Elezioni Ordini Ingegneri: dove eravamo rimasti? Si arricchisce di una nuova puntata la telenovela “
Le votazioni degli Ordini degli Ingegneri”. Solo che questa potrebbe davvero essere la “puntata della svolta”. Proprio così:
il Tar del Lazio (sez. I, 27/10/2021 n° 11023) ha dato ragione all’Ordine degli Ingegneri di Roma, che aveva chiesto la sospensione delle elezioni territoriali, in quanto il regolamento elettorale vigente
non rispetta il principio costituzionale della parità di genere (art. 51). Ora, la sentenza affida al Consiglio Nazionale Ingegneri l’adozione del nuovo regolamento. Un documento che dovrà contenere, “a integrazione della disciplina del D.P.R. n. 169/2005,
le misure ritenute più opportune per porre rimedio alla condizione di sotto-rappresentanza del genere femminile nei propri organi elettivi”. In soldoni, i criteri per eleggere i rappresentanti territoriali e nazionali degli ingegneri vanno riscritti. Già: quali saranno i tempi del CNI? E chi ha già votato? La cronaca degli ultimi avvenimenti.
Elezioni Ordini Ingegneri e regolamento elettorale
Il Regolamento elettorale adottato dal CNI e approvato dal Ministero della Giustizia (prot. n. 3677 del 3.2.2021) conteneva la
nuova procedura per votare in modalità telematica. Come sostenuto dall’Ordine degli Ingegneri di Roma
, il regolamento “non è rispettoso dell’articolo 51 della Costituzione Italiana, non promuovendo né le pari opportunità né alcuna disposizione in contrasto alla discriminazione di genere”. Carla Cappiello, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Roma, sostiene che “La mancata uguaglianza nei più diversi settori della società civile è un vulnus democratico. Le donne rappresentano il 56% dei laureati italiani. Solo il 28% ricoprono ruoli manageriali e/o di rappresentanza. Una composizione equilibrata tra uomini e donne anche nei Consigli degli Ordini può generare crescita e diversità di pensiero. Questa sentenza rappresenta un punto di fondamentale importanza verso un meccanismo di trasparenza e garanzia per le pari opportunità”.
Il D.P.R. 169/2005
Sul banco degli imputati c’è
il D.P.R. 169/2005 contenente a procedura di elezione dei consigli territoriali degli Ordini degli Ingegneri. Insieme al regolamento elettorale. La sentenza del Tar laziale è chiara:
le normative non contengono disposizioni in materia di contrasto alla discriminazione di genere e promozione della pari opportunità. Violando, di fatto, l’art. 51 della Costituzione. Che recita: “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”. Va sottolineato che il Consiglio Nazionale degli Ingegneri più volte, anche di recente, ha posto all’attenzione del Ministero di Giustizia le criticità legate alle procedure elettorali. Chiedendo al legislatore di trovare una soluzione. Ma individuata.
Le ragioni del Tar
Il Ministero della Giustizia e il CNI avevano chiesto la
reiezione del ricorso, argomentando che nell’impugnato Regolamento
non era possibile occuparsi di aspetti diversi dalla modalità telematica di voto. Secondo gli Ingegneri “il rispetto dell’art. 51 Cost. potrebbe essere garantito solo da una modifica del D.P.R. n. 169/2005”. Quindi, da un “intervento del Governo o della Corte Costituzionale”. Diversa la posizione del Tar: la
norma non contiene (né potrebbe contenere, a pena di essere essa stessa in contrasto con la Costituzione)
un divieto a introdurre nel Regolamento, oltre alle disposizioni “in deroga” riguardanti il voto telematico, anche previsioni integrative della disciplina elettorale, a tutela della parità di genere. In soldoni: “
la promozione delle pari opportunità non è demandata soltanto all’iniziativa del legislatore ma
impone il coinvolgimento di tutti i pubblici poteri”. E quindi, anche del CNI, “in ossequio al rispetto del principio di parità di genere”.