Edilizia
PNRR e opere pubbliche: AGCM chiede vera semplificazione
La relazione del presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Rustichelli: “Sospendere e revisionare il Codice dei Contratti Pubblici”
Condividi
La ricostruzione economica dell’Italia passa obbligatoriamente dalle risorse del PNRR. Le incognite sulla attuazione del Piano, però, sono molte. A partire da un quadro normativo” ipertrofico che fa da freno agli investimenti”. È sufficiente ricordare che nel nostro Paese il tempo medio di realizzazione delle opere pubbliche, il cui costo supera i 50 milioni di euro, risulta pari a circa 14 anni. Il rischio, dunque, è che gli ingenti flussi di risorse previsti dal PNRR “non riescano a tradursi tempestivamente in investimenti e in infrastrutture”. E’ questo il pensiero espresso da Roberto Rustichelli, presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nel corso della presentazione delle relazione annuale dell’attività svolta dall’Autorità nel 2020. Numerosi gli aspetti affrontati da Rustichelli. Eccone un sunto il più possibile esauriente.
Opere pubbliche e corruzione
Spesso opere pubbliche ed investimenti fanno rima con corruzione. A spiegarlo ci pensa il presidente AGCM: “La corruzione continua ad essere un fenomeno radicato che va combattuto con forza, in quanto rischia di condizionare la nuova fase, tenuto conto che una parte significativa delle risorse passa attraverso procedure ad evidenza pubblica. Se si considera che oggi il 74% dei procedimenti in materia di corruzione riguarda il settore degli appalti pubblici, in particolar modo le procedure di gara (82%), piuttosto che gli affidamenti diretti (18%), una riflessione urgente si impone”. I fatti dimostrano che “il Codice dei contratti pubblici non solo non è stato in grado di contribuire a ridurre gli illeciti, ma rischia altresì, con le sue farraginosità e complicazioni, di ostacolare il conseguimento degli ambiziosi obiettivi assegnati al nostro Paese”.Semplificazione normativa
In tal senso, l’AGCM ha più volte ribadito la necessità di semplificare la normativa vigente in un settore che rappresenta l’11% del PIL nazionale. Secondo il presidente Rustichelli, per quanto concerne la spesa pubblica da finanziare con i fondi del Next Generation EU, devono trovare applicazione “le sole norme contenute nelle direttive europee del 2014”. E’ quindi “positivo che in tale direzione si muova sia il PNRR che il disegno di legge delega sui contratti pubblici approvato dal Consiglio dei Ministri”. Una soluzione che “non pregiudica la legalità delle procedure ad evidenza pubblica e, soprattutto, i diritti economici e sociali dei lavoratori”. Basta l’iperproduzione di norme, insomma, che spesso si traduce in una “moltiplicazione dei luoghi e delle occasioni di corruzione. Il mercato necessita di poche regole, chiare e proporzionate. Occorre tornare ad avere fiducia nella discrezionalità amministrativa”.Il Codice dei Contratti
Si tratta di posizioni che l’AGCM aveva già segnalato al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, in un documento contenente le proprie proposte ai fini del disegno di legge per la concorrenza. Tra le principali indicazioni, la sospensione temporanea dell’applicazione del Codice dei Contratti Pubblici, facendo riferimento unicamente alla direttiva UE del 2014 in materia di gare pubbliche. In tal modo, si ridurrebbero gli oneri amministrativi e burocratici a carico delle imprese e delle stazioni appaltanti. Di pari passo, ecco la revisione del Codice dei Contratti, che dovrebbe partire dai seguenti principi:- utilizzo del copy-out dalle direttive;
- applicazione del principio di proporzionalità per eventuali deroghe del divieto di gold-plating;
- riaffermazione del ruolo dell’autocertificazione, strumento di partecipazione alle gare pubbliche;
- misure per ridurre la “burocrazia difensiva”. La responsabilità dei funzionari per danno erariale prevista solo in caso di dolo.

