Capacity Market, approvato il Decreto che incentiva le FER
Dopo l’approvazione di ARERA e la firma del Ministro Luigi Di Maio, il Decreto sul Capacity Market può dirsi ufficialmente varato. Il via libera alla disciplina del sistema di remunerazione della disponibilità di capacità produttiva di energia elettrica arriva in tempo per l’entrata in vigore del 4 luglio 2019, del Regolamento Europeo sul mercato interno.
Integrazione tra requisiti e emissioni
In questo modo sarà possibile integrare nel sistema nuovi requisiti ambientali per le emissioni degli operatori, anticipando di fatto l’attuazione delle nuove norme europee adottate “Clean Energy Package for all Europeans” orientate alla decarbonizzazione.
“L’introduzione del mercato della capacità – sottolinea il Sottosegretario Davide Crippa – si inserisce in modo complementare nel quadro più ampio di interventi finalizzati a rendere i mercati dell’energia elettrica più efficienti, aperti alla partecipazione di tutte le risorse, con particolare attenzione all’integrazione della generazione da fonti rinnovabili, dei sistemi di accumulo e della gestione della domanda, e sempre più integrati a livello europeo. Fornirà un contributo fondamentale per gestire in sicurezza la transizione ad un sistema energetico decarbonizzato, in linea con il PNIEC, con benefici attesi anche in termini di minori tensioni sui prezzi all’ingrosso e di minor rischio di interruzioni del carico”.
Cos’è e come funziona il Capacity Market?
Il nuovo meccanismo è basato su aste centralizzate, attraverso le quali l’operatore del sistema coprirà la domanda futura di capacità mediante contratti di opzioni di affidabilità, che saranno poi liquidati a seconda del prezzo del mercato a breve termine dove la capacità è stata accettata in vendita.
Il provvedimento disciplina le remunerazioni supplementari pagate ai grandi impianti di produzione elettrica per la loro disponibilità a produrre energia in caso di problemi strutturali di sicurezza, e gli incentivi destinati agli operatori della gestione della domanda per la disponibilità, invece, a ridurre i propri consumi.
Sarà quindi individuato il valore massimo del premio e del prezzo di esercizio tale da ridurre i costi del sistema e gli oneri a carico dei consumatori, con verifica degli effetti prodotti.
Il piano italiano prevede l’introduzione di un meccanismo di capacità relativo all’intero mercato elettrico che resterà in vigore per un periodo di dieci anni. In questo lasso temporale verranno attuate anche alcune riforme volte all’eliminazione dei rischi rischi strutturali che caratterizzano l’approvvigionamento, a partire da nuovi investimenti nella rete di trasmissione.
Obiettivo decarbonizzazione con il Capacity Market
La nuova disciplina dovrebbe contribuire a promuovere e stabilizzare la produzione elettrica da fonti rinnovabili.
L’impatto sul mercato della massiccia penetrazione della generazione da fonti rinnovabili negli ultimi anni ha avuto sicuramente l’effetto positivo di ridurre il prezzo all’ingrosso. Allo stesso tempo però ha determinato condizioni per gli impianti di generazione programmabile (principalmente termoelettrici) via via meno remunerative, tali da metterne in discussione le ragioni di mantenimento in servizio.
In quest’ottica il Capacity Market può essere visto come uno strumento che garantisca il passaggio in sicurezza a un sistema elettrico carbon-free. Fondamentale sarà ad ogni modo lo sviluppo di sistemi di accumulo sia distribuiti sia di larga scala, come previsto dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).
Tavolo di consultazione e aste
Ora si attende la fissazione delle aste, che dovranno partire nel 2019, con consegna nel 2022 e 2023, dopo la definizione dei valori economici da parte dell’Arera. A settembre partirà invece il tavolo di consultazione che porterà all’adozione delle misure necessarie a traghettare il sistema dal 2024 in poi.
Benefici economici del Capacity Market
Il Mise stima che con il meccanismo del Capacity Market si potrà ottenere un beneficio netto di circa 200 milioni di euro all’anno. A cui vanno aggiunti una serie di altri vantaggi, primo fra tutti la riduzione dei prezzi sul mercato dell’energia per 1,4 miliardi di euro, che si traduce in forti risparmi in bolletta.

