Agricoltura e agroalimentare
L’editing genetico alimentare 4.0, fra diritto di critica e potere di veto
A seguito dell’indagine e della consultazione pubblica promossa dalla Commissione Europea sull’editing genetico, si è riacceso il dibattito anche sul tema del ricorso alle tecniche di coltivazione OGM
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Di OGM si discute da ormai diversi decenni. E intanto molte cose sono cambiate nello scenario alimentare mondiale. Con una connessione molto frastagliata con il tema dell’editing genetico.
Il nuovo contesto e la gestione del processo
OGM e NGT: Verso un nuovo modo di concepire l’ingegneria genetica a scopi alimentari?
Il diritto di critica
Dalla precauzione all’immobilismo (diritto di veto?) il passo è breve
In definitiva, la consultazione sarebbe inadeguata per una seria valutazione della regolamentazione delle NGT, per la quale occorre una nuova consultazione pubblica, che:
Il nuovo contesto e la gestione del processo
Cambiamento climatico, guerre, aumento della popolazione mondiale e sprechi alimentari hanno rivoluzionato lo scenario mondiale (non solo) dell’alimentazione, alle prese con discussioni fra il serio e il faceto:- sull’opportunità di inserire le proteine degli insetti nella “dieta 4.0”, per far fronte alla necessità di cibo, anche in Paesi come il nostro, il cui lo spreco alimentare non tende a diminuire;
- sulla necessità di trovare un equilibrio fra sicurezza ambientale, energetica ed alimentare , e un equilibrio (anche dialettico) fra i sostenitori e gli oppositori degli OGM .
OGM e NGT: verso un nuovo modo di concepire l’ingegneria genetica a scopi alimentari?
Nel nuovo scenario mondiale hanno fatto irruzione le tecnologie NGT (New Genomic Techniques), una versione “4.0” degli OGM che, secondo uno studio della Commissione di aprile 2021 possono contribuire a rendere i sistemi agroalimentari più sostenibili, a patto che la politica si prodighi per ovviare all’insufficienza dell’attuale quadro giuridico di riferimento. L’indagine, insieme ad una consultazione che si è conclusa nel luglio 2022 , è destinata a confluire nella proposta della Commissione di un quadro giuridico per le piante ottenute con determinate tecniche genetiche, note come mutagenesi mirata e cisgenesi, che ha l’obiettivo di mantenere un elevato livello di protezione della salute umana e animale e dell’ambiente, consentire l’innovazione nel sistema agroalimentare e contribuire agli obiettivi del Green Deal europeo e della strategia «Dal produttore al consumatore». Senza scendere troppo nel dettaglio, si può – in estrema sintesi – affermare che le NGT differiscono dagli OGM per il tipo di tecnica usata sul DNA delle piante: con gli NGT, infatti, si interviene in modo meno invasivo e più mirato sul genoma, correggendolo soltanto in parte, senza stravolgerlo, e senza ibridarlo con quello di altre specie, come avviene appunto negli OGM.| C’è OGM e OGM Se la transgenesi consiste nel trasferimento di geni da un organismo all’altro, la mutagenesi è un insieme di tecniche che consentono di modificare il genoma di una specie vivente senza inserire Dna estraneo. Mutagenesi mirata e cisgenesi consistono nella modifica dei tratti genetici dell’organismo vegetale o animale, in modo tale da renderlo più resistente alle malattie o alle intemperie atmosferiche, modificarne il valore nutrizionale e addirittura eliminare tossine e allergeni. |
| Con la sentenza del 25 luglio 2018, la Corte di Giustizia europea ha stabilito che, poiché le tecniche e i metodi di mutagenesi modificano il materiale genetico di un organismo secondo modalità che non si realizzano naturalmente, gli organismi ottenuti con le nuove biotecnologie rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva sugli ogm e sono soggetti agli obblighi previsti da quest’ultima poiché potrebbero comportare rischi simili a quelli derivanti dalla produzione e diffusione di ogm. La Corte ha stabilito anche che la direttiva non si applica però alle tecniche di mutagenesi che sono state utilizzate convenzionalmente in varie applicazioni con una lunga tradizione di sicurezza. |
Il diritto di critica
Alcune ONG hanno sottoscritto ed inviato una lettera congiunta alla Commissione Europea, indirizzata alla commissaria Ue alla Salute e alla sicurezza alimentare Stella Kyriakides perché “preoccupate dell’impostazione data al processo di indagine”: “sarebbe tendenzioso e di parte” e favorirebbe “un’apertura sui nuovi OGM”.| Nella lettera si sostiene che la consultazione pubblica del luglio 2022 sarebbe caratterizzata da “un forte pregiudizio per quanto riguarda il tono, il contenuto, le domande e le opzioni di risposta, che insieme sembrano formulate per indebolire l’attuale regolamento sugli OGM”. |
Le principali criticità rilevate dai firmatari
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- deve essere più partecipata, dove non vengano valutati soltanto i benefici potenziali delle nuove tecnologie, ma anche gli impatti potenziali di tipo sistemico sulla salute umana e dell’ambiente, nonché sui processi di produzione;
- dovrebbe identificare le lacune nei dati e nelle conoscenze, che devono essere colmate prima che il quadro normativo venga cambiato;
- necessita l’intervento di autorità indipendenti e l’utilizzo di tecniche d’indagine differenti.

