Compliance

Prevenzione della corruzione, operativa la piattaforma Anac

Acquisizione on line i Piani triennali e delle relazioni annuali riservata ai Responsabili per la prevenzione della corruzione e della trasparenza
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Prevenzione della corruzione, operativa la piattaforma Anac

Dal 1° luglio 2019, è on line nella sezione Servizi del sito internet dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) la Piattaforma di acquisizione dei Piani triennali e delle relazioni annuali riservata ai Responsabili per la prevenzione della corruzione e della trasparenza (Rpct), ai Responsabili della Prevenzione della Corruzione (Rpc) e ai componenti la Struttura di Supporto denominati Assistenti-Rpct delle pubbliche amministrazioni, degli enti pubblici economici e non economici, degli ordini professionali e delle società in controllo pubblico.

Modalità d’uso della piattaforma di prevenzione della corruzione dell’Anac

Per utilizzare la Piattaforma occorre la registrazione dei Rpct presso il sistema di autenticazione dell’Anac. La registrazione consente ai Responsabili di usufruire dei seguenti servizi ad accesso riservato:

  • accesso alla piattaforma per le rilevazioni delle informazioni relative ai Piani;
  • accesso alla piattaforma per la redazione della relazione annuale;
  • accesso al forum dei Responsabili anticorruzione e trasparenza, che sarà successivamente reso disponibile.

L’accesso al servizio

La procedura di registrazione come utenti dei servizi dell’Anac è descritta nella sezione Registrazione e Profilazione Utenti. Occorre richiedere il profilo di Rpct oppure di Assistente Rpct, associandolo al soggetto rappresentato “Amministrazione o Soggetto Aggiudicatore” dalla pagina di creazione profili. Quindi, si procede con l’attivazione del profilo secondo le modalità operative descritte nel Manuale utente per la registrazione e la profilazione degli utenti.

Per informazioni sulla modalità di compilazione dei questionari per le Pubbliche Amministrazioni, le Autorità amministrative indipendenti o gli Ordini professionali, si può consultare la Guida Ptpc-Pa. Per informazioni sulla modalità di compilazione dei questionari per le Società e gli Enti Pubblici Economici consultare la Guida Ptpc-Soc.

Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (Rpct)

La figura del Rpct è stata istituita dalla legge n. 190 del 6 novembre 2012, che stabilisce che ogni amministrazione approvi un Piano triennale della Prevenzione della Corruzione che valuti il livello di esposizione degli uffici al rischio e indichi gli interventi organizzativi necessari per mitigarlo. La predisposizione e la verifica dell’attuazione del Piano sono attribuite ad un Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.

L’art 1, co. 7, legge n. 190/2012 stabilisce che il Rpct è individuato dall’organo di indirizzo, di norma tra i dirigenti di ruolo in servizio, disponendo le eventuali modifiche organizzative necessarie per assicurare funzioni e poteri idonei per lo svolgimento dell’incarico con piena autonomia ed effettività.

Compiti e poteri del Rpct

Il Rpct predispone il Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza (Ptpc) e lo sottopone all’Organo di indirizzo per la necessaria approvazione, segnalando all’organo di indirizzo e all’Organismo Indipendente di Valutazione (Oiv) le “disfunzioni” inerenti all’attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza e indichi agli uffici competenti all’esercizio dell’azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza.

Le verifiche

Il Rpct verifica l’efficace attuazione del Piano e la sua idoneità e propone modifiche dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell’organizzazione o nell’attività dell’amministrazione, comprese l’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici maggiormente esposti ai reati di corruzione e le procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare nelle aree a rischio corruzione. Il Rpct redige la relazione annuale recante i risultati dell’attività svolta tra cui il rendiconto sull’attuazione delle misure di prevenzione definite nei Piani triennali.

La trasparenza

Il Rpct svolge, di norma, anche le funzioni di Responsabile per la trasparenza, attuando un’attività di controllo sull’adempimento da parte dell’amministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni pubblicate, nonché segnalando all’organo di indirizzo politico, all’Organismo indipendente di valutazione (Oiv), all’Autorità nazionale anticorruzione e, nei casi più gravi, all’ufficio di disciplina i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione.

