Modelli e strategie

Legambiente chiede l’approvazione di un piano di adattamento climatico per le estati bollenti

Tra le richieste, interventi di rigenerazione urbana e servizi socio-sanitari per le fasce d’età più fragili
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Legambiente chiede l’approvazione di un piano di adattamento climatico per le estati bollenti

Per combattere il gran caldo, secondo Legambiente è necessario approvare un piano di adattamento climatico che preveda interventi di rigenerazione urbana e servizi capillari per le fasce d’età più fragili, dai bambini agli anziani. Fari puntati sugli effetti preoccupanti del calore nelle città: tra la Capitale, Napoli, Bologna, Milano e Palermo.

L’associazione ambientalista lancia un pacchetto di proposte in tal senso, dando il via da Roma della campagna nazionale Che caldo che fa!  Contro la cooling poverty: città + fresche, città + giuste”, realizzata con il supporto di Banco dell’Energia con la collaborazione della Croce Rossa. L’obiettivo è monitorare luoghi e quartieri in cui le alte temperature sono rese ancora più insostenibili dalla mancanza di infrastrutture, spazi verdi e servizi adeguati ad affrontarle. Chiedendo interventi puntuali e precisi per città e periferie più fresche e vivibili.

Temperature estive elevate

Le temperature estive, specie nelle città, sono sempre più elevate. Legambiente rileva che nella Penisola da fine maggio al 20 giugno 2025, sono stati emessi dal Ministero della salute ben 21 bollettini giornalieri con 23 “livelli 3”, il livello massimo di allerta, per ondate di calore e caldo eccessivo. Dieci le città da bollino rosso: Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Perugia, Roma, Torino.

Una fotografia preoccupante dove a pagarne lo scotto sono soprattutto quartieri e periferie più densamente abitati. Con evidenti conseguenze anche per la salute della popolazione. Lo scorso anno, il Ministero della Salute ha diramato 359 bollettini rossi/livello di allerta 3 nelle 27 città monitorate. L’eccesso di mortalità, ossia i decessi in più rispetto al totale atteso per tutto il periodo estivo del 2024, per le classi di età più anziane (85+ anni), è stato notevole sia al Nord (+8%) che al Centro-Sud (+9%).

Un piano di adattamento climatico: le proposte di Legambiente

Ecco perché Legambiente chiede l’approvazione di un piano di adattamento climatico, con un focus specifico sulle città. Tra le misure, interventi di rigenerazione urbana per attutire gli effetti del calore, a partire dall’aumento di aree verdi, delle infrastrutture blu e di ombreggiature. Attenzione anche alle fasce d’età più deboli, con iniziative sociali e l’implementazione di servizi di allerta e supporto sanitario.

Legambiente chiede anche modifiche al Regolamento Edilizio, con percentuali obbligatorie di superfici permeabili negli spazi cittadini privati e pubblici (parcheggi, cortili, piazze) e di recupero, riutilizzo e risparmio di acqua negli edifici. I materiali da utilizzare per le pavimentazioni negli spazi urbani pubblici e privati non devono superare determinati coefficienti di riflessione. Da valutare anche l’inserimento di pensiline fotovoltaiche per ridurre gli effetti dell’eccessivo soleggiamento.

Roma sempre più “hot”

Il caso emblematico è quello di Roma: i dati Istat del 2022 dicono che la temperatura media ha raggiunto i 18,7°C, con un +3,1°C rispetto alla media 1971-2000. Sempre più frequenti anche le notti tropicali, durante le quali la temperatura minima non scende sotto i 20°C, mentre l’effetto isola di calore segna una differenza di 6,5°C tra le zone centrali e il quadrante est della città grazie alle aree verdi.

Preoccupano poi gli eventi meteo estremi: nella Capitale dal 2015 al 2024 hanno raggiunto quota 89, primo Comune in Italia. Ai dati climatici, si aggiungono quelli socio-economici: se da una parte Roma è in linea con la media nazionale sul reddito medio (€ 24.243 al 2023), con un buon tasso di occupazione (70,4% contro il 62% in Italia), dall’altro lato il tasso di disoccupazione giovanile è oltre la media, con un 21,7% contro il 20,1% della media nazionale al 2023.

La “cooling poverty” perno del piano di adattamento climatico

“Con la nostra nuova campagna ‘Che Caldo che fa!’ – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – vogliamo mettere al centro il tema della cooling poverty, ovvero di come le alte temperature diventino del tutto insostenibili in alcune aree della città e per quelle persone che non possono accedere agli interventi o ai servizi per attenuarne gli effetti.

Le politiche di adattamento climatico nelle nostre città devono essere sviluppate con un approccio multidimensionale, per evitare che le misure adottate contribuiscano ad ampliare le disuguaglianze esistenti. Incrociare la mappatura delle isole di calore con quella della carenza di servizi e degli indicatori socioeconomici dei quartieri consente di identificare con precisione le aree urbane più vulnerabili da ogni punto di vista”, ha aggiunto Zampetti.

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