Modelli e strategie

Sfide ambientali, l’Europa deve invertire la rotta

Gli obiettivi al 2030 non verranno raggiunti senza una svolta politico-economica. Vanno rivisti processi produttivi, tecnologie ma anche modelli di consumo e stili di vita
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Sfide ambientali, l’Europa deve invertire la rotta

Il futuro si gioca tutto adesso. E sono sfide ambientali multiple quelle da sostenere. È questo il momento in cui l’Europa dovrebbe spingere il pedale dell’acceleratore per poter imprimere un reale cambio di rotta che consenta di affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici.

Il monito arriva dalla relazione “L’ambiente in Europa: stato e prospettive nel 2020” (SOER 2020), redatta dall’EEA (European Environment Agency) e basata sul lavoro della rete europea d’informazione e di osservazione in materia ambientale (Eionet), un partenariato tra l’EEA i suoi 33 paesi membri e 6 paesi cooperanti.

Le sfide ambientali vanno affrontate ora

Le politiche climatiche e ambientali dell’UE hanno portato, negli ultimi decenni, alcuni risultati importanti. Ma lo studio spiega anche come l’Europa debba ancora fronteggiare alcuni problemi persistenti. Come la perdita della biodiversità, l’uso delle risorse, l’impatto del cambiamento climatico e i rischi ambientali per la salute e il benessere.

Le grandi tendenze globali, come i mutamenti demografici, intensificano molte sfide ambientali, mentre i rapidi cambiamenti tecnologici portano nuovi rischi e incertezze.

Sfide ambientali: ripensare modelli di consumo e stili di vita

Riconoscendo queste sfide, l’UE si è impegnata a conseguire una serie di obiettivi a lungo termine per la sostenibilità e con il fine generale di “vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”. Questi obiettivi, però, sottolineano gli Autori, non saranno conseguibili se non si cambia in maniera rapida e sostanziale il carattere e l’ambizione delle risposte dell’Europa.

È necessario, insomma, trovare le modalità per trasformare i principali sistemi sociali alla base delle pressioni climatiche e ambientali e degli impatti sulla salute. E questo va fatto ripensando non solo le tecnologie e i processi produttivi, ma anche i modelli di consumo e gli stili di vita.

2020, l’anno della svolta

Secondo lo studio, il 2020 sarà un anno decisivo in tal senso. I leader europei si giocheranno infatti la possibilità di stabilire delle strategie che possano favorire dei cambiamenti sistemici e delineare quindi gli sviluppi futuri.

Necessario un approccio integrato per le sfide ambientali

Dare un senso allo stato, alle tendenze e alle prospettive dell’ambiente in Europa richiede un approccio integrato che riconosca la complessità dei fattori trainanti e delle implicazioni dei cambiamenti ambientali.

Il rapporto SOER 2020 offre proprio questo, presentando:

  • il contesto globale che delinea lo sviluppo europeo (parte 1);
  • le tendenze e le prospettive ambientali e settoriali europee (parte 2);
  • i fattori che limitano o favoriscono i cambiamenti profondi (parte 3).
  • le riflessioni su come l’Europa possa spostare la sua traiettoria e realizzare un futuro sostenibile (parte 4)

7 aree di intervento prioritario

Lo studio delinea le sette aree chiave in cui è necessaria un’azione coraggiosa per rimettere l’Europa in carreggiata affinché possa raggiungere gli obiettivi e le ambizioni fissate per il 2030 e il 2050. Gli imperativi sono:

Rafforzare l’attuazione, l’integrazione e la coerenza delle politiche

La piena attuazione delle politiche esistenti farebbe avanzare notevolmente l’Europa verso il raggiungimento dei suoi obiettivi ambientali per il 2030. Al di là dell’attuazione, l’Europa deve affrontare le lacune e le debolezze nei quadri delle politiche, ad esempio in relazione a territorio, suolo e sostanze chimiche. È inoltre essenziale una migliore integrazione degli obiettivi ambientali nella politica settoriale, nonché una maggiore coerenza delle politiche.

