La pubblicazione dell’
atteso regolamento europeo che affronta il tema delle materie prime critiche è di particolare interesse anche in una prospettiva di sostenibilità. Vediamo di cosa si tratta.
Il tema delle materie prime critiche, oggetto di attenzione dell’unione europea da qualche tempo, ha trovato una sua prima articolazione normativa con il regolamento numero 1252 pubblicato il 3 maggio 2024.
Di fatto il regolamento affronta il tema delle materie prime strategiche e di quelle critiche, prevedendo che sia stilato un elenco sia per le une che per le altre, e i primi elenchi sono riportati in allegato al regolamento stesso (prevedendo che siano oggetto di periodici aggiornamenti).
L’elenco delle materie prime strategiche riguarda materie prime che rivestono una grande importanza strategica per il funzionamento del mercato interno, tenendo conto del loro utilizzo in tecnologie strategiche alla base delle transizioni verde e digitale o nelle applicazioni di difesa o aerospaziali, che sono caratterizzate da un divario potenzialmente significativo tra l’offerta e la domanda prevista a livello mondiale e la cui produzione è relativamente difficile da incrementare.
Quali sono le materie prime strategiche?
Ad esempio nell’elenco delle materie prime strategiche riportato in allegato al regolamento troviamo oggi il boro, il rame, il tungsteno.
L’elenco delle materie prime critiche include tutte le materie prime strategiche, nonché qualsiasi altra materia prima di grande importanza per l’intera economia dell’Unione, per la quale esiste un rischio elevato di perturbazione dell’approvvigionamento suscettibile di falsare la concorrenza e di frammentare il mercato interno. Nell’elenco delle materie prime critiche riportato in allegato al regolamento troviamo oggi, ad esempio, Grafite, arsenico, fosforo.
Quale obiettivo si pone il regolamento numero 1252 pubblicato il 3 maggio 2024 e perché interessa?
Il fine del regolamento è salvaguardare il funzionamento del mercato interno dell’UE per garantire l’accesso ad un approvvigionamento che non sia solo sicuro ma anche sostenibile di queste materie prime.
Per chi si occupa di tematiche ambientali, questo regolamento è di interesse perché stabilisce non solo che sia incentivato il progresso tecnologico e l’efficienza delle risorse per moderare il previsto aumento del consumo di materie prime critiche in UE, ma anche che siano definite misure per aumentare la circolarità e la sostenibilità delle materie prime critiche consumate in UE.
Aspetti specifici del regolamento UE sulle materie prime critiche
Ad esempio ciascuno stato membro è chiamato ad adottare e attuare programmi nazionali che contengano misure per promuovere la prevenzione dei rifiuti e aumentare il riutilizzo e la riparazione di prodotti e componenti con un pertinente potenziale di recupero delle materie prime critiche, ma anche aumentare la raccolta, la cernita e il trattamento di rifiuti che presentano un rilevante potenziale di recupero delle materie prime critiche, inclusi gli scarti metallici, e garantirne l’introduzione nel sistema di riciclaggio appropriato, al fine di massimizzare la disponibilità e la qualità del materiale riciclabile come fattore produttivo per gli impianti di riciclaggio delle materie prime critiche.
Il regolamento tratta anche l’aspetto dei sistemi di certificazione relativi alla sostenibilità delle materie prime critiche, che possono essere sviluppati da governi, associazioni di categoria o altro, e che devono rispettare i requisiti stabiliti dal regolamento steso.
Nonché è prevista la possibilità che la Commissione adotti atti per definire norme per il calcolo e la verifica dell’impronta ambientale delle diverse materie prime critiche.
Questo regolamento rappresenta quindi un ulteriore esempio di come la normativa europea nella sua evoluzione tenga conto necessariamente della sostenibilità, che rappresenta, e non può essere diversamente, un elemento cardine imprescindibile.