Parlare di economia circolare è di assoluta attualità. Ed è per questo che questo podcast dedica uno spazio fisso a questo tema: l’intento è offrire qualche spunto non troppo teorico, ma piuttosto pratico e più vicino alla vita quotidiana delle aziende. Parliamo dunque della catena di approvvigionamento in economia circolare. Infatti, anche quando parliamo della catena di approvvigionamento dobbiamo imparare ad indossare un paio di occhiali diversi da quelli tradizionali dell’economia lineare.
Cosa significa in termini concreti passare ad una catena di approvvigionamento in economia circolare?
Prendendo spunto da un interessante documento elaborato dalla Ellen McArthur Fondation, possiamo vedere come la catena di approvvigionamento circolare si fonda su tre elementi.
Innanzitutto una rete distribuita e interconnessa di partner. Quindi ci si riferisce al fatto che le catene di approvvigionamento circolari sfruttano un mix di partnership locali e globali: in questo modo le catene di approvvigionamento diventano più resilienti e si hanno vantaggi sia in termini di costi che di ambiente.
Il secondo fattore riguarda i flussi multidirezionali di informazioni, merci e denaro. Il punto chiave è la disponibilità per i partner lungo tutta la catena di fornitura di Informazioni cruciali, come l’ubicazione, la composizione dei materiali o le opzioni di disassemblaggio di un articolo.
Il terzo fattore è rappresentato dalla presenza di Input e processi circolari: con l’espressione input circolari intendiamo prodotti e materiali non vergini e/o coltivati in modo rigenerativo, mentre i processi circolari sono interventi – come la manutenzione, la riparazione, la rimessa a nuovo, la rifabbricazione e il riciclaggio – che mantengono in circolazione prodotti e materiali.
A questo proposito, ci ricolleghiamo ad un tema trattato nel
precedente episodio e cioè quello del sottoprodotto: è importante infatti osservare come le filiere circolari, che sono distribuite, interconnesse e condividono le informazioni, riescono anche a valorizzare i sottoprodotti utilizzandoli come input circolari per altri processi.