Prestazioni energetiche degli edifici, il Rapporto Enea-Cti sugli Ape emessi nel 2021
Immobiliare
Prestazioni energetiche degli edifici, il Rapporto Enea-Cti sugli Ape emessi nel 2021
Migliorano le prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale, sulla base dell'analisi di quasi 1,3 milioni di Ape emessi nel 2021. Oltre 6.700 certificatori energetici chiedono una semplificazione della procedura e una verifica della qualità
Il Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici realizzato da Enea e Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (Cti) evidenzia un miglioramento delle prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale, sulla base dell’analisi di quasi 1,3 milioni di Attestati di prestazione energetica (Ape) emessi nel 2021.
La panoramica sulla certificazione energetica tracciata dal Rapporto si basa sui dati forniti da Regioni e Province Autonome e presenti sul Sistema informativo sugli attestati di prestazione energetica (Siape). Il 75% degli Ape analizzati riguarda immobili edificati prima del 1991 e poco più del 3% è riferito a nuove costruzioni, quasi il 4% alle riqualificazioni energetiche e meno del 2,5% alle ristrutturazioni importanti.
Il 2021 è stato scenario di attuazione di diverse misure in campo di efficienza energetica, come l’entrata in vigore dei requisiti Nzeb (Nearly zero energy buildings: edifici a energia quasi zero) per tutte le nuove costruzioni e l’applicazione delle prescrizioni inerenti alla misurazione e alla fatturazione dei consumi energetici per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione centralizzata dell’acqua calda sanitaria nei condomini e negli edifici polifunzionali.
La geografia degli Ape
Tra le novità del 2021 si evidenziano il crescente investimento nel settore edilizio dovuto all’incentivo Superbonus 110%, la pubblicazione del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), che indica azioni per incoraggiare la ristrutturazione profonda degli edifici esistenti, e del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Una quota consistente di Ape è stata emessa dalla Lombardia (17,5%), seguita da Lazio (10,6%) e Veneto (8,8%); la distribuzione per classe energetica conferma oltre la metà dei casi come caratterizzati da prestazioni energetiche carenti (quasi il 60%); tuttavia il confronto tra 2020 e 2021 evidenzia una riduzione della percentuale di immobili nelle classi energetiche F e G di circa il 2%, soprattutto in favore di quelle A4-B (+1,5%), riprendendo la tendenza positiva riscontrata, invece, nel quadriennio 2016-2019 e che si era interrotta nel 2020.
La suddivisione tra destinazione d’uso residenziale e non residenziale degli immobili censiti dagli Ape emessi nel 2021 è rispettivamente dell’87,6% e 12,4%. Gli ospedali e le attività sanitarie (E.3), le attività ricreative (E.4) e gli alberghi (E.1(3)) sono le categorie che presentano le più elevate percentuali di immobili nelle classi energetiche migliori (A4-B), comprese tra il 26% e il 30%.
L’analisi dell’Indice di Prestazione Energetica Globale (EPgl) medio per zona climatica per i settori residenziale e non residenziale conferma l’andamento crescente dell’indice e della sua componente non rinnovabile (EPgl,nren) con l’aumentare dei gradi giorno. Tuttavia, nonostante le zone climatiche E e F siano mediamente caratterizzate da immobili con alti fabbisogni energetici, sono anche quelle che si distinguono per le prestazioni più efficienti: la zona climatica E, infatti, mostra la percentuale più elevata di immobili nelle classi energetiche A4-B, mentre gli immobili nella zona climatica F hanno quasi il 20% del fabbisogno energetico coperto da energia da fonti rinnovabili, come mostrato nell’analisi dell’Indice di Prestazione Energetica Globale Rinnovabile (EPglren).
Circa l’85% degli Ape emessi nel 2021 è stato redatto per passaggi di proprietà e locazioni, circa il 3% per le nuove costruzioni, quasi il 4% per le riqualificazioni energetiche e il 2,5% per le ristrutturazioni importanti; ricadono in queste ultime tre categorie le percentuali maggiori di immobili ad alte prestazioni in quanto tenute a rispettare la recente normativa in ambito energetico sia nella riduzione del fabbisogno energetico, che nella copertura dello stesso tramite fonti energetiche rinnovabili.
Prestazioni energetiche edifici e passaggi di proprietà
L’analisi dell’EPgl per periodo di costruzione evidenzia gli effetti positivi delle politiche energetiche, con una decrescita dei valori medi dell’EPnren a seguito dell’entrata in vigore di normative in materia di prestazioni energetiche con requisiti progressivamente più stringenti. Mediamente, un immobile residenziale realizzato negli anni 2016-2021 ha una prestazione energetica globale di circa il 60% inferiore rispetto a immobili realizzati antecedentemente al 1945 e di circa il 50% inferiore rispetto ad un immobile realizzato tra il 1945 e il 1991.
Le opinioni dei certificatori energetici
Il Rapporto 2022 propone una vasta indagine in merito alla percezione del sistema e delle modalità di attuazione della certificazione energetica da parte dei certificatori energetici. Attraverso un apposito questionario, diffuso con l’ausilio di autorità locali e Ordini professionali, sono stati raggiunti oltre 6.700 professionisti. Circa il 70% degli intervistati ha redatto nel 2021 meno di 20 Ape, corrispondenti mediamente a 1-2 APE al mese, e meno del 10% ne ha redatti oltre 50.
Ai certificatori energetici è stata chiesta una stima del tempo necessario per la redazione di un Ape e la maggioranza degli intervistati impiega mediamente dalle 2 alle 5 ore, aggiungendo un tempo di svolgimento del sopralluogo obbligatorio dai 30 minuti ad 1 ora ogni 100 m2 di superficie dell’immobile. Quasi l’80% degli intervistanti reputa rilevante il consolidamento del quadro esistente, con il mantenimento dell’attuale calcolo mensile semi stazionario secondo UNI/TS 11300 per tutte le categorie di edifici. Tuttavia, anche l’evoluzione dell’attuale normativa di riferimento è considerata importante per quasi il 70% del campione, nel caso di transizione verso metodi di calcolo orari semplificati.
Relativamente al costo dell’Ape, i certificatori energetici intervistati risultano divisi sulla possibilità di standardizzarne il costo; tuttavia, i prezzi applicati sono mediamente gli stessi su tutto il territorio: circa il 50% dichiara di richiedere tra i 100 € e i 200 € per un Ape di un immobile residenziale con superficie utile tra 50 m2 e 100 m2 (tale percentuale cala al 35% per gli immobili non residenziali) e circa il 40% dichiara di applicare un prezzo tra i 200 € e i 300 € per un Ape di un immobile non residenziale con lo stesso range di superficie utile. Va evidenziato, però, che circa il 75% degli intervistati ritiene che i prezzi da loro applicati non siano congrui con l’impegno lavorativo necessario.
Tra le richieste, quella che spicca con maggior forza riguarda il raggiungimento di una reale omogeneità applicativa a livello nazionale, seguita da una semplificazione della procedura e dall’avvio diffuso delle operazioni di verifica della qualità degli Ape per scongiurare la possibile concorrenza sleale tra certificatori energetici.
Il rapporto sulla prestazione energetica edifici realizzato da Enea e Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente, è disponibile qui di seguito in free download.