Risorse idriche: le aziende sempre piu’ in attente (e allarmate)
                                Le gestione sostenibile delle risorse idriche tocca da vicino non solo i singoli cittadini ma le stesse aziende, che sempre più si rivelano sensibili al tema: la riduzione dei consumi diventa sempre più centrale nelle priorità aziendali anche sul piano pratico, visto che un’azienda su due ha intrapreso azioni concrete a proposito, che si tratti di fare monitoraggio dei consumi o do investire dispositivi idrici efficienti.
A fare il punto sulla gestione sostenibile dell’acqua da parte delle aziende è un’indagine internazionale realizzata dall’ente internazionale di certificazione DNV GL – Business Assurance in collaborazione con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (Unido) con il supporto di GFK Eurisko. L’indagine ha coinvolto un campione di 1.907 professionisti di differenti settori in Europa, Nord America, Centro e Sud America e Asia.
Dal rapporto risulta che la gestione delle risorse idriche è un tema che preoccupa a livello personale (73%) e a livello sociale (83% degli intervistati), ma anche in prospettiva di “business”. Il 70% delle aziende considera infatti le problematiche relative alla gestione dell’acqua rilevanti per le proprie strategie aziendali, con punte dell’85% nel caso di imprese che utilizzano acqua nei processi produttivi.
Desta qualche allarme il fatto che solo un terzo del totale mondiale delle aziende si esia già dotata di una policy di water management, e che ci sia un quinto delle aziende che non sono a conoscenza della legislazione nazionale in materia (sebbene usino acqua per le proprie attività produttive).
Dallo studio emerge che la gestione dell’acqua è una questione affrontata principalmente in chiave di efficienza; tra le preoccupazioni da parte delle aziende, la riduzione dei consumi è in cima alla lista. Spinte da esigenze di misurazione e di ottimizzazione, la metà delle imprese ha intrapreso iniziative di gestione dell’acqua negli ultimi cinque anni. Le tre iniziative più comuni sono il monitoraggio dei consumi, la definizione di obiettivi specifici e l’investimento in dispositivi idrici efficienti.
Le iniziative non sono motivate dall’opportunità di ottenere un vantaggio competitivo, né dalla pressione da parte degli stakeholder. Solo il 10% delle aziende si sente spinto all’azione da richieste di rendere pubblica la propria performance idrica e anche la pressione da parte di consumatori e stakeholder rappresenta un elemento marginale. Con gli adempimenti di legge e le motivazioni economiche a rappresentare le leve principali che spingono le aziende all’azione, la gestione dell’acqua risulta nuovamente legata all’efficienza e alla regolarità della performance aziendale.
I principali ostacoli al progresso nella gestione delle risorse idriche vengono identificati nelle ristrettezze economiche, nell’assenza di particolari pressioni e nella mancanza di adeguata consapevolezza in materia. Da un lato, infatti, le aziende sono ostacolate dalla mancanza di consapevolezza del management e di consenso sul da farsi. Dall’altro lato, lamentano la mancanza di risorse finanziarie, lo scarso ritorno degli investimenti e la necessità di focalizzarsi su obiettivi a breve termine.
“Nel corso del XX secolo la domanda di acqua è aumentata di sei volte mentre la popolazione è raddoppiata. È evidente che la scarsità d’acqua è un problema globale di cui siamo responsabili. Esserne consapevoli è il primo passo. Le aziende stanno iniