Antincendio
Antincendio e ristrutturazione: è l’ora della progettazione integrata
Intervista a Roberto Masciopinto, un punto di vista tecnico sulla progettazione integrata energetica e antincendio, ma non solo
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Gli incendi di Milano e Torino fanno riflettere nell’epoca del Superbonus, un momento storico in cui vi è la possibilità di creare un punto zero di ripartenza. Un recupero e consolidamento del costruito impervio e non agevole, le condizioni al contorno sono molte ma l’aggiornamento delle competenze, non solo dei professionisti, deve essere esteso perché l’ignoranza non può più essere ammessa. Abbiamo interpellato l’ingegnere Roberto Masciopinto in merito agli eventi di Milano e Torino, chiedendo un punto di vista tecnico di quanto accaduto.
Laureato in Ingegneria Civile – Edile, Processi Produttivi e Impianti il 20.02.1998, con tesi di laurea in Impianti Tecnologici per L’Edilizia dal titolo “Comfort e la Qualità dell’Aria nell’Edilizia degli anni ’70”.
Attività Professionali
Progettazione in ingegneria e SIA
Quale potrebbe essere la causa d’innesco dell’incendio di Milano?
Occorre fin da subito chiarire quali sono le potenziali sorgenti d’innesco di incendio: esterno ed interno. Non occorre fantasticare sulle origini: esterno può essere semplicemente un cassonetto dell’immondizia che prende fuoco e la fiamma si riversa sull’edificio, interno, invece, un corto circuito o un’attività che ha al suo interno portatori sani di benzina o sostanze infiammabili. Nel caso dell’edificio di Milano, l’innesco dell’incendio è stato interno. L’analisi si sposta su come si sia propagato. Due le possibili cause: la presenza o di un cappotto, costituito da materiali non soddisfacenti i requisiti antincendio, o di una facciata ventilata, dove la camera d’aria interna ha funzionato come un camino. Ovviamente non si può generalizzare indistintamente, ma queste a mio avviso potrebbero essere le possibili modalità di propagazione. Nasce quindi un annoso problema: il controllo sì dei materiali ma anche un’inefficienza nel controllo post realizzazione fabbricato.Edifici residenziali: com’è cambiata la progettazione antincendio? Quando è richiesta?
Purtroppo, le leggi cambiano e con esse le raccomandazioni. Raccomandazione corrisponde a una prescrizione non cogente e ciò costituisce l’alibi. Mi spiego meglio, la materia antincendio è passata dall’avere regole prescrittive per poi arrivare ad un carattere prestazionale. La norma di partenza è il d.m. 246/1987 (in free download in fondo all’articolo), seguito poi al d.P.R. 151/2011 che ha portato al Codice di Prevenzione Incendi (2016) ed al suo aggiornamento corrispondente al d.m. del 25 gennaio 2019. Documento essenziale, l’Allegato 1, specifico per gli edifici residenziali esistenti. È nevralgico il ruolo della facciata che può essere aggredita dall’interno e/o dall’esterno (effetto performance). Ancora più importante la prescrizione di controllo e verifica degli edifici esistenti residenziali che doveva avviarsi nel 2019. Chi doveva provvedere a questa verifica? Gli amministratori di Condominio ed i tecnici preposti al controllo dell’edificio alto. Un altro ingrediente, discriminante e portatore di controllo, è la destinazione d’uso promiscua dell’edificio. In tutte le città si hanno edifici prevalentemente residenziali ma che ospitano ai primi piani attività commerciali quali ad esempio negozi, autofficine ed uffici, ovvero attività portatrici sane di sostanze infiammabili. La priorità del controllo è rivolta quindi ad edifici residenziali che hanno le seguenti caratteristiche:- Presenza di attività a carattere promiscuo.
- Controllo per edifici con altezza antincendio compresa tra i 12 m ed i 24 m, ovvero palazzi di 3 e 4 piani.
- Controllo e verifica obbligatoria per edifici alti che superano i 24 m di altezza antincendio.
