Anac, alert al Governo sugli obblighi di trasparenza
L’Autorità nazionale anticorruzione ha inviato una segnalazione (Atto n. 1 del 22 gennaio 2020) al Governo e al Parlamento nel quale chiede di apportare alcune modifiche al decreto Milleproroghe in materia di obblighi di trasparenza. Nello specifico, l’Anac chiede di correggere “imprecisioni e incoerenze che potrebbero dar luogo a notevoli criticità e dubbi interpretativi”, formulando una serie di proposte di modifica. In particolare, in linea con quanto stabilito dalla sentenza 20/2019 della Corte costituzionale, l’Autorità sollecita il legislatore a “graduare” gli obblighi di pubblicazione dei dati patrimoniali e reddituali in relazione al ruolo, alle responsabilità e alla carica ricoperta dai dirigenti pubblici. In base a quanto previsto dal decreto, infatti, queste informazioni saranno oggetto di comunicazione all’amministrazione di appartenenza ma non di pubblicazione online. Ecco i particolari della segnalazione Anac.
L’articolo 1 del Milleproroghe
L’Anac punta il dito in particolare sull’articolo 1, comma 7 del Milleproroghe. L’Anac sottolinea la necessità di “circoscrivere chiaramente l’ambito soggettivo di applicazione delle disposizioni del decreto legge ai soli titolari di incarichi dirigenziali”. Ciò per quanto concerne la pubblicazione dei dati reddituali e patrimoniali. Inoltre, poiché la norma attribuisce all’Autorità rilevanti poteri di regolazione e di vigilanza in materia di trasparenza, nella segnalazione viene suggerito di coinvolgere anche l’Anac nella stesura del Regolamento interministeriale. Regolamento che che dovrà essere emanato entro il 31 dicembre 2020. L’esclusione dell’Anac, tra l’altro, vedrebbe compromessa l’efficacia stessa dell’ente, in quanto “eventuali atti di soft law volti a illustrare la portata applicativa delle nuove disposizioni risulterebbero non adeguatamente supportati”. L’Anac non sarebbe legittimata “ad esprimere la propria posizione in merito agli obblighi di pubblicazione oggetto del regolamento”.
I paletti della segnalazione
Nella segnalazione, l’Anac suggerisce che nel regolamento, siano indicati i dati da pubblicare dei dirigenti, secondo una serie di criteri. Il primo è il seguente:
a) graduazione degli obblighi di pubblicazione dei dati, in relazione al rilievo esterno dell’incarico svolto, al livello di potere gestionale e decisionale esercitato correlato all’esercizio della funzione dirigenziale. Non solo: la graduazione dovrà essere parametrata in base alla complessità organizzativa della struttura cui è preposto il titolare dell’incarico. Il tutto fermo restando, per i titolari di incarichi dirigenziali, l’obbligo di comunicazione dei dati patrimoniali e reddituali (decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62, art. 13, co. 3).
Altri criteri segnalati dall’Anac
Ecco gli altri criteri suggeriti dall’Autorità:
b) esclusione dell’indicizzazione e della rintracciabilità tramite motori di ricerca web, di cui all’art. 7 bis, c. 1, del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, per i dati di cui alla lett. f) dell’art. 14, co. 1, del medesimo decreto oggetto di pubblicazione;
c) individuazione dei dirigenti dell’amministrazione dell’interno, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, delle forze di polizia, delle forze armate e dell’amministrazione penitenziaria per i quali non sono pubblicati i dati (art. 14 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33). Tutto ciò, in ragione del pregiudizio alla sicurezza nazionale interna ed esterna e all’ordine e sicurezza pubblica, nonché in rapporto ai compiti svolti per la tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell’ordine e della sicurezza interna ed esterna.
d) precisazione, con riferimento ai dirigenti, della fattispecie sanzionabile di cui all’art. 47, co. 1, del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33.

