Efficienza energetica

Direttiva Case green, i dubbi della Bce e di Ingegneria Sismica Italiana

Dopo le critiche di CNI e Ance, ecco quelle dell’ISI e della Banca centrale europea
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Direttiva Case green, i dubbi della Bce e di Ingegneria Sismica Italiana

Continua a far discutere la Direttiva europea “Case green”. Dopo le critiche del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dell’Ance, ora arrivano anche quelle di Ingegneria Sismica Italiana (ISI), tramite la voce del suo presidente Andrea Barocci: nel dialogo sull’efficientamento energetico è necessario incrementare la conoscenza e la consapevolezza del rischio sismico. I tempi sono stretti, visto che la bozza di documento sarà all’esame della Commissione energia del Parlamento europeo il 9 febbraio 2023. Un’ulteriore frenata arriva dalla Bce. Pur promuovendo, sostenendone sforzo e obiettivi, le nuove regole per spingere l’efficienza energetica degli edifici in Europa, la Banca centrale europea contesta il metodo proposto per la definizione delle nuove classi Epc (Energy performance contract), le attestazioni chiamate a certificare la classe energetica di un edificio.

Case green: la posizione dell’ISI

Andiamo con ordine. Le prime perplessità erano arrivate dagli Ingegneri, con il presidente Perrini: “Vanno ridiscussi i tempi di attuazione della Direttiva. Il Paese proponga in sede europea un piano circostanziato sulle modalità, sui costi effettivi da sostenere, sul numero esatto di edifici da risanare e che richiedono interventi più urgenti”. Una direttiva che rischia di creare difficoltà, come ha sostenuto la presidente di Ance, Francesca Brancaccio: “in Italia su 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni risultano particolarmente inquinanti e non sono in grado di garantire le performance energetiche richieste. Un cambiamento difficilmente sanabile”. Il carico arriva dall’ISI: a nulla serve un buon intervento di riqualificazione se applicato su un edificio strutturalmente non idoneo. Anche perché “intervenire dopo il disastro ha un costo sei volte maggiore di una buona azione di prevenzione”.

La prevenzione sismica

Secondo il presidente di Ingegneria Sismica Italiana, Andrea Barocci, è necessario promuovere e diffondere iniziative in grado di accrescere “la conoscenza della sicurezza dell’immobile da efficientare. Siamo consapevoli della maggiore attenzione che l’Unione europea ha per i temi legati alla sostenibilità. Ma non possiamo prescindere dalla nostra realtà di paese sismico che periodicamente deve leccarsi le ferite e utilizzare ingenti risorse per intervenire dopo l’ennesimo disastro”. Tra le proposte di ISI per adottare misure di prevenzione concrete ed efficaci, ecco l’obbligatorietà della verifica di sicurezza. Inoltre, va prevista l’agevolazione dell’installazione di sistemi di monitoraggio qualora un immobile usufruisca degli incentivi per il solo eco-bonus.

Le preoccupazioni della Bce

“Preoccupazioni” e “rischi di squilibrio” sono i principali timori sollevati da Christine Lagarde, numero uno della Bce. I dubbi sono legati alla necessità di migliorare i certificati di prestazione energetica del patrimonio immobiliare europeo. La banca centrale europea mette in evidenza l’eterogeneità delle normative locali: ogni singola nazione, infatti, ha definito in maniera differente le classi energetiche. La bozza di direttiva stabilisce che tutti gli immobili residenziali siano almeno di classe energetica F a partire da gennaio 2030 e di classe E dal 2033. In una lettera aperta, Lagarde chiarisce la questione. La bozza si limita “a stabilire criteri comuni per le classi migliori e peggiori per ogni stato membro (gli edifici G saranno definiti come il 15% peggiore in ogni stato, seppure con prestazioni energetiche reali molto diverse). Senza armonizzare le definizioni e le metodologie”.

Squilibri in Europa con le Case green?

Le cose si complicano, dunque. Anche perché la mancata armonizzazione “ridurrà la comparabilità tra gli Stati”, sottolinea ancora la presidente con riferimento evidentemente ai possibili squilibri tra le banche europee. Riducendo anche “l’utilità degli Epc come rating della rischiosità di uno specifico immobile”. Soglie così diverse “potrebbero portare a un’allocazione inefficiente del capitale all’interno dell’Ue”, avverte poi Lagarde. Al contrario, una metodologia più equilibrata, “aiuterebbe la Bce nelle funzioni di vigilanza prudenziale a valutare l’impatto dell’efficienza energetica sulle esposizioni immobiliari degli istituti di credito. Sulla base di dati affidabili e di definizioni comuni e standardizzate dell’Unione”. Ecco perché ci vuole più tempo per correggere il tiro, sembra potersi leggere tra le righe della lettera Bce.

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