Superbonus, Ance e Oice chiedono mini-proroga o Sal straordinario
L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), in audizione alla Commissione Finanze della Camera, ha esposto valutazioni negative sulle misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali connesse al Superbonus, contenute nel decreto legge n. 212 del 29 dicembre 2023. Secondo Ance, si tratta solo di una sanatoria che permette ai contribuenti di mantenere gli incentivi fruiti sino al 31 dicembre 2023 anche in caso di mancata conclusione dei lavori, ma che non riduce in nessun modo il problema delle famiglie e delle imprese e rischia piuttosto di favorire l’abbandono dei cantieri e le opere incompiute. Al contrario si richiede una mini-proroga del Superbonus, o in alternativa un Sal straordinario. La questione tornerà ad essere affrontata in assemblea al Senato nell’ultima settimana di febbraio 2024.
Secondo Ance con il provvedimento in esame, i cantieri condominiali incompiuti – stimati in 40.000 dal recente monitoraggio Enea-Mase, per circa 10 miliardi di euro di lavori, un valore dei contratti pari a 28 miliardi di euro e 350.000 famiglie coinvolte – rischiano di non essere conclusi, provocando decine di migliaia di contenziosi tra condomini e imprese e vanificando, di fatto, l’obiettivo della riqualificazione degli edifici in chiave energetica ed antisismica.
Mini-proroga del Superbonus o Sal straordinario: le due soluzioni Ance
Ance propone due soluzioni alternative:
1) una mini-proroga del Superbonus sino al 29 febbraio 2024, nella stessa percentuale di detrazione riconosciuta al 31 dicembre 2023 (110% o 90%) per gli interventi “trainanti” e “trainati”:
- effettuati su condomini, o su edifici composti da massimo 4 unità e interamente posseduti da una
persona fisica, - per i quali è stata esercitata l’opzione per la cessione del credito o per lo sconto in fattura,
- realizzati, al 31 dicembre 2023, per almeno il 60% dell’intervento complessivo;
2) possibilità, solo per gli interventi condominiali o su “mini condomini in mono-proprietà”, di esercitare le opzioni per la cessione del credito e lo sconto in fattura per tutti i lavori realizzati entro il 29 febbraio 2024, certificati da un Sal “straordinario” da emettere necessariamente entro tale data, anche laddove, sempre alla medesima data, non si sia ancora raggiunta la percentuale prevista per i singoli Sal dall’articolo 121 comma 1-bis, del decreto legge n. 34/2020 (30%, 30% e 40%).
Bocciate cessione del credito e sconto in fattura
Ance valuta negativamente anche la modifica fortemente restrittiva apportata alla disciplina delle opzioni della cessione del credito o dello sconto in fattura, che comporta una applicazione retroattiva eccessivamente sbilanciata e non rispettosa dei canoni di legittimità. Il rischio è, infatti, quello di bloccare iniziative in corso a causa dei tempi diversi che regolano ad esempio i piani attuativi rispetto agli interventi diretti.
Ance propone di mantenere il regime della deroga per gli interventi di demolizione ricostruzione ma di eliminare il riferimento alla necessità che il titolo edilizio sia stato presentato prima dell’entrata in vigore del decreto legge n. 212/2023, oppure sostituire il riferimento alla richiesta di titolo edilizio con quello della stipula della convenzione urbanistica, o accordo similare.
Le proposte di Ance sono pienamente condivise da Oice, che sottolinea il fatto che le richieste di tutto il settore, comprese quelle di chi opera nella fase progettuale e di asseverazione degli interventi, siano rimaste inascoltate e chiede che urgentemente sia reso possibile il Sal “straordinario” per consentire l’ammissibilità dei lavori al 110% a tutto il 31 dicembre 2023 e quindi la gestione al 70% dei lavori rimanenti, nonché garantire la riapertura all’acquisto dei crediti d’imposta accumulatisi nei cassetti fiscali di proprietari, professionisti e imprese.
Il governo blinda il Superbonus
Il governo non sembra intenzionato ad accogliere le proposte delle associazioni di settore. Infatti, in commissione Finanze alla Camera è stato ritirato l’emendamento al decreto legge con cui si stabiliva di concedere una proroga di due mesi del Superbonus per beneficiare del credito di imposta al 110% ai condomini che, al 31 dicembre 2023, avessero effettuato almeno il 70% dei lavori. Il governo ha dato parere negativo a tutti i 123 emendamenti presentati, anche quelli dei partiti di maggioranza, quindi il decreto è stato esaminato senza modifiche al testo originario. Il provvedimento è approdato in Aula lunedì 29 gennaio 2024 e trasmesso in Senato due giorni dopo.
L’iter in Parlamento
La discussione in assemblea del Senato per la conversione del c.d. decreto salva Superbonus è stata fissata per il 20, 21 e 22 febbraio 2024. Questa date rappresentano una tappa cruciale nel processo legislativo del disegno di legge di conversione del Decreto Legge n. 212/2023, precedentemente trasmesso dalla Camera lo scorso 31 gennaio. La ristrettezza dei tempi, dovuta alla scadenza imminente implica che il Senato si troverà a operare in un contesto di urgenza, con margini limitati per dibattiti approfonditi o modifiche sostanziali al testo.
(Articolo aggiornato il 5 febbraio 2024)