Strade sicure, il cronoprogramma del Mit

Un decreto entro aprile 2023 e una revisione del codice della strada entro la fine dell’anno. Sono i due punti di riferimento di Strade Sicure, la road map del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, illustrata durante il tavolo tecnico convocato dal ministro Matteo Salvini con 90 tra esperti e principali associazioni di categoria. Secondo i dati ministeriali sono 22.567 gli incidenti stradali rilevati in Italia nel 2022. Il 2023 conta già 150 giovanissime vittime della strada. Intervenire sulla micromobilità, sulle regole per la guida in stato di ebbrezza e sotto l’uso di droghe e aumentare i controlli sulla sosta “selvaggia” degli autoveicoli è diventato urgente e non più rinviabile.
Strade sicure, dal DDL delega di riforma organica del codice della strada al nuovo regolamento di attuazione a giugno 2024
Serve anche un via libera a una revisione organica del codice della strada per aggiornare le norme attuali che sono vecchie di oltre tre decenni: il documento passerà da una condivisione con altri ministeri a partire da Viminale e Giustizia oltre che dall’esame parlamentare da ultimare entro la fine dell’anno.
Per la riforma del codice della strada il ministro Salvini ha segnalato l’intenzione di dare come punti cardine una strutturazione del codice basata su:
- semplicità e brevità: definizioni e regole di condotta per una circolazione stradale sempre più sicura;
- chiarezza applicativa: regole chiare e scevre da dubbi ed ambiguità;
- sanzioni giuste ed efficaci: basate sui principi di ragionevolezza, proporzionalità ed effettività.
L’obiettivo delle riunioni odierna è quello di coinvolgere fin da subito in questo percorso di attenzione alla sicurezza stradale e di modifica tutti i soggetti interessati. A tal proposito è possibile segnalare proposte entro il 10 aprile via mail a stradesicure2023@mit.gov.it
Strade Sicure, la posizione dell’Anci
“Intervenire con modifiche normative, per investire meglio e di più sulla sicurezza stradale. Per questo è necessario dare attuazione alle norme esistenti, a partire dagli accertamenti da parte di forze dell’ordine e polizie locali su guida in stato di ebrezza o sotto stupefacenti, che attendono ancora un decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ne faciliti l’esecuzione”.
Lo ha detto l’assessore alla Sicurezza di Milano, Marco Granelli, intervenendo a nome dell’Anci al vertice al Mit sulla sicurezza stradale, cui hanno preso parte associazioni di settore, esperti e rappresentanti dell’università, oltre alla Polizia stradale. Salutando con favore l’appuntamento voluto dal ministro Matteo Salvini, Granelli ha rimarcato come “da oltre 13 anni manca una norma, che attende l’emanazione, quella prevista dall’articolo 25 comma 2 della legge n. 120/2010 sulle nuove regole sull’utilizzo dei sistemi di controllo della velocità. Come Anci – ha riferito ancora l’assessore di Milano – abbiamo avanzato al ministro delle proposte che saranno trasmesse in un documento frutto dell’analisi degli esperti della polizia locale. Proposte che si concentrano sul migliore utilizzo l’utilizzo delle tecnologie per sanzionare i comportamenti sbagliati alla guida. E poi norme di semplificazione, per incentivare l’uso della tecnologia nell’accertamento da remoto delle violazioni più gravi, come ad esempio l’utilizzo del cellulare alla guida o la mancata copertura assicurativa”.
Granelli ha inoltre rimarcato come si debba intervenire sulla disciplina che riguarda la mobilità elettrica, dove “vanno introdotti da subito l’obbligo di targhino per tutti i monopattini, sia in sharing che privati, e l’obbligo di assicurazione per la circolazione su strada. Così come va incoraggiata e sostenuta l’educazione stradale nelle scuole e il sostegno economico per i Comuni, attraverso interventi annuali per migliorare le infrastrutture stradali con misure di mitigazione del rischio, in favore degli utenti deboli della strada come pedoni e ciclisti”. “Dobbiamo mirare – ha quindi concluso Granelli – ad avere città più vivibili e sicure. Città a 30km/h, dove nei quartieri le strade siano sicure e facilmente utilizzabili da tutti, tanto dalle macchine quanto dai pedoni, dalle biciclette e dai monopattini. Non posiamo lasciare da soli Comuni e comitati dei cittadini perché strade e piazze più vivibili e sicure aiutano i cittadini a vivere meglio”.