Immobiliare

Superbonus 110%, Inarsind chiede la proroga al 2024

Soltanto con una proroga è possibile dedicare il giusto tempo alla progettazione per una reale riqualificazione del patrimonio edilizio
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Superbonus 110%, Inarsind chiede la proroga al 2024

Il Superbonus ha dato una grande spinta all’edilizia residenziale in un momento di crisi economica. Ma, a causa delle tempistiche ristrette, ha al tempo stesso provocato alcune distorsioni al mercato e alcune criticità nel processo. A dirlo è Inarsind, l’Associazione sindacale nazionale che riunisce Architetti e Ingegneri liberi professionisti, in una lettera inviata inviato al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, al Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco e al presidente del Consiglio Mario Draghi. Lettera nella quale chiede una proroga dell’agevolazione fiscale fino al 2024.

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La corretta progettazione ha bisogno di più tempo

Inarsind sottolinea l’importanza dello strumento, che potrebbe consentire un processo di riqualificazione, grazie al quale risolvere le grandi criticità del patrimonio immobiliare. Riducendo i rischi per la salute e la sicurezza, i consumi energetici favorendo l’emersione di una rilevante quota del mercato sommerso. Ma soltanto con un prolungamento dei termini è possibile consentire “anche a coloro che stanno adesso valutando gli interventi di portarli a termine senza forzare i tempi e dedicando il giusto tempo allo studio, alla progettazione, all’approvazione e all’esecuzione degli stessi. E pensiamo anche alle aree geografiche dove i lavori possono essere eseguiti in brevi periodi dell’anno”.

“In questo modo  – secondo Inarsind –  si invoglieranno fortemente i proprietari degli immobili ad eseguire interventi di riqualificazione sismica ed energetica coinvolgendo professionisti, imprese edili e impiantistiche che da anni si trovano ad operare in un mercato asfittico e con ridotte prospettive dando certamente linfa al settore. Perché allo stato attuale il tempo concesso per la realizzazione di questi interventi è limitato. La scadenza attuale è prevista per il 30 giugno 2022, prolungata al 31 dicembre solo per gli immobili delle aziende per l’edilizia economica popolare”.

La ‘corsa alle detrazioni’ non dà buoni risultati

E secondo Ingegneri e Architetti liberi professionisti non si può pensare di riqualificare l’intero patrimonio immobiliare italiano in meno di due anni. Un patrimonio importante e che per anni non è stato sostenuto adeguatamente.

“Lo strumento adottato – spiega Inarsind – ha di fatto generato una corsa alla riqualificazione, o meglio all’ottenimento di detrazioni fiscali, che, allo stato attuale, ha generato anche alcuni distorsioni tra cui un deciso aumento dei prezzi dei materiali, difficoltà nelle tempistiche per l’avvio dei lavori, il blocco di molti uffici edilizia privata comunali o il ritardo nell’approvazione dei progetti da parte degli stessi uffici, a causa dell’improvviso aumento delle pratiche presentate e del ridotto personale presente a causa dello smart working. Segnalate anche difficoltà nel reperimento di forza lavoro e un forte rallentamento delle altre attività edilizie ordinarie, questo perché considerate meno interessanti e remunerative da parte delle imprese. Con conseguenti problematiche generali allo sviluppo delle infrastrutture e dell’edilizia non residenziale”.

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