Sviluppare quadri politici a lungo termine più sistemici e obiettivi vincolanti

La crescente serie di politiche strategiche che si rivolgono a sistemi chiave (fra tutti, energia e mobilità) e promuovono la trasformazione in un’economia a basse emissioni di carbonio e circolare, costituiscono strumenti importanti per stimolare e guidare azioni coerenti nella società. Ma l’ambito di azione dei quadri delle politiche a lungo termine deve essere estesa ad altri importanti sistemi e tematiche, quali prodotti alimentari, sostanze chimiche e uso del territorio. Sono inoltre necessarie strategie trasversali comparabili anche ad altri livelli di governance, compresi paesi, regioni e città.

Dirigere l’azione internazionale verso la sostenibilità

L’Europa non può raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità in modo isolato. I problemi globali relativi ad ambiente e sostenibilità richiedono risposte globali. Servirsi degli obiettivi di sviluppo sostenibile sanciti dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite come quadro generale per lo sviluppo delle politiche nei prossimi 10 anni potrebbe costituire un passo importante verso la realizzazione della visione europea per il 2050.

Promuovere l’innovazione nella società

Il cambio di traiettoria dipenderà in modo cruciale dalla nascita e diffusione di diverse forme di innovazione che possono innescare nuovi modi di pensare e vivere. Le politiche ambientali restano essenziali, ma per l’innovazione dei sistemi occorrono contributi coesi da diversi settori politici, che vanno da ricerca, innovazione, politiche settoriali e industriali a istruzione, benessere, commercio e occupazione.

Aumentare gli investimenti e riorientare la finanza

Sebbene per il raggiungimento di transizioni verso la sostenibilità occorrano ingenti investimenti, i benefici ottenibili potrebbero di gran lunga superare gli esborsi. I governi devono avvalersi pienamente delle risorse pubbliche per promuovere la sperimentazione, investire in innovazioni e soluzioni naturali, sostenere settori e regioni interessati. Svolgono altresì un ruolo essenziale nell’incentivare e indirizzare la spesa privata definendo le scelte di investimento e consumo. E coinvolgendo il settore finanziario negli investimenti sostenibili, attuando e sviluppando il piano d’azione sulla finanza sostenibile dell’UE.

Gestire i rischi e garantire una transizione socialmente equa

Le politiche svolgono un ruolo essenziale nel raggiungimento di “transizioni eque”. Questo va fatto ad esempio sostenendo le aziende e i lavoratori dell’industria che affrontano la graduale chiusura mediante riqualificazione, sussidi, assistenza tecnica o investimenti alle regioni interessate. L’identificazione precoce dei rischi e delle opportunità emergenti relativi agli sviluppi tecnologici e sociali deve essere coniugata con approcci adattivi. E devono basarsi su sperimentazione, monitoraggio e apprendimento.

Collegare la conoscenza all’azione

Per il raggiungimento di transizioni verso la sostenibilità occorreranno conoscenze nuove e diverse, che attingano da più discipline e tipi di produzione di conoscenza. Generare, condividere e utilizzare al massimo le evidenze in possesso può richiedere cambiamenti nel sistema di conoscenze. E collegare la scienza alla politica e all’azione, compreso lo sviluppo di nuove competenze e strutture istituzionali.

Sostenibilità come principio guida delle scelte politiche ed economiche

Il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dell’accordo di Parigi richiederà un’azione urgente in ciascuna di queste aree nei prossimi 10 anni.

L’obiettivo di sostenibilità, secondo gli Autori, non può essere raggiunto semplicemente promuovendo la crescita economica e cercando di gestire gli effetti collaterali dannosi con strumenti di politica ambientale e sociale. Piuttosto la sostenibilità deve diventare il principio guida per politiche e azioni ambiziose e coerenti in tutta la società.

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