Immobiliare

Per gli affitti brevi servirebbe uno stop alla burocrazia e meno pressione fiscale per i proprietari

Sugli affitti brevi legati al turismo la proposta di Confabitare in audizione presso l’Ue è quella di dare maggiore trasparenza ai dati
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Per gli affitti brevi servirebbe uno stop alla burocrazia e meno pressione fiscale per i proprietari

Per gli affitti brevi è necessario dar vita ad un contesto normativo uniforme, in grado di semplificare le procedure burocratiche e ridurre gli oneri fiscali a carico dei proprietari. E’ questo il messaggio lanciato da Confabitare – Associazione Proprietari Immobiliari – nel corso dell’audizione presso la IV Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato. Fari puntati sulla proposta di regolamento relativo alla raccolta e alla condivisione dei dati riguardanti i servizi di locazione di alloggi a breve termine. Il nuovo testo europeo risponde alla sempre più impellente esigenza di trasparenza in un settore economicamente rilevante. La normativa obbligherà i proprietari degli appartamenti affittati a iscriversi a un registro pubblico e mostrare ai futuri clienti il proprio numero di adesione. Le piattaforme, invece, saranno tenute a fornire alle amministrazioni locali il numero di notti e di ospiti che hanno usufruito dei propri servizi su base mensile.   

Stop a burocrazia e oneri fiscali per gli affitti brevi

Luca Capodiferro, presidente del Centro Studi di Confabitare e presente all’audizione, ha auspicato “l’allineamento della normativa europea, al fine di uniformare le regole tra i vari paesi. Tuttavia, ho sottolineato la necessità di essere cauti. Al fine di evitare comportamenti scorretti da parte di chi intende aggirare le regole”. Per Confabitare sarà fondamentale snellire le procedure burocratiche, riducendo gli oneri fiscali a carico dei proprietari. Come ha ricordato il presidente nazionale Alberto Zanni, “in Italia la situazione regolamentare degli affitti brevi è ancora molto frammentata e disomogenea. Alcune regioni hanno adottato leggi e regolamenti specifici per normare le attività di locazione turistica, stabilendo requisiti per la sicurezza e la qualità degli alloggi, nonché procedure per la registrazione e la tassazione delle locazioni. Tuttavia, le regole e le normative possono variare notevolmente a seconda della regione o del Comune in cui si trova l’alloggio”. 

Tavolo sindacale 

Il turismo è uno dei settori trainanti dell’economia nazionale. Proprio per questo bisogna “ripensare il modo in cui le locazioni turistiche brevi vengono gestite da un punto di vista civile e fiscale” ha aggiunto Capodiferro. Locazioni attualmente disciplinate da decreti, leggi regionali, adeguamenti comunali e circolari dell’Agenzia delle entrate, “che sostituiscono il vuoto legislativo”. Ecco dunque la proposta: riaprire il tavolo sindacale, dopo l’esperienza del 2016, estendendolo al Ministero del Turismo e alle associazioni rappresentative dei Portali e del turismo, come Federturismo e Federalberghi. Un tavolo che sarebbe la “base per una seconda parte dell’accordo nazionale. Capace di disciplinare le locazioni turistiche brevi, mettendo dei paletti e regolamentando le questioni civili e fiscali. In questo modo, si avrebbe un contesto normativo uniforme. Con la possibilità di adeguamenti a livello territoriale”

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