Il valore della laurea: Ingegneria la più richiesta del mercato italiano
In Italia ci si laurea sempre meno. Per scoprire se questo fenomeno sia giustificato dalla domanda del mercato del lavoro o dalle scarse prospettive di guadagno futuro, l’Osservatorio JobPricing ha analizzato il valore retributivo della laurea nel mercato del lavoro italiano nell’University Report 2020. Il report evidenzia quali tipologie di studi e atenei offrano più opportunità e fa emergere come siano ancora le facoltà scientifiche, ingegneria in testa, a consentire sia un ingresso a livelli retributivi maggiori che una crescita del salario più sostenuta nel corso della carriera.
Istruzione e occupazione in Italia
In Italia solo il 19,3% della popolazione ha un titolo di studio accademico, contro il 36,9% medio dei paesi OECD (Education at a Glance 2019, uno studio internazionale su 40 nazioni)). Se si considerano i giovani (25-34 anni) si sale al 27,7% contro il 44,5% della media OECD. Le cause di questi problemi strutturali dell’Italia sono individuate, dal report di JobPricing, in 3 punti:
- L’Italia spende mediamente meno degli altri Paesi per l’istruzione
- In Italia il tasso di abbandono prematuro di istruzione e formazione è superiore al resto della UE
- Il nostro Paese continua ad avere la maglia nera per numero di NEET, i giovani tra 20 e 34 anni che non studiano e non lavorano
L’impatto del titolo di studio sulla carriera
In questo panorama, avere un’istruzione universitaria fa la differenza, infatti in possesso del titolo di laurea e post-laurea l’occupazione sale al 78,9% e la disoccupazione scende al 4,6%.
L’andamento è simile per la fascia di età tra i 25 e 34 anni.
Il fenomeno della “sovra-istruzione”
Se da una parte i laureati sono pochi, coloro che possiedono un titolo universitario riescono a trovare lavoro più facilmente. Anche a causa di un fenomeno contraddittorio e prettamente nostrano che viene definito “sovra-istruzione”, ossia quando il titolo di studio posseduto da una persona è superiore a quello richiesto per accedere o per svolgere il lavoro in cui è occupato.
Secondo l’Osservatorio JobPrincing questa situazione mette in luce due seri problemi:
- L’offerta formativa a livello universitario non pare adeguatamente allineata con la domanda di competenze da parte delle imprese.
- La capacità di orientamento nei confronti dei giovani, non solo verso l’istruzione terziaria, ma anche verso quelle discipline per cui c’è maggior richiesta nel mercato del lavoro, risulta troppo debole.
La sovra-istruzione, in particolar modo per il mondo delle lauree STEM, può essere spiegata come l’effetto del divario fra il tipo di preparazione dei laureati e l’effettiva domanda di mercato, che determina prima una difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro e poi una revisione al ribasso delle aspettative pur di evitare la disoccupazione.
L’Ingegneria al primo posto
I laureati in ingegneria restano in cima alla classifica in termini di occupazione e retribuzione. Ma attenzione, ci sono delle importanti differenze tra le facoltà. La migliore è ingegneria gestionale, con un salario annuo pari a 32.665 euro (+ 7,3% rispetto alla media nazionale). Al secondo posto si colloca ingegneria chimica e dei materiali (32.063 €; +5,3%), mentre il terzo gradino è occupato da Scienze statistiche (31.962 €; +5%). Questo quanto emerso dalla XXI Indagine – Condizione occupazionale dei Laureati – Rapporto 2019 – Almalaurea.
La laurea in ingegneria conviene ancora, i giovani si laureano prima e meglio ma continua la migrazione all’estero. Occupazione e retribuzioni in aumento ma la ripresa procede a rilento, approfondisci i dettagli del rapporto Almalaurea qui. Le altre facoltà ingegneristiche ai vertici della classifica sono Ingegneria Meccanica, Navale, Aeronautica e Aerospaziale, Ingegneria Informatica, Elettronica e delle Telecomunicazioni e, nonostante la crisi cronica del settore edilizio, Ingegneria civile e Architettura si colloca a metà della classifica.
I migliori atenei e facoltà
Scegliere il giusto percorso di laurea è il primo step, ma la scelta di dove frequentare l’università ha un ruolo altrettanto decisivo. Vale la pena di spendere di più per le rette delle università private rispetto a quelle pubbliche? Pare di sì. Infatti tra i migliori atenei spiccano l’università Bocconi, il Politecnico di Milano e la Luiss di Roma. Chi si forma presso questi atenei ha più possibilità di trovare un lavoro nel proprio settore e di essere remunerato adeguatamente. Bene anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Politecnico di Torino. Infine, purtroppo resta il divario tra Nord e Sud, le università del nord restano più remunerative di quelle del centro e del sud.



