PNRR, al via i Progetti bandiera regionali
Ha preso il via con la firma dei Protocolli di Intesa con sei Regioni una nuova fase del PNRR, quella dei “Progetti bandiera”. Tali accordi, definiti dallo stesso Mario Draghi come un “passaggio fondamentale nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, riguardano principalmente le Regioni Liguria, Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia (ma l’obiettivo è di coinvolgere presto anche le altre amministrazioni territoriali).
PNRR: cosa sono i Progetti bandiera?
I protocolli avviati a giugno riguardano due progetti di grande interesse territoriale e nazionale.
Le proposte, arrivate dalle Regioni, sono state discusse e avviate dal Governo nell’ambito del PNRR, e mettono a sistema diversi interventi previsti dal Piano grazie alla capacità di selezione e progettazione territoriale promossa dalle amministrazioni regionali.
Ad esempio, il progetto proposto dalla Regione Liguria serve a realizzare un “Centro di Medicina Computazionale e Tecnologica”. In questo caso le risorse saranno utilizzate per unire infrastrutture scientifiche, tecnologiche e cliniche in modi innovativi e ha l’ambizione di diventare un punto di riferimento nel settore.
Il progetto delle regioni Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia punta invece a realizzare siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. In questo modo si vuole contribuire a stimolare la crescita e a creare occupazione, avvicinandosi allo stesso tempo agli obiettivi energetici e climatici che il Governo è determinato a mantenere e a perseguire con sempre maggiore convinzione.
I “Progetti bandiera”, ha poi spiegato il Premier Draghi durante una conferenza stampa di presentazione a Palazzo Chigi, intendono “premiare le capacità creative degli enti territoriali, rafforzare la coesione sociale e territoriale”. Non a caso, l’auspicio dell’Esecutivo è che quelli di oggi siano solo i primi, ai quali ne faranno seguito altri.
PNRR e Progetti bandiera: salute e ambiente sono i protagonisti
In attesa di nuove proposte e iniziative, i nuovi Progetti bandiera delle regioni sembrano confermare l’attenzione delle autorità nei confronti di salute e ambiente, due dei settori più a rischio e più critici al momento.
Serve investire per migliorare le prospettive future, per questo si è deciso di farlo a partire dal green, dalla sanità e dalle nuove tecnologie.
Già ad aprile, il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, e il Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, avevano firmato un protocollo d’intesa per rafforzare la collaborazione sistemica e istituzionale tra Dara e Mite per l’individuazione di ‘Progetti bandiera regionali come parte degli interventi previsti dalla Missione 2 del Piano Nazionale di Recupero e Resilienza, ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’.
Dara e Mite – è stato spiegato in una nota – hanno deciso di lavorare insieme “per supportare gli enti locali in questa importante sfida, per favorire il dialogo con le Regioni e le Province autonome coinvolte nella realizzazione dei relativi progetti e per garantire il supporto tecnico necessario per definire le fasi preliminari di interventi”.
I progetti bandiera e l’elemento della transizione ecologica
La transizione ecologica diventa così una delle grandi opportunità del PNRR.
Le politiche sopra descritte, però, per essere pienamente efficaci, devono essere accompagnate dallo sviluppo di nuove tecnologie, in grado di innescare guadagni, opportunità e crescita su larga scala in tutti i settori dell’economia.
All’inizio della pandemia, l’Italia ha capito prima degli altri che l’Ue doveva giocare un ruolo chiave nel progettare e definire la ripresa post crisi, e il piano finanziario straordinario approvato lo scorso luglio dal Consiglio Europeo è anche il risultato di questo sforzo. Inutile negarlo in termini di politiche economiche, ci troviamo di fronte a una vera svolta in Europa.
L’Italia, però, deve ora saper cogliere la sfida e sfruttare ogni opportunità.



