Modelli e strategie

Tre sfide per l’economia circolare in UE del 2025

Partendo dalla recente evoluzione della normativa che porterà, proprio nel 2025, i primi risultati, questo sarà un anno importante per il percorso dell’Unione europea verso la circular economy
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Il 2025 si presenta come un anno importante per l’Unione europea dal punto di vista del percorso verso la circular economy. Ecco tre sfide per l’economia circolare in UE. In un periodo in cui si sente parlare di economia circolare in termini non corretti e purtroppo ciò accade sempre più spesso, è giusto parlare di quello che ci aspetta come Unione europea nel 2025, parlando di cose concrete che possono dare risultati concreti, per quanto in alcuni casi non immediati. Partendo dalla recente evoluzione della normativa che porterà, proprio nel 2025, i primi risultati, si ricorda che nel Secondo il Circularity Gap Report 2024, il tasso di circolarità globale è sceso al minimo storico del 7,2%, e una delle principali cause di questo declino è una legislazione obsoleta che guida l’economia circolare. Ci sono tuttavia validi motivi per essere fiduciosi: ecco quali sono.

Economia circolare in UE: quali sono le priorità?

Innanzitutto ricordiamo che una delle principali priorità di quest’anno di Jessika Roswall, il nuovo Commissario europeo per l’Ambiente, la resilienza idrica e l’economia circolare competitiva, sarà lo sviluppo di una nuova legge sull’economia circolare. Scopo di questa legge sarà promuovere il riciclaggio, ridurre i rifiuti e migliorare l’efficienza delle risorse. In quest’ottica, grande attenzione della  Commissione europea sarà posta sulla creazione di una domanda di mercato per i materiali secondari e l’istituzione di un mercato unico per i rifiuti, in particolare per le materie prime critiche come il rame e il litio. L’atto intende anche armonizzare e razionalizzare le politiche di economia circolare negli Stati membri, consentendo alle innovazioni circolari di superare i confini dei loro Paesi di origine. Ecco allora che diventa importante per le aziende avere uno sguardo attento su questi temi per poter avere importanti vantaggi competitivi: l’uso di materiali secondari nella produzione, la valutazione di modelli di business circolari quali il prodotto inteso come servizio (di cui abbiamo già avuto modo di parlare) e la preparazione a potenziali schemi di responsabilità estesa del produttore.  
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