Immobiliare

Catasto dei terreni e riforma fiscale: revisione e digitalizzazione

La riforma fiscale dovrebbe introdurre procedimenti, anche digitali per aggiornare, entro il 31 dicembre di ogni anno, le qualità e le classi di coltura indicate nel catasto con quelle effettivamente praticate
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Catasto dei terreni e riforma fiscale: revisione e digitalizzazione

Il Catasto Terreni è completamente informatizzato dal 2010, ma in vista della riforma fiscale dovrà andare incontro a un processo di revisione e digitalizzazione. Ecco il punto sulla questione.

Il Catasto Terreni, comprendente l’elenco di tutti i terreni di natura agricola ovvero comunque inedificati, è di tipo geometrico-particellare, con informazioni sulla natura geometrica (topografia – forma e consistenza) e sulle caratteristiche tecnico-economiche (caratteristiche tecnico-fisiche e redditi) dell’elemento minimo inventariato e rappresentato in mappa, costituito dalla “particella catastale”.

Dal 2010, il sistema catastale è completamente informatizzato ed è gestito nell’ambito del sistema dell’“Anagrafe Immobiliare Integrata”, costituita dalle due componenti:

  • il Sistema Integrato del Territorio (SIT), che costituisce il nuovo catalogo nazionale degli immobili,
  • l’Anagrafe dei Titolari (AdT), che è la componente informativa sui dati giuridici e include l’originaria “Banca dati integrata” nazionale.

Catasto Terreni e riforma fiscale: il punto

Mentre la “formazione” del catasto è stata curata dallo Stato, il suo aggiornamento è demandato prevalentemente all’azione dei proprietari degli immobili, attraverso i tecnici liberi professionisti abilitati alla predisposizione degli atti di aggiornamento catastale (prevalentemente geometri, ingegneri, architetti, dottori agronomi e forestali, periti edili, periti agrari e agrotecnici).

Per quanto concerne il Catasto Terreni, le mutazioni nello stato delle particelle catastali (consistenza, forma o destinazione) sono attivate, a cura dei privati interessati, attraverso la presentazione dei seguenti atti di aggiornamento:

  • tipo di frazionamento, finalizzato alla divisione di una o più particelle per generare nuove particelle geometricamente diverse;
  • tipo mappale, previsto quando su una particella viene edificato un nuovo fabbricato o altra stabile costruzione, ovvero un ampliamento del preesistente.

Tali atti sono redatti con la procedura informatizzata denominata PREGEO (PREtrattamento GEOmetrico) che consente, attraverso la gestione di dati amministrativi, tecnici e geografici relativi al rilievo, l’aggiornamento dell’archivio cartografico e dell’archivio censuario del Catasto Terreni.

Il vigente sistema estimativo del Catasto Terreni prevede, per ciascuna particella catastale, la determinazione di un duplice dato economico: il reddito dominicale e il reddito agrario. Tali redditi costituiscono rispettivamente il reddito fondiario attribuibile al proprietario della particella (reddito dominicale) e il reddito ascrivibile all’imprenditore agricolo (reddito agrario).

Cosa prevede la riforma fiscale

Al centro della riforma del catasto c’è l’adeguamento delle rendite ai valori di mercato odierni, dato che il sistema estimativo catastale  si basa sulla disciplina regolata dalla legge n. 1249 dell’11 agosto 1939. Un adeguamento delle rendite, oltre ad essere stato richiesto dall’UE, permetterà di produrre maggiori entrate, che verranno usate per ridurre la pressione fiscale sugli immobili.

L’articolo 5 della legge n. 111 del 9 agosto 2023 (delega al Governo per la riforma fiscale) dispone la revisione e la graduale riduzione dell’Irpef, nel rispetto del principio di progressività e tendenzialmente e gradualmente diretto al raggiungimento di un’aliquota unica.

Per i redditi agrari, l’art. 5 prevede:

  • l’introduzione, per le attività agricole di coltivazione di cui all’articolo 2135, primo comma, del codice civile, di nuove classi e qualità di coltura al fine di tenere conto dei più evoluti sistemi di coltivazione, riordinando il relativo regime di imposizione su base catastale e individuando il limite oltre il quale l’attività eccedente è considerata produttiva di reddito d’impresa;
  • l’introduzione di procedimenti, anche digitali, che consentano, senza oneri aggiuntivi per i possessori e i conduttori dei terreni agricoli, di aggiornare, entro il 31 dicembre di ogni anno, le qualità e le classi di coltura indicate nel catasto con quelle effettivamente praticate;
  • la revisione, a fini di semplificazione, del regime fiscale dei terreni agricoli su cui i titolari di redditi di pensione e i soggetti con reddito complessivo di modesto ammontare svolgono attività agricole.

Come si intrecciano Catasto Terreni e riforma fiscale

In base a queste linee guida, il processo di digitalizzazione del catasto dei terreni si intreccia con la revisione delle tariffe d’estimo per sopravvenute variazioni nelle quantità e nei prezzi dei prodotti e dei mezzi di produzione o nell’organizzazione e strutturazione aziendale (e comunque ogni 10 anni), prevista dall’art. 28 Tuir.

L’incremento del reddito dominicale che giustifica la revisione catastale può essere dovuto alla sostituzione della qualità di coltura allibrata in catasto con un’altra di maggiore reddito, o che, al contrario, determina un decremento (art. 29 Tuir).

Infine, si ricorda che dal 1° gennaio 2007, la richiesta di contributi agricoli deve fornire anche gli elementi necessari per poter procedere all’aggiornamento catastale. Entro ogni anno le modifiche sono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale e il contribuente ha la possibilità di procedere al ricorso nel termine di 120 giorni dalla data di pubblicazione del comunicato.

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