Giornata mondiale della biodiversità 2025: dare ritmo al tempo che passa, con domande che fanno pensare

Il 22 maggio 2025 si celebra la Giornata mondiale della biodiversità con il tema “Armonia con la Natura e Sviluppo Sostenibile”. Non è solo una ricorrenza, ma un invito a ripensare il tempo che viviamo e il ritmo con cui lo attraversiamo.
La biodiversità non è soltanto una questione ecologica, ma una sfida culturale, sociale, esistenziale. Un capitale naturale da proteggere, ma anche una ricchezza di differenze che ci insegna a convivere. Ogni anno, questa giornata solleva domande semplici ma profonde, che scuotono le abitudini e aprono visioni nuove. Perché è dalle domande che fanno pensare che nasce il cambiamento. E forse, anche un altro futuro.
Verso un nuovo modello di sviluppo: la biodiversità come motore di trasformazione sociale e ambientale
Ogni 22 maggio celebriamo la Giornata mondiale della biodiversità, istituita per ricordare l’adozione della Convenzione sulla diversità biologica (CBD, Convention on Biological Diversity).
Firmata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992, la Convenzione sulla Diversità Biologica persegue tre obiettivi principali: • la conservazione della diversità biologica; • l’uso sostenibile dei componenti della diversità biologica; • la giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche. |
Non si tratta di una semplice ricorrenza simbolica: questa data rappresenta il momento in cui, ogni anno, governi, imprese, cittadini e istituzioni sono chiamati a fermarsi e riflettere sulla ricchezza della vita sul nostro Pianeta e sulle minacce che ne mettono a rischio l’equilibrio.
Parlare di biodiversità, oggi, significa – però – anche parlare di valori culturali e sociali: BIO-diversità, infatti, non è solo varietà di specie, ma anche diversità di approcci, sguardi, idee, un antidoto prezioso al conformismo e all’omologazione, non solo ecologica.
In questo senso, rileggere i temi delle edizioni passate della Giornata della Biodiversità ci permette di costruire un filo narrativo che ci guida, passo dopo passo, verso un nuovo modello di sviluppo, in grado di integrare natura e società, superando la logica estrattiva che ha dominato finora.
Biodiversità in divenire: il filo narrativo di un cambiamento possibile
La Giornata Internazionale della Biodiversità ha seguito nel tempo un percorso che riflette non solo l’evoluzione delle politiche ambientali, ma anche il modo in cui l’umanità percepisce il proprio rapporto con la natura.
I primi temi, a partire dal 2002, si concentravano su aspetti specifici della biodiversità (le foreste, l’agricoltura, le specie aliene invasive, la biodiversità marina), con un approccio “naturalistico”, focalizzato sulla descrizione e protezione di singoli ecosistemi o categorie di rischio.
Col passare degli anni la riflessione si è ampliata:
- il tema del 2007, ad esempio, ha collegato per la prima volta biodiversità e cambiamenti climatici, aprendo la strada ad una visione più integrata;
- nel 2010 si è cominciato a connettere ambiente e sviluppo;
- a partire dal 2015, l’Agenda 2030 ha spinto verso una crescente attenzione all’interazione tra tutela della diversità biologica e obiettivi sociali ed economici.
Negli anni successivi, il linguaggio si fa più inclusivo e relazionale: si parla di turismo sostenibile (2017), si celebrano i 25 anni della Convenzione (2018), e soprattutto si evidenziano connessioni tra biodiversità, salute e alimentazione (2019).
Giornata mondiale della biodiversità: la nuova narrazione, fino al 2025
Ma è con l’avvio del nuovo decennio che la narrazione si fa davvero corale e politica.
Nel 2020 (“Le nostre soluzioni sono nella natura”) si inaugura un ciclo narrativo più ambizioso, in cui la biodiversità non è più solo un patrimonio da conservare, ma anche una fonte di risposte alle crisi del nostro tempo. Da lì in avanti, il percorso tematico segue un crescendo di impegno:
- “Siamo parte della soluzione” (2021) chiama in causa ogni individuo;
- “Costruire un futuro condiviso per tutte le forme di vita” (2022) allarga la prospettiva a un’etica globale;
- “Dall’accordo all’azione” (2023) pretende coerenza tra le promesse e i fatti;
- “Essere parte del piano” (2024) coinvolge attivamente ogni attore nel raggiungimento degli obiettivi del Quadro Globale per la Biodiversità di Kunming-Montréal.
Nel dicembre 2022 con l’adozione del Quadro Globale per la Biodiversità di Kunming-Montréal, noto anche come Piano per la Biodiversità, sono stati stabiliti 23 obiettivi per il 2030 e 4 obiettivi globali per il 2050 per arrestare e invertire la perdita di natura. Gli obiettivi spaziano dal ripristino del 30% degli ecosistemi degradati, alla conservazione del 30% delle terre, delle acque dolci e degli oceani fino alla riduzione degli incentivi dannosi per la biodiversità di almeno 500 miliardi di dollari all’anno destinando questi fondi alla protezione e al ripristino della natura. |
Armonia con Natura e Sviluppo Sostenibile
Quest’anno il tema prescelto – “Armonia con la Natura e Sviluppo Sostenibile” – segna un punto di maturazione: il linguaggio si fa sistemico, integrato, quasi filosofico.