Accesso civico e codice di comportamento

Inoltre, il Rpct si occupa delle richieste di accesso civico a dati, informazioni o documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria, decidendo su eventuali casi di diniego totale o parziale dell’accesso Il Rpct cura la diffusione della conoscenza dei Codici di comportamento nell’amministrazione, il monitoraggio annuale della loro attuazione, la pubblicazione sul sito istituzionale e la comunicazione all’Anac dei risultati del monitoraggio.

I Piani Triennali per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza

In base alla legge n. 190/2012, le Pubbliche Amministrazioni, gli enti pubblici economici, gli ordini professionali, le società in controllo pubblico, le autorità portuali, le associazioni, le fondazioni e gli enti di diritto privato, anche privi di personalità giuridica, devono adottare i Piani in coerenza con l’atto di indirizzo del Piano Nazionale Anticorruzione (Pna), secondo le direttive del D. Lgs. n. 33/2013.

Il Ptpc è un programma di attività che contiene misure concrete da attuare nelle aree individuate a rischio specifico e a rischio rilevato. Il processo gestionale del rischio di corruzione è suddiviso nelle seguenti tre macro fasi:

  • Analisi del contesto interno ed esterno;
  • Valutazione del rischio mediante la sua identificazione, analisi e ponderazione;
  • Trattamento del rischio con la sua identificazione e programmazione delle misure di prevenzione.

Mappare i processi amministrativi

L’analisi del contesto all’interno consiste nella mappatura dei processi propri dell’amministrazione, questa deve essere ripetuta ogni qualvolta vi sia una riorganizzazione, tenendo presente i principi di “completezza” e “analiticità”; la ricognizione si deve estendere dai procedimenti amministrativi alle procedure di natura privatistica.
Oltre all’estensione orizzontale a tutte le attività poste in essere, ogni attività deve essere scomposta verticalmente in “fasi” e queste in singole “azioni”, aggiornandole ai motivi normativi, regolamentari o di prassi che le hanno originate, in modo da evidenziare gli spazi di eventuali comportamenti a rischio corruttivo, questo permette inoltre di creare dei macro-processi corrispondenti alle funzioni primarie dell’amministrazione.

La valutazione dei rischi

Nell’analisi del contesto esterno, si tendono a evidenziare le caratteristiche ambientali che possono favorire eventi corruttivi interni, a tal fine si individuano i soggetti che per vari titoli interagiscono con l’amministrazione, in un rapporto input/output.

La valutazione del rischio consiste in:

  • Identificazione dei comportamenti a rischio;
  • Analisi e ponderazione del rischio afferente.

Sono state individuate le seguenti principali condotte a rischio:

  • Uso distorto o improprio della discrezionalità;
  • Alterazione e manipolazione di informazioni e documentazione;
  • Rivelazione di notizie riservate;
  • Alterazione dei tempi;
  • Elusione delle procedure e dei controlli;
  • Pilotamento di procedure e attività;
  • Conflitto di interessi.

Nella metodologia di analisi del rischio si deve procedere con “prudenza” e “garantismo” nella necessaria acquisizione di conoscenze sul contesto ambientale e operativo, piuttosto che sulla meccanica applicazione di parametri a delle formule per il calcolo del rischio, il quale viene concentrato preferibilmente su tre valori: medio, alto, altissimo.

Il calcolo è il prodotto della probabilità dell’evento per l’intensità del relativo impatto: Rischio (E) =Probabilità (E) X Impatto (E); mentre la probabilità è stata declinata in una scala di 5 valori (molto bassa, bassa, media, alta, altissima), l’impatto in termini di prudenza ha avuto solo 2 valori (alto, altissimo), considerando il notevole impatto che qualunque evento corruttivo avrebbe per l’Anac, il prodotto finale ha quale possibile esito solo tre valori di rischio: medio, alto e altissimo.

La terza e ultima fase di gestione del rischio è tesa all’individuazione delle modalità per prevenire i rischi, che devono essere efficaci, sostenibili economicamente ed organizzativamente, e adatte alle caratteristiche specifiche dell’organizzazione.
Queste misure possono essere distinte in generali o di governo di sistema e specifiche per i singoli rischi emersi dall’analisi; un utile strumento di analisi sono le tabelle che mettono a confronto le varie tipologie di misure, ed evidenziano quali misure siano state più efficaci.

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