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Rincari delle materie prime, Finco lancia l’allarme

I prezzi non corrispondono più ai prezzari che si utilizzano per il Superbonus 110%. Andrebbero rivisti
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Rincari delle materie prime, Finco lancia l’allarme

I rincari delle materie prime non trovano sosta. A lanciare l’allarme è Finco che, in una nota diffusa, esprime grande preoccupazione per l’industria italiana. Alle forti variazioni di prezzo e a un’anomala oscillazione si aggiunge anche una sostanziale insufficienza dell’offerta. Elementi che potrebbero avere dei risvolti estremamente dannosi per il mercato.

Nel mirino dei rincari ci sono l’acciaio, i cui prezzi arrivano al record storico, i metalli non ferrosi (alluminio, rame, zinco…) che raggiungono livelli che non si vedevano dal 2018. E poi plastica, polimeri e materiali isolanti.

L’aumento segue un trend che è iniziato molti anni fa. Ma che la pandemia, con il fermo di molti produttori di materiali, ha aggravato enormemente. E lo ha aggravato anche perché il mercato cinese e asiatico in generale, forte di un’economia in ripresa dalla pandemia in anticipo rispetto all’Europa e al Nord America, ha fatto scorte durante il 2020. Generando quella contrazione nell’offerta che caratterizza questi mesi.

Rincari delle materie prime, allarme acciaio e alluminio

Il petrolio, riferisce Finco, è sceso nel 2020 (-28%) ma è da allora risalito repentinamente (+ circa il 200%). Il rame potrebbe raggiungere il massimo storico nei prossimi mesi.

Ma a preoccupare in particolare il sistema Finco sono l’acciaio e l’alluminio, le cui quotazioni non sembrano destinate ad un ribasso nel corso del 2021 e che sono aumentati rispettivamente del 40% (ma del 130% tra novembre 2020 e febbraio 2021) e del 18% nel solo primo trimestre dell’anno. Tali materiali sono nodali per molte delle categorie federate. Dai produttori di infissi e finestre alle industrie della lattoneria, dai prefabbricatori ai costruttori metallici, dai presagomatori dell’acciaio per il cemento armato ai produttori di porte e chiusure tecniche in metallo. Dalle imprese che realizzano fondazioni e facciate continue a quelle che producono barriere di sicurezza, fono assorbenti, anti caduta massi etc. Dai settori della pulizia professionale industriale ai realizzatori di dispositivi di sicurezza, dai costruttori di impianti tecnologici ai produttori di materiali compositi e ai produttori di lucernari e cupole zenitali. Solo per citare alcuni dei settori rappresentati.

I prezzari per il Superbonus non sono attendibili

Prezzi ben superiori a quelli attualmente indicati nei prezzari cui fare riferimento tra l’altro ai fini del Superbonus 110%.

Tenuto conto che non è più previsto alcun meccanismo di revisione dei prezzi Finco ritiene che si potrebbe almeno prorogare il meccanismo di compensazione prezzi di cui all’articolo 133 del D.Lgs 163/2006. Richiesta che ha inoltrato al MIMS (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili).

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