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Agenda 2030, l’indagine Istat sullo sviluppo sostenibile: l’Italia deve accelerare

Il miglioramento è evidente, anche se alcuni obiettivi risultano in ritardo: parità di genere, salute, giustizia e istituzioni
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Agenda 2030, l’indagine Istat sullo sviluppo sostenibile: l’Italia deve accelerare

L’Istat ha presentato l’ottava edizione del Rapporto sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals-SDGs) adottati con l’Agenda 2030 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’andamento verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile mostra in Italia “l’esigenza di un’accelerazione“.

Nonostante più della metà delle misure monitorate mostri segnali di miglioramento – oltre il 50% nell’ultimo anno e più del 60% nell’ultimo decennio – i dati rivelano la stagnazione per circa il 20% degli indicatori. Ancora più critico il quadro nel breve periodo: una misura su quattro risulta in peggioramento.

A soffrire maggiormente sono alcuni ambiti cruciali: “vita sulla terra”, “pace, giustizia e istituzioni”, “acqua pulita e servizi igienico-sanitari” e “parità di genere”. Particolarmente critici i dati relativi alla salute, con il 40% delle misure in peggioramento, e quelli su giustizia e istituzioni, dove la quota sale al 60%.

Gli obiettivi dell’Agenda 2030

Sono 17 gli obiettivi e i target in cui sono declinati gli obiettivi di sviluppo sostenibile, estendendo l’Agenda 2030 dal pilastro sociale a quello economico e ambientale, a cui si aggiunge la dimensione istituzionale. A cominciare dalla povertà. Nel 2023 la condizione di povertà assoluta in Italia riguarda quasi 5,7 milioni di residenti (9,7% della popolazione). Le dinamiche territoriali sono divergenti: una diminuzione significativa nel Sud, dal 13,3% del 2022 al 12% del 2023, e un aumento più marcato nel Nord-ovest, dove l’incidenza passa dall’8,2% del 2022 al 9,1% del 2023.

Altro target, sconfiggere la fame: nel 2024, l’1,3% della popolazione italiana è affetto da insicurezza alimentare moderata o grave. Il dato è in calo per il secondo anno consecutivo, con una tendenza alla stabilizzazione. Emerge in particolare, il valore del Mezzogiorno (2,7%), molto superiore a quelli del Nord e del Centro (0,6% e 0,8%).

La parità di genere

Spicca la “parità di genere”. Tra il 2017 e il 2023 l’offerta di servizi specializzati per la protezione delle donne vittime di violenza (centri antiviolenza e case rifugio) è costantemente aumentata, passando da 1,69 a 2,74 strutture ogni 100.000 donne di 14 anni e più. Nel corso del 2024, sono state oltre 16 mila le segnalazioni al 1522 di donne vittime di violenza, con un aumento dell’11,5% rispetto al 2023.

Il tasso ogni 100.000 donne è tornato a salire (47,9 nel 2023 e 53,6 nel 2024). Le Regioni con un tasso superiore a quello nazionale sono Lazio (68,2%), Veneto e Lombardia (56,6%). Nel 2022 la copertura del servizio pubblico di fognatura a livello nazionale è pari all’88,8% dei residenti, stabile rispetto al 2020: sono circa 6,6 milioni i residenti non allacciati alla rete.

Nel periodo 2013-2024 la partecipazione delle donne nelle principali sedi politiche e decisionali registra un progressivo miglioramento. L’aumento più considerevole riguarda i Consigli di amministrazione delle società quotate in borsa (+25,4 punti percentuali), gli organi decisionali (+7%) e i consigli regionali, dove nel 2024 il 26,4% dei consiglieri sono donne.

Acqua pulita e disuguaglianze

Altro capitolo: “Acqua pulita e servizi igienico-sanitari”. Nel 2022 la copertura del servizio pubblico di fognatura a livello nazionale è pari all’88,8% dei residenti: sono circa 6,6 milioni i residenti non allacciati alla rete. Nel Nord-ovest si ha la copertura maggiore (94,6%). All’estremo opposto, in Sicilia il servizio fognario è esteso solo al 76,5% dei residenti.

Nel 2024, il 28,7% delle famiglie dichiara di non fidarsi di bere l’acqua del rubinetto, dato stabile rispetto al 2023. Permangono notevoli differenze territoriali: l’indicatore tocca il minimo nel Nord-est (18,4%) e il massimo nelle Isole (49,5%). Nel 2024, l’8,7% delle famiglie lamenta irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle abitazioni, una percentuale stabile rispetto al 2023.

A proposito di disuguaglianze: nel 2023, il 20% più ricco della popolazione guadagna 5,5 volte il reddito del 20% più povero, con un +0,2% rispetto all’anno precedente.

FER e produzione energetica

In merito all’energia pulita e accessibile, la capacità netta di generazione elettrica di energia da fonti rinnovabili (FER) installata in Italia registra, nel 2023, un incremento del 9,6% rispetto all’anno precedente. A crescere è soprattutto il settore elettrico, il comparto maggiormente orientato alle fonti rinnovabili, grazie al forte sviluppo del fotovoltaico.

Bene anche la riduzione dei consumi energetici. Il settore residenziale registra una rilevante contrazione dei consumi finali, raggiungendo i 468 chilogrammi equivalenti di petrolio (Kep) pro capite (-8% rispetto al 2022), al di sotto del valore medio dell’UE27 (511 Kep). È in diminuzione anche l’intensità energetica.

In ambito “Consumo e produzione responsabili”, nel 2022 le attività produttive hanno generato 10 milioni di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi. In flessione del 6,4% rispetto all’anno precedente, ma in aumento del 13,6% rispetto al 2014.

Cambiamenti climatici e coste

Per quanto concerne gli effetti dei cambiamenti climatici, le emissioni di gas serra generate dalle attività produttive e dalle famiglie tornano a diminuire. Nel 2023 il totale delle emissioni è sceso infatti al di sotto di 400 milioni di tonnellate di CO2, con un -5,3% rispetto all’anno precedente. Nel 2020, l’11,5% della popolazione residente in Italia vive in aree a pericolosità media di alluvione, una proporzione più elevata rispetto a 2017 (10,4%). Il 2,2% della popolazione vive invece in aree a pericolosità elevata o molto elevata, stabile nei tre anni considerati.

Risultati positivi anche per “la vita sott’acqua”. Nel 2023 sono presenti 250 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, il livello più basso dal 2015, in calo rispetto al 2022 di 53 rifiuti/100 metri. Il 90,6% (4.399 siti) delle acque marino-costiere è stato classificato con qualità eccellente dall’Agenzia europea per l’ambiente (era 89,8% nel 2022). La Puglia (99,4%) continua anche nel 2023 a primeggiare.

Anche salute e benessere tra gli Obiettivi dell’Agenda 2030

Chiudiamo con un dato relativo al target “Salute e benessere”. Nel 2022, la dotazione di posti letto in Italia è di 30,3 per 10 mila abitanti. Dal 2014 al 2022, il numero di posti letto è diminuito di 1,8 punti. Il differenziale territoriale a svantaggio del Mezzogiorno si è ridotto per una maggiore contrazione nel Nord-est (da 35,7 a 32,3 per 10 mila; -3,4 posti letto) e nel Nord-ovest (da 35,1 a 32,5; -2,6) rispetto al Sud, che ha visto una diminuzione dei posti letto da 28 a 27,1 per 10 mila.

Come sottolinea il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli, “a distanza di 10 anni dal varo dell’Agenda 2030 e di 5 alla scadenza temporale individuata i progressi verso gli SDG non risultano all’altezza delle aspettative. Le Nazioni Unite hanno di recente, aggiunge Chelli, “suonato un campanello d’allarme, sottolineando come senza interventi straordinari nei prossimi cinque anni il fallimento su larga scala degli SDGs rappresenti lo scenario più probabile”.

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