Chiusa la consultazione pubblica per la definizione del correttivo del Codice degli appalti
Dalla rigida applicazione della norma sull’equo compenso sino alla digitalizzazione; dall’eccesivo utilizzo del subappalto a cascata sino alla necessità di applicare in maniera corretta il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro. Sono queste alcune delle tematiche emerse nel corso della riunione – presieduta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini – sugli esiti della consultazione per il correttivo del Codice dei contratti pubblici (a questo link l’articolo sul documento approvato dal Cdm il 21 ottobre 2024).
L’incontro ha chiuso la consultazione pubblica aperta nei mesi scorsi dal Mit e fa seguito ad una serie di tavoli tematici tenutisi presso la sede del Ministero. Alla presenza di più di 70 rappresentanti di associazioni di categoria, sindacati, enti e istituzioni, Salvini ha illustrato i temi segnalati dagli enti e associazioni, da affrontare nello schema di decreto legislativo che dovrà essere portato all’esame preliminare del Consiglio dei Ministri. Il ministro Salvini ha ribadito la scadenza del prossimo 31 dicembre per la definizione del correttivo.
Correttivo Codice dei contratti pubblici: fari puntati sull’equo compenso
Numerose le reazioni all’incontro al Ministero. A cominciare dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Il consigliere Sandro Catta, che ha partecipato all’incontro, si è soffermato sul tema dell’equo compenso: “Aspettiamo di leggere il testo del Correttivo per verificare che l’interpretazione di questo principio sia effettivamente ‘equa’. Questa si rende necessaria perché una legge che ha portato dei benefici ai professionisti ora rischia di venir meno, dato che assistiamo ad un ritorno ad interpretazioni e criteri di applicazione che ci portano indietro nel tempo”.
Catta ha toccato anche altri punti quali il partenariato pubblico e privato che va definito in ordine ai contenuti del progetto, l’eccessivo ricorso all’appalto integrato e all’accordo quadro, le gravi criticità generate dall’abuso del subappalto a cascata.
Inarcassa e Unionsoa
Anche Fondazione Inarcassa ha posto l’accento sull’equo compenso. Per il presidente Andrea De Maio il principio va applicato anche ai contratti pubblici. “L’equo compenso non è un costo per la Pubblica Amministrazione ma un investimento per garantire un’adeguata qualità progettuale. L’equo compenso, inoltre, serve a tutelare quegli stessi principi che la politica poco più di un anno fa ha ritenuto, in modo trasversale, meritevoli di interesse con la Legge 49/23”.
Per Tiziana Carpinello, presidente Unionsoa (Associazione Nazionale Società Organismi di Attestazione), l’obiettivo deve essere un nuovo regolamento per “disciplinare la qualificazione degli operatori economici negli appalti di lavori, servizi e forniture”. Un documento fondamentale per “aumentare la trasparenza, semplificare le procedure burocratiche e migliorare l’affidabilità nell’assegnazione degli appalti pubblici”. Unionsoa ha poi rimarcato la necessità di “una maggiore attenzione verso la digitalizzazione”.
I prossimi step del correttivo
Al tavolo ministeriale ha partecipato anche ASSISTAL, l’Associazione Nazionale Costruttori di Impianti e dei Servizi di Efficienza Energetica. Il presidente Roberto Rossi ha sottolineato la necessità di applicare correttamente il CCNL, “seguendo il criterio della stretta connessione tra l’oggetto dell’appalto e la tipologia contrattuale. Perché spesso i differenti CCNL non sono comparabili, soprattutto sotto il profilo normativo”.
A conclusione dei lavori Elena Griglio, Capo ufficio legislativo, ha illustrato i temi principali sui quali si concentrerà lo schema di decreto correttivo. Sono giunte 630 proposte da 74 soggetti, pubblici e privati. Il dirigente del Ministero ha spiegato che le proposte che stanno per essere stese nello schema di decreto, pronto probabilmente entro ottobre, rispondono all’esigenza di “guardare al di là delle norme e capire a fondo i problemi sul campo”.
Articolo aggiornato il 23 ottobre 2024

