Modelli e strategie

Ministeri: transizione ecologica e digitale, Mit e Mic, ecco cosa cambia

Il Mit diventa Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili: il cambio di nome dei ministeri sottende una distribuzione di carichi di lavoro
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Ministeri: transizione ecologica e digitale, Mit e Mic, ecco cosa cambia

Da Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Il Mit, con a capo del dicastero Enrico Giovannini non è l’unico ministero a cambiare nome. Questa è una diretta conseguenza del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri, nella seduta n. 4 del 26 febbraio  che introduce disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri.

Ma ci sono anche ministeri di nuova istituzione, voluti dal premier Mario Draghi. Il decreto sul riordinamento dei ministeri è stato convertito nella legge 22 aprile n.55, pubblicata in Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 30 aprile 2021.

Il Mit diventa Mims e cambia l’organizzazione interna

La nuova denominazione del Mit è, con l’arrivo del ministro Enrico Giovannini, commutata in Mims, Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. In Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il provvedimento che, a far data dal 21 marzo 2021, modifica l’organizzazione ministeriale. Per potenziare la capacità del Ministero di programmare e realizzare infrastrutture e sistemi a rete sostenibili, il regolamento prevede la creazione di un nuovo dipartimento che si aggiunge ai due precedenti e al Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera.

Il Ministero avrà quindi tre dipartimenti. Il primo assume le competenze di programmazione e gestione delle infrastrutture e dei sistemi a rete (es. trasporti), alle quali si aggiungono quelle relative ai sistemi informativi, cruciali per monitorare tempestivamente la progettazione e la realizzazione delle infrastrutture, degli investimenti nel settore dei trasporti, delle reti idriche, dell’edilizia pubblica, ecc. Parallelamente, la rivoluzione digitale dovrà entrare nella progettazione e nella gestione di ponti, strade, edifici, dighe attraverso sensori e sistemi per la manutenzione “predittiva”, così da aumentare la sicurezza dei cittadini e la competitività del sistema economico.

Il secondo dipartimento si occupa di opere pubbliche e di altri progetti di grande rilievo per la qualità della vita delle persone e per favorire il superamento dei divari territoriali esistenti nel nostro Paese: dai programmi di edilizia pubblica e rigenerazione urbana (come quello sulla “qualità dell’abitare”) all’ammodernamento e potenziamento delle reti idriche, attività fondamentali anche per contrastare gli effetti della crisi climatica. Questo dipartimento sovrintende anche al funzionamento dei provveditorati interregionali per le opere pubbliche e provvede alla gestione delle risorse umane e strumentali.

Migliorare il Sistema Paese

Il terzo dipartimento ha competenza sulle diverse articolazioni del sistema dei trasporti (stradale, ferroviario, aereo, il trasporto pubblico locale, i porti e gli aeroporti), da cui dipende la realizzazione della mobilità sostenibile e il miglioramento della capacità del “Sistema Paese” di competere sul piano economico a livello europeo e internazionale. A questo dipartimento afferiscono anche le direzioni generali territoriali nelle quali opera la Motorizzazione civile.

Per quanto riguarda il Corpo delle Capitanerie di Porto–Guardia Costiera, il nuovo regolamento prevede il rafforzamento delle funzioni del vice Comandante generale, il riconoscimento di Organismo nazionale per il coordinamento dei servizi di ricerca e soccorso marittimi (Italian Maritime Rescue Coordination Centre), la funzione di gestione operativa a livello centrale, di sistema di monitoraggio e di informazione del traffico marittimo e di interfaccia nazionale per l’arrivo e la partenza delle navi.

Da segnalare, inoltre, il rafforzamento nel Ministero della funzione di controllo interno, con la creazione di una struttura organizzativa dedicata al controllo di gestione, di regolarità contabile, di legittimità amministrativa, di vigilanza sulla regolarità delle società partecipate o controllate. L’Ufficio avrà anche funzioni di prevenzione e repressione dell’illegalità, per quanto di competenza del Ministero, e il dirigente preposto sarà anche responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione.