Non si tratta più solo di conservare, ma di coesistere.
In un mondo in cerca di equilibrio, il messaggio è chiaro: ogni progetto di crescita economica, sociale o tecnologica deve dialogare con la natura, non calpestarla.
Questo cammino tematico mostra chiaramente come la biodiversità sia passata da “tema ambientale” a pilastro della sopravvivenza collettiva e del benessere globale, e suggerisce che il futuro – se ci sarà – dipenderà dalla nostra capacità di pensare non solo in termini di specie e habitat, ma di relazioni, di diversità come ricchezza, di capitale naturale da valorizzare e non da sfruttare.
Giornata mondiale della biodiversità 2025: da megafono a metronomo
La Giornata Mondiale della Biodiversità del 2025 si presenta non solo come una ricorrenza celebrativa, ma come una chiamata alla coerenza e all’urgenza, e si colloca in un punto di svolta. A metà del decennio che dovrebbe portarci, secondo il Kunming-Montréal Global Biodiversity Framework, al raggiungimento di obiettivi cruciali per arrestare la perdita di natura.
Abbiamo fatto abbastanza?
La consapevolezza che ogni anno costruiamo intorno alla biodiversità sta producendo trasformazioni reali?
Il valore delle Giornate della Biodiversità non si misura tanto nei risultati immediati, quanto nella loro capacità di segnare il tempo del cambiamento, come una sorta di metronomo etico e politico. Il 22 maggio di ogni anno è un giorno per fare il punto: su ciò che è stato fatto, su ciò che resta da fare, su chi è rimasto indietro.
Un giorno per ricalibrare la bussola, più che per cantare vittoria.
La giornata del 2025, in particolare, potrebbe e dovrebbe rappresentare il passaggio da una fase narrativa a una fase valutativa: i governi, le imprese, i cittadini hanno ormai imparato a parlare il linguaggio della biodiversità, e adesso è giunto il momento di verificare se questa lingua nuova ha cambiato anche i comportamenti.
In questo senso, una prospettiva concreta per il 2025 è quella di un rafforzamento del ruolo degli indicatori ambientali e sociali, come strumento per monitorare i progressi, misurare le politiche e responsabilizzare gli attori.
Dalla consapevolezza alla responsabilità
Il vero salto, per il futuro, sarà trasformare la Giornata della Biodiversità da momento di consapevolezza a occasione di responsabilità collettiva. Se è vero che la biodiversità è il nostro capitale naturale, e che la diversità – anche culturale, sociale, genetica – è la chiave della resilienza, allora ogni 22 maggio dovrebbe essere una festa del possibile, ma anche una revisione critica dell’anno trascorso.
In questa ottica, il linguaggio sempre più maturo delle ultime edizioni può diventare una leva di trasformazione culturale, soprattutto nei contesti educativi, aziendali, locali. La sfida è quella di interiorizzare la biodiversità come valore strutturale, non come emergenza episodica. Non un tema tra gli altri, ma il contesto dentro cui tutti gli altri temi devono essere riletti: dalla salute al cibo, dall’economia all’energia, dall’equità alla pace.
Sono più importanti le risposte o le domande?
Ogni Giornata della Biodiversità ci pone di fronte a una scelta: trattarla come un’occasione celebrativa, o viverla come un momento per interrogarsi.
Ed è qui che emerge il vero valore delle domande.
Perché una buona domanda non è solo una curiosità: è una forza che apre possibilità, che rompe le certezze, che accende pensiero critico.
Le domande giuste non offrono subito risposte, ma fanno nascere nuove connessioni, nuovi punti di vista.
E non è forse questo che serve alla biodiversità?
Non una risposta standardizzata, ma un’alleanza nuova tra conoscenza, immaginazione (capacità di visione) e responsabilità.
Forse la vera forza della Giornata della Biodiversità sta proprio qui: nel porre ogni anno, con parole nuove, le stesse domande fondamentali.
Semplici, ma mai banali.
Perché la semplicità non è l’inizio, è l’approdo: è ciò che resta dopo aver attraversato la complessità, il linguaggio tecnico, le strategie, gli indicatori.
È il momento in cui la biodiversità smette di essere un concetto e diventa una domanda che ci riguarda.
Stiamo davvero vivendo in armonia con la natura?
Le nostre scelte quotidiane proteggono o danneggiano la vita attorno a noi?
Ci basta sapere o vogliamo anche cambiare?
La missione della Giornata mondiale della biodiversità 2025
Domande come queste non servono a trovare risposte facili, ma a generare una visione: un’immaginazione lucida, concreta e collettiva di ciò che potrebbe essere.
Una visione che ci allontana dalla nostalgia per un passato perduto e ci avvicina alla costruzione di un futuro condiviso: un futuro in cui natura e società non siano più in conflitto, ma parte dello stesso racconto.
Ecco, se la Giornata del 22 maggio 2025 riuscirà a rilanciare queste domande – senza dare risposte preconfezionate, ma spingendoci a cercarle nei nostri comportamenti, nelle nostre scelte e nei nostri modelli di sviluppo – allora avrà fatto il suo dovere.
E forse, anche qualcosa di più.