Indicatori di prestazione della sicurezza: cosa sono e a cosa servono
                                Abbiamo bisogno di indicatori per la prestazione di sicurezza e salute. Presso molte aziende gli indicatori usati sono poco adatti a fornire indicazioni, e rispondono a vecchie logiche “antinfortunistiche” e non agli approcci contemporanei.
Andreste in automobile senza avere il controllo del mezzo? Quando si parla di sicurezza e salute sul lavoro, molte organizzazioni ancora oggi si basano su indicatori molto limitati quali l’indice di frequenza e l’indice di gravità degli infortuni. Il che significa gestire il sistema di sicurezza senza averne il controllo.
Vediamo quali sono le migliori prassi.
Perché non è sufficiente avere indicatori sugli infortuni
La prestazione di sicurezza è una cosa complessa, nel processo e negli esiti. Appunto il processo e gli esiti vanno monitorati e valutati.
È utile distinguere fra:
- indicatori reattivi, che sono usati per monitorare il fenomeno infortunistico e quasi-infortunistico, e sugli episodi negativi in generale; questi si basano sulla registrazione di infortuni, near miss, medicazioni, e altri eventi negativi; si tratta di indicatori degli esiti, o almeno di alcuni esiti negativi
 - indicatori proattivi, usati per monitorare il processo, cioè in che modo e in che misura l’organizzazione sta presidiando il sistema di sicurezza e salute; si basano su indicatori quali gli investimenti in sicurezza, la formazione svolta, le ispezioni e le attività di auditing
 
Se ci si basa solo su indicatori reattivi si monitora la direzione dell’automobile, ma se si finisce fuori strada non si sa perché; gli indicatori proattivi sono quelli che ci dicono che cosa abbiamo fatto bene o che cosa è mancato nel governo del mezzo.
In tabella alcuni possibili indicatori reattivi e proattivi.
| Esempi di indicatori reattivi | Esempi di indicatori proattivi | 
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Un documento dell’OSHA americana parla di sette categorie di indicatori proattivi:
- Indicatori di management e leadership
 - Indicatori di partecipazione dei lavoratori
 - Indicatori di identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi
 - Indicatori di prevenzione e controllo
 - Indicatori di formazione, informazione, addestramento
 - Indicatori di valutazione e miglioramento dei programmi
 - Indicatori di comunicazione e coordinamento
 
Stabilire gli indicatori di prestazione della sicurezza sulla base di una strategia
La ISO 45001:2018, lo standard internazionale sui sistemi di gestione di sicurezza e salute, evidenzia la necessità di comprendere il contesto e darsi una strategia per affrontarne le sfide, coglierne le opportunità, affrontarne i rischi. Una politica per la sicurezza e salute è un passo cruciale di questo processo. La sicurezza viene quindi vista come strategia, e non come compliance.
Una sicurezza che diventa strategia deve avere metriche appropriate a supporto.
Se ad esempio un obiettivo strategico fosse quello di ridurre gli infortuni stradali sul lavoro, indicatori adeguati sarebbero la frequenza di incidenti stradali per lavoro (magari per chilometro percorso), o le ore di formazione sulla guida sicura. Se un obiettivo strategico fosse quello di ridurre i fattori di rischio ergonomici, indicatori pertinenti potrebbero essere il numero di lesioni o malattie di tipo muscoloscheletrico, e i progetti di miglioramento conclusi per l’ergonomia delle postazioni.
Perché il sistema di riporto è fondamentale
In modo particolare sugli indicatori reattivi, e ancor di più su quelli di bassa gravità, il problema è quasi sempre avere dei dati attendibili.
Il sistema di riporto è importante dal punto di vista del processo di misurazione degli indicatori; è come se si trattasse di un “sensore”. Ogni strumento di misura ha un’affidabilità nota, mentre per i KPI reattivi spesso non si conosce il livello di affidabilità.
Andrebbero intraprese azioni specifiche per migliorare l’affidabilità del sistema di riporto, quali ad esempio semplificare i sistemi per la segnalazione degli eventi, formare il personale sulle modalità di riporto, sensibilizzare i supervisori e il management all’ascolto delle segnalazioni.
Soprattutto va evitata una cultura della ricerca del colpevole (blame culture) che sistematicamente è un ostacolo al riporto degli episodi.
Far parlare gli indicatori di prestazione della sicurezza
“Noi guardiamo solo i numeri” è l’affermazione più frequente di chi in azienda si occupa di prestazione, anche sulla sicurezza. Affermazione tanto frequente quanto pericolosa, se non accompagnata dalla (rara) capacità di leggere i numeri, attribuire loro un significato, trarne delle conclusioni fondate.
La misurazione di metriche è solo il primo passo; per la loro valutazione occorre applicare dei confronti per esprimere giudizi e generare indicazioni circa le azioni di governo del sistema.
I confronti possono essere fatti:
- Rispetto a obiettivi fissati in precedenza
 - Rispetto alle prestazioni passate (analisi del trend)
 - Fra funzioni e reparti diversi (benchmarking interno)
 - Rispetto ad altre organizzazioni o con benchmark territoriali o di settore
 
È sulla base di questi confronti, e delle conseguenti valutazioni che la leadership dell’organizzazione sarà in grado di fare, che andranno definite le conseguenti azioni di miglioramento.
Bibliografia
- Bisio C. Gestione della sicurezza nei sistemi sociotecnici, EPC, Roma, 2019
 - ISO 45001:2018
 - OSHA, Using Leading Indicators to Improve Safety and Health Outcomes, 2019
 - Rae D., Risk and Safety Indicators, in Moller et al. (a cura) Handbook of Safety Principles, Wiley, 2018
 - Boyle, J., The collection and use of accident and incident data, in Channing J. (a cura), Safety at Work, Routledge, 2014
 - Boyle T., Health and Safety: Risk Management, Routledge, 2008
 
                                    
