stoccaggio dell’energia prodotta, nonché a sostenere l’acquisizione e il consolidamento delle competenze nelle tecnologie essenziali per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. In particolare, sono ammessi gli investimenti in beni materiali nuovi, strumentali all’esercizio dell’impresa e destinati all’autoproduzione per l’autoconsumo, con l’eccezione delle biomasse.
L’iniziativa del Mimit rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione del sistema produttivo nazionale, favorendo la competitività delle imprese italiane in un contesto internazionale sempre più orientato alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica. La concessione del credito d’imposta mira a stimolare una crescita economica sostenibile, riducendo al contempo l’impatto ambientale delle attività produttive.
Oltre la bozza: il contenuto essenziale del Decreto Transizione 5.0
Dando uno sguardo alla bozza del decreto, promettendo di elaborare ulteriori approfondimenti successivamente alla entrata in vigore del decreto, è possibile notare che potranno essere coinvolte tutte le imprese residenti in Italia, nonché le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, settore, dimensione o regime fiscale, possono beneficiare degli incentivi.
Per evitare danni significativi all’ambiente, vi sono alcune eccezioni. Infatti, non potranno accedere agli incentivi:
- I progetti che prevedono l’uso dei combustibili fossili, eccetto casi di utilizzo temporaneo e tecnicamente inevitabile per la transizione verso un sistema più sostenibile. Un’eccezione è fatta per le macchine mobili non stradali e i veicoli agricoli e forestali, purché l’acquisto riguardi veicoli con motore Stage V, sostituendo quelli con motore Stage I o precedente.
- I progetti nell’ambito del sistema ETS dell’UE che generano emissioni superiori ai parametri di riferimento. Sono però ammissibili progetti che non incidono direttamente sui consumi energetici delle attività monitorate per le emissioni di CO2.
- I progetti connessi alle discariche di rifiuti, inceneritori e impianti di trattamento meccanico-biologico, salvo quelli finalizzati ad aumentare l’efficienza energetica, catturare i gas di scarico per lo stoccaggio o il riutilizzo, o recuperare materiali dai residui di combustione.
I beni ammessi al finanziamento, i costi massimi
Il Decreto specifica i beni ammessi al finanziamento, possono essere:
- Gruppi di generazione dell’energia elettrica.
- Trasformatori e misuratori di energia elettrica.
- Impianti per la produzione di energia termica.
- Servizi ausiliari di impianto.
- Impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta.
Il costo massimo ammissibile per le spese relative agli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è calcolato in euro/kW. Le spese per l’acquisto e l’installazione di sistemi di accumulo di energia elettrica prodotta sono agevolabili fino a un importo massimo complessivo di 900 euro/kWh.
Gli oneri documentali devono essere presentati a investimento ultimato, entro il 28 febbraio 2026. La documentazione dovrà essere trasmessa tramite la piattaforma informatica Transizione 5.0, accessibile con SPID, sul sito del GSE (Gestore Servizi Energetici), utilizzando i modelli disponibili entro cinque giorni dall’entrata in vigore del decreto.
Il Ministro Urso promette l’operatività entro Ferragosto
Il Ministro Adolfo Urso assicura che il Piano Transizione 5.0 sarà pienamente operativo entro metà agosto, sbloccando così gli investimenti e offrendo nuovi incentivi alle imprese.
Questo è quanto dichiarato domenica: il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha garantito che il Piano sarà pienamente operativo entro Ferragosto. Nel corso di un dibattito moderato da Bruno Vespa, il Ministro Urso ha delineato i risultati ottenuti dal suo Governo, focalizzandosi in particolare sul settore industriale. Ha dichiarato: “il Piano Transizione 5.0 sarà inviato questa settimana per l’ultimo passaggio alla Corte dei Conti. La piattaforma è ormai pronta e sarà ampiamente utilizzabile dalle imprese prima della pausa di Ferragosto. Inoltre, il Piano è retroattivo al primo gennaio 2024”.
Il Ministro ha inoltre sottolineato l’importanza delle competenze: “Le imprese possono utilizzare sino a un massimo del 10% delle risorse impiegate per la formazione del proprio personale, rispetto alle competenze necessarie per l’utilizzo della nuova strumentazione digitale o delle nuove tecnologie green”.
Periti industriali esclusi dalla Transizione 5.0: pronto il ricorso al TAR
Il presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati, Giovanni Esposito, ha espresso preoccupazione per l’esclusione dei periti industriali dalla bozza del decreto attuativo del piano Transizione 5.0. Esposito sottolinea come tale esclusione, riguardante la possibilità di emettere la certificazione di risparmio energetico, comporti non solo un danno economico, ma anche una delegittimazione delle competenze della categoria.
Esposito chiede un intervento urgente del Governo per correggere queste discriminazioni. In assenza di modifiche, i periti industriali sono pronti a presentare ricorso al TAR per tutelare i propri diritti.