- Il controllo deve essere eseguito su edifici che sono già stati oggetto di intervento di riqualificazione energetica.
Il cappotto è la soluzione principe del Superbonus: anche per la prevenzione incendi è così?
Attenzione, ciò che è accaduto a Milano e Torino non deve precludere l’applicazione del cappotto, misura energetica promossa ed applicata dal Superbonus 110%, ma prevedere una progettazione integrata con le prescrizioni antincendio. Il grande problema, difficile da far digerire alla Committenza, è l’ulteriore competenza professionale da chiamare il campo: il professionista materia di antincendio. Ogni materiale ha il suo utilizzo ed ogni struttura ha le proprie caratteristiche intrinseche: facciata ventilata o meno, tecnologie costruttive particolari. L’uso indiscriminato non deve essere il passe-partout valevole in ogni condizione di progettazione di qualificazione energetica. Il problema? La norma non parla chiaro, sono citati sì i controlli sui materiali ma non la qualificazione esplicita in materia di antincendio. È fondamentale la progettazione integrata, la norma deve correre parallelamente all’applicazione ed ancora una volta, purtroppo, siamo in ritardo ma non è troppo tardi per rimodulare l’approccio.Vocabolario dell’intervista
| Facciata | Insieme dei componenti che costituiscono un sistema di chiusura (materiali, elementi, accessori etc.), progettati, assemblati ed installati al fine di realizzare l’involucro esterno verticale, o quasi – verticale, dell’edificio. |
| Facciata a doppia parete ventilata ispezionabile | Facciata a doppia parete con circolazione d’aria nell’intercapedine di tipo meccanico e/o naturale. L’intercapedine d’aria può assumere spessori superiori a 60 cm. Nel caso di intercapedini superiori a 120 cm le due pareti costituiscono, dal punto di vista della sicurezza antincendio, due sistemi facciata indipendenti. Tale tipologia di facciata è generalmente composta da una parete esterna vetrata e una parete interna che può essere semplice con o senza infissi, di tipo curtain wall opaca o vetrata. L’intercapedine interna tra le due pareti è attrezzata per consentire il passaggio di addetti alle operazioni di manutenzione. |
| Facciata a doppia parete ventilata non ispezionabile | Facciata a doppia parete con circolazione d’aria nell’intercapedine di tipo meccanico e/o naturale. L’intercapedine d’aria può assumere spessori variabili compresi tra un minimo di 3 cm e un massimo di 60 cm. Generalmente gli spessori sono compresi tra 5 e 10 cm. Tale tipologia di facciata può essere a doppia parete verticale sia verso l’interno che verso l’esterno. |
Chi è Roberto Masciopinto?
Laureato in Ingegneria Civile – Edile, Processi Produttivi e Impianti il 20.02.1998, con tesi di laurea in Impianti Tecnologici per L’Edilizia dal titolo “Comfort e la Qualità dell’Aria nell’Edilizia degli anni ’70”.
Attività Professionali
Progettazione in ingegneria e SIA
- opere di urbanizzazione
- progettazione e direzione dei lavori di impianti tecnologici civili e industriali
- progettazione & incentivazione degli interventi migliorativi
- progettazione prevenzione incendi
- coordinamento per la sicurezza
- valutazioni immobiliari e di beni strumentali
- consulenza in gare di appalto & project financing
- consulenze tecniche di ufficio e di parte
- Abilitato all’Esercizio della Professione il 01.10.1998, ed iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari al n. 5622 (Sez. A, sett. a, b, c)
- Iscritto all’Elenco dei Professionisti del Ministero dell’Interno di cui alla legge 818/1984 – matricola n. BA05622I01516
- Iscritto all’Albo Regionale dei Collaudatori delle Opere in Cemento Armato ai sensi della legge 1086/71
- Consulente Tecnico di Ufficio del Tribunale di Bari, Matr. 2654
- Professionista Abilitato ai sensi del D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza)
- Qualificato Direttiva Macchine 2006/42/CE – D.Lgs. 17/2010
- Qualificato Direttiva ATEX

