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Superbonus e stato legittimo degli immobili. Semplificazione o confusione?

Il Dl Semplificazioni elimina lo stato legittimo degli immobili. Ma la modulistica delle banche non riesce a tenere il passo ai continui cambiamenti
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Superbonus e stato legittimo degli immobili. Semplificazione o confusione?

Con il Dl Semplificazioni si semplificano, per l’appunto, le procedure del Superbonus. Le novità riguardano soprattutto la possibilità di realizzare i lavori con CILA (Comunicazione di inizio lavori asseverata) e l’eliminazione dello stato legittimo degli immobili.

D’ora in poi, quindi, per richiedere l’agevolazione basterà presentare la Cila, che attesterà gli estremi del titolo abilitativo che ha previsto la costruzione dell’immobile. Velocizzando e semplificando in questo modo di molto l’apertura delle opere dei cantieri.

Semplificazioni necessarie ma una normativa in continua evoluzione può confondere

Se è vero che gli snellimenti procedurali erano necessari, potrebbe però presentarsi qualche problema di allineamento fra tutti i soggetti coinvolti. Un esempio calzante in tal senso arriva dall’Abi, Associazione bancaria italiana, coinvolta sul fronte della cessione del credito.

Lo scorso 26 maggio, l’Abi aveva infatti diramato una circolare per chiarire la modulistica necessaria all’ottenimento del Superbonus. Facendo riferimento in particolare allo stato legittimo degli immobili. A distanza di qualche giorno, le istruzioni non sono più valide. Perché il Dl Semplificazioni ha nuovamente cambiato le carte in tavola.

La ‘storia’ dello stato legittimo degli immobili

Ma cerchiamo di fare chiarezza. In origine, la normativa del Superbonus richiedeva la presentazione dello stato legittimo degli immobili. Un documento talvolta difficile da reperire e che comunque richiede tempistiche lunghe per l’ottenimento, quindi spesso non compatibili con quelle procedurali del Superbonus. Proprio per questo motivo, il Decreto Agosto ha operato una semplificazione, stabilendo che le asseverazioni sullo stato legittimo degli immobili dovessero essere riferite solo alle parti comuni degli edifici interessati dagli interventi.

L’asseverazione rientrava tra i documenti da presentare alle banche per l’apertura della pratica di cessione del credito. Da qui, l’Abi aveva adeguato i modelli, prevedendo lo stato legittimo riferito alle parti comuni. E diramato la circolare di cui sopra. In cui si spiegava che l’asseverazione della regolarità urbanistica delle parti comuni dell’edificio condominiale poteva essere considerata “idonea e sufficiente” per l’apertura delle pratiche.

Adesso, è nuovamente tutto da rifare. E sarà necessario rettificare e dare agli sportelli nuove istruzioni. Il meccanismo del Superbonus è una macchina complessa, spesso rallentata da una normativa poco chiara e in costante evoluzione. È su questo, anche, che si dovrà lavorare per farla funzionare. Scongiurando il rischio che le semplificazioni, necessarie, la fermino definitivamente.

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