Transizione ecologica, come si muovono le deleghe ambientali e di politica energetica tra ministeri

Il decreto di riordino delle attribuzioni dei ministeri istituisce il Ministero della transizione ecologica, che vede al suo vertice Roberto Cingolani, che assume le competenze del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché quelle in materia di politica energetica dal Ministero dello sviluppo economico, tra le quali:

  • la definizione degli obiettivi e delle linee di politica energetica e mineraria nazionale;
  • l’autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di competenza statale anche ubicati in mare;
  • l’attuazione dei processi di liberalizzazione dei mercati energetici e la promozione della concorrenza nei mercati dell’energia e tutela dell’economicità e della sicurezza del sistema;
  • l’individuazione e lo sviluppo delle reti nazionali di trasporto dell’energia elettrica e del gas naturale e la definizione degli indirizzi per la loro gestione;
  • le politiche di ricerca, incentivazione e gli interventi nei settori dell’energia e delle miniere;
  • la ricerca e coltivazione di idrocarburi e risorse geotermiche; la vigilanza su enti strumentali e il collegamento con le società e gli istituti operanti nei settori dell’energia;
  • la gestione delle scorte energetiche nonché la predisposizione e attuazione dei piani di emergenza energetica;
  • l’impiego pacifico dell’energia nucleare, la protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti e la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito; le agro-energie;
  • la rilevazione, l’elaborazione, l’analisi e la diffusione di dati statistici in materia energetica e mineraria, finalizzati alla programmazione energetica e mineraria;
  • l’elaborazione di piani e misure in materia di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici;
  • la qualità dell’aria; le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e per la finanza climatica e sostenibile e il risparmio ambientale anche attraverso tecnologie per la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra;
  • la pianificazione in materia di emissioni nel settore dei trasporti;
  • la gestione, il riuso e il riciclo dei rifiuti e l’economia circolare.

Cosa farà il CITE

In considerazione dell’istituzione del nuovo dicastero – si legge nella nota del Governo – presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri si istituisce il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione. Il comitato approva, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, il Piano per la transizione ecologica, al fine di coordinare le politiche in materia di mobilità sostenibile, contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo del suolo, risorse idriche e relative infrastrutture, qualità dell’aria ed economia circolare. Il Piano, sul quale è acquisito il parere della Conferenza unificata, individua le azioni, le misure, le fonti di finanziamento, il relativo cronoprogramma, nonché le amministrazioni competenti all’attuazione delle singole misure.

Transizione digitale, compiti e strategie

Il Ministro senza portafoglio per la transizione digitale Vittorio Colao, su delega del Presidente del Consiglio dei Ministri, avrà il compito di promuovere, indirizzare e coordinare le materie dell’innovazione tecnologica, dell’attuazione dell’agenda digitale italiana ed europea, della strategia italiana per la banda ultra larga, della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, nonché della trasformazione, crescita e transizione digitale del Paese, in ambito pubblico e privato, dell’accesso ai servizi in rete, della connettività, delle infrastrutture digitali materiali e immateriali e della strategia nazionale dei dati pubblici. Anche in questo caso Draghi ha voluto un gruppo di supporto alle attività del ministro Colao. È il Comitato interministeriale per la transizione digitale (CITD), con il compito di assicurare il coordinamento e il monitoraggio dell’attuazione delle iniziative di innovazione tecnologica e transizione digitale delle diverse pubbliche amministrazioni ordinariamente competenti.

Cambia anche il Mibact

Anche il Mibact cambia nome e diventa Mic. Questo perché ha “perso” nuovamente il turismo (era già successo nel 2018, quando Gian Marco Centinaio assunse le deleghe ministeriali per agricoltura e turismo, creando il Mipaaft), che era tornato in capo al Mibact con il cambio di colore governativo (da gialloverde a giallorosso) e la nomina a ministro di Dario Franceschini. Ora le deleghe sul turismo sono invece in capo al ministero affidato a Massimo Garavaglia.

Articolo pubblicato il 2.03.2021, aggiornato il 03.05.2021

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