Arriva il rinvio differenziato per le polizze catastrofali

Il Consiglio dei Ministri, tenutosi venerdì 28 marzo, accoglie le richieste delle associazioni di categoria a meno di 72 ore dalla scadenza. Arriva la proroga dell’obbligo di assicurazione contro le catastrofi naturali per le PMI, ma per le grandi imprese resta l’obbligo dal primo aprile sono rinviate solo le sanzioni. Intanto, Intanto, sono stati già presentati alcuni emendamenti ad hoc nel dl PA, all’esame della Camera.
Con l’approvazione del decreto Milleproroghe è la misura di maggiore impatto per il settore tecnico. Le modalità attuative degli schemi di assicurazione sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27 febbraio 2025. Il decreto è in vigore dal 14 marzo 2025 ma, la tempistica serrata e l’assenza di indicazioni operative stavano creando un forte stato di incertezza tra le imprese e gli operatori del settore.
Assicurazione contro le catastrofi naturali: tra incertezze normative e difficoltà operative
L’obbligo di stipulare polizze contro i rischi catastrofali per gli immobili delle imprese, introdotto dalla Legge di Bilancio 2024, era molto vicina. Infatti, la scadenza operativa era fissata al 31 marzo 2025.
La norma prevede che tutte le imprese non finanziarie siano tenute a sottoscrivere polizze assicurative per la copertura di danni derivanti da eventi catastrofali. L’entrata in vigore inizialmente prevista per il 1° gennaio 2025 era stata posticipata al 31 marzo dal decreto Milleproroghe, a causa della mancata emanazione del decreto attuativo interministeriale MIMIT-MEF.
Questo ritardo normativo ha generato una situazione di incertezza per il comparto assicurativo, che non dispone ancora delle linee guida definitive per strutturare le offerte di copertura. Di conseguenza, le imprese si trovano di fronte a un doppio problema: da un lato l’imminenza dell’obbligo senza regole chiare, dall’altro i costi elevati delle polizze, specialmente per le PMI.
Il Consiglio dei Ministri ha deciso di rinviare l’obbligo per le piccole e medie imprese di dotarsi di polizza anticatastrofale e la proroga sarà differenziata a seconda della dimensione delle imprese.
Alla fine il Governo ha accolto le richieste delle associazioni di categoria, secondo le quali l’introduzione della norma avrebbe rappresentato un ulteriore costo per le imprese in un periodo storico segnato da incertezze e difficoltà.
Le modalità attuative dell’assicurazione contro le catastrofi naturali e le cause di esclusione
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27 febbraio 2025, il decreto 30 gennaio 2025, n. 18 del Ministero dell’Economia e delle Finanze introduce il regolamento attuativo sugli schemi assicurativi per i rischi catastrofali, in applicazione dell’articolo 1, comma 105, della legge 30 dicembre 2023, n. 213.
Il provvedimento, che entrerà in vigore il 14 marzo 2025, stabilisce in dettaglio le modalità operative del sistema assicurativo, specificando sia le esclusioni dalla copertura che i criteri di determinazione dei premi.
Gli eventi coperti comprendono alluvioni, inondazioni, esondazioni, terremoti e frane, ma tra le principali esclusioni previste, la polizza non coprirà:
- i danni direttamente attribuibili all’azione umana,
- quelli derivanti da conflitti armati, terrorismo o sabotaggio,
- né quelli legati a energia nucleare, sostanze radioattive, inquinamento o contaminazione.
Il regolamento disciplina inoltre le modalità di individuazione degli eventi calamitosi assicurabili, la definizione e l’aggiornamento periodico dei premi secondo il principio di mutualità, nonché i limiti alla capacità di assunzione del rischio da parte delle compagnie assicuratrici. Eventi successivi entro 72 ore dalla prima manifestazione sono considerati un unico evento.
Il premio assicurativo sarà proporzionale al rischio, considerando la localizzazione geografica e la vulnerabilità dei beni, nonché l’adozione di misure preventive da parte dell’impresa. I premi versati dalle imprese sono fiscalmente deducibili. Gli importi saranno aggiornati periodicamente per riflettere l’evoluzione delle conoscenze e delle tecniche di modellazione del rischio, garantendo un equilibrio tra sostenibilità economica e tutela contro i rischi di anti-selezione.
Le imprese che non adempiono all’obbligo di stipulare tali polizze entro i termini previsti saranno escluse da contributi e sovvenzioni pubbliche in caso di calamità. È quindi essenziale che le aziende si attivino prontamente per conformarsi alla nuova normativa e garantire la propria protezione finanziaria contro eventi catastrofali.
Differiti i termini dell’assicurazione contro le catastrofi naturali per medie, piccole e micro imprese
Il Governo ha accolto la richiesta, prorogando i termini per l’obbligo di copertura assicurativa contro i danni catastrofali. Inizialmente fissata al 31 marzo 2024 dalla legge di Bilancio, la scadenza è ora articolata per scaglioni: il nuovo termine per le medie imprese è il 1° ottobre 2025, mentre per piccole e micro imprese slitta al 1° gennaio 2026.
Per le grandi imprese, resta confermato il termine del 1° aprile 2024, ma è prevista una “moratoria” di 90 giorni, durante i quali l’eventuale mancata sottoscrizione della polizza non comporterà l’esclusione da contributi o agevolazioni pubbliche, anche in caso di eventi calamitosi.
L’obbligo coinvolge un’ampia platea di attività economiche: oltre il 90% delle imprese italiane, tra cui bar, ristoranti, negozi e strutture ricettive di piccole dimensioni.
Fanno eccezione soltanto le imprese agricole, escluse dall’obbligo, e quelle operanti nei settori della pesca e dell’acquacoltura, per cui il termine è stato differito al 31 dicembre 2025. Una proroga differenziata, che cerca di bilanciare l’esigenza di tutela con le effettive capacità operative delle imprese più piccole.
Assicurazione obbligatoria per le imprese: una analisi dei costi
Secondo uno recente studio effettuato dal Centro studi di Unimpresa, il costo annuo delle polizze varierà in funzione del rischio territoriale.
Se da un lato questi costi rappresentano un peso significativo per le aziende, dall’altro l’obbligo assicurativo è concepito per ridurre l’esposizione finanziaria delle imprese agli eventi catastrofali. Ad esempio, in caso di un’alluvione con danni per 500.000 euro, una polizza con una franchigia del 15% coprirebbe 425.000 euro, lasciando all’impresa un esborso diretto di 75.000 euro invece dell’intero ammontare del danno. Tuttavia, per molte PMI, anche questa quota potrebbe risultare difficile da sostenere, aggravando il rischio di chiusura in seguito a eventi calamitosi.
Inoltre, il mancato rispetto dell’obbligo assicurativo comporterà l’esclusione dalle agevolazioni pubbliche e dai contributi per la ricostruzione, limitando ulteriormente la capacità di ripresa delle aziende non assicurate. Questo elemento pone le imprese di fronte a una scelta inevitabile: sostenere un costo fisso annuale per proteggere il proprio futuro o rischiare di non poter accedere a misure di supporto in caso di emergenza.
La nuova normativa trasforma, di fatto, l’assicurazione contro le calamità naturali in un costo strutturale per le imprese, con un impatto particolarmente gravoso per quelle operanti in aree ad alto rischio. Tuttavia, essa si configura anche come uno strumento di resilienza economica, volto a garantire la continuità operativa e la sostenibilità finanziaria delle imprese nel lungo periodo.
Polizze catastrofali, Confesercenti e Unimpresa: “Bene la proroga”
Confesercenti accoglie con favore la proroga dei termini per l’obbligo assicurativo contro le calamità naturali, definendola “un’ottima notizia” per le imprese. Secondo l’associazione, la misura consente sia di orientarsi meglio nel mercato assicurativo, sia di affrontare criticità ancora irrisolte. Una su tutte: lo squilibrio tra locatore e locatario, dove l’inquilino sostiene i costi della polizza a vantaggio esclusivo del proprietario. Una situazione penalizzante soprattutto per le PMI del turismo, commercio e servizi. Per Confesercenti, inoltre, manca una strategia nazionale di messa in sicurezza del territorio che renda l’obbligo realmente efficace.
Anche Unimpresa plaude al rinvio, definendolo “una scelta di buon senso”, alla luce di costi assicurativi che per alcune PMI possono arrivare fino a 12.000 euro annui.
Polizza catastrofale, il paradosso del doppio onere: meno Stato, più costi per le imprese
Mentre le aziende versano ogni anno 21 miliardi di euro in imposte ambientali, lo Stato continua a disinvestire nella prevenzione strutturale dei rischi, delegando sempre più responsabilità al mercato assicurativo. Così, si afferma una forma di “doppia tassazione ambientale”: da un lato le imposte, dall’altro il costo delle polizze.
Una logica che penalizza soprattutto le imprese energivore e manifatturiere, già pesantemente colpite da tributi e adempimenti. È vero, i rimborsi assicurativi sono più rapidi rispetto a quelli statali, ma il costo della protezione resta interamente in capo ai privati. Questo è quanto rilevato dall’Ufficio Studi CGIA di Mestre.
Il rischio è quello di trasformare l’obbligo assicurativo in un alibi per giustificare l’inerzia pubblica nella gestione del territorio. In un Paese in cui gli argini cedono e i rimborsi arrivano a disastro avvenuto, questa riforma rischia di colpire le imprese senza affrontare le vere cause della vulnerabilità ambientale.L’auspicio è che l’obbligo di polizza venga accompagnato da un serio piano di riduzione del prelievo fiscale ambientale e da investimenti pubblici strutturali in prevenzione.
Articolo pubblicato il 17 febbraio 2025. Per le ultime novità leggi l’articolo aggiornato del 2 aprile 2025