Il Superbonus è in un groviglio. Di polemiche e di problemi. Da sbrogliare e risolvere, almeno in parte, con la conversione in legge del 
Decreto Aiuti da parte della Camera dei Deputati, prevista per lunedì 4 luglio 2022.
La questione ha un connotazione fortemente politica, e al momento c’è una posizione molto netta del Governo Draghi: 
la proroga dei benefici fiscali connessi al Superbonus è esclusa. I fondi sono finiti e bisogna sbloccare la cessione del credito, che in questo momento sta paralizzando le banche.
Superbonus, serve più tempo
Più tempo per completare, ad esempio, i lavori nelle villette, nelle case popolari. Ma anche negli spogliatoi degli impianti sportivi. Richieste che hanno attraversato in questi giorni i tavoli di maggioranza e hanno trovato la ferma opposizione del Mef: i fondi a disposizione sono finiti. L’Agenzia delle Entrate, ripubblicando la 
circolare 23/E del 23 giugno 2022 ha ribadito invece le tempistiche delle scadenze.
Il nodo della cessione del credito
Sull’ampliamento delle cessioni dei crediti Superbonus c’è invece una posizione diversa da parte del Governo, che potrebbe sottendere ad una nuova ennesima modifica. 
L’ipotesi è quella di permettere di cedere il credito ad altri soggetti oltre alle banche, con la sola esclusione delle persone fisiche. La Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa ha incontrato il ministro dell’Economia Daniele Franco sulla questione Superbonus, ribadendo il rischio di blocco totale di un intero segmento produttivo italiano: “decine di migliaia di imprese della filiera delle costruzioni che non riescono a cedere i crediti d’imposta legati ai bonus per la riqualificazione degli immobili a causa del congelamento del mercato”. 
Un allarme che, spiega la nota della CNA, il ministro Franco ha “ascoltato con attenzione”.
    
Ora si lavora sull’emendamento per i crediti Superbonus, ma la parola proroga è da eliminare. Entro questa settimana dovrebbero chiudersi i lavori delle commissioni Bilancio e Finanze sul Decreto Aiuti, che – oltre al Superbonus – potrebbe accogliere anche una modifica sui debiti fiscali. Il deputato Luigi Marattin chiede di far salire da 60mila a 120mila euro il limite delle cartelle per cui sia possibile chiedere il pagamento in 10 anni, vale a dire 72 rate, senza che il contribuente debba “documentare la temporanea situazione di obiettiva difficoltà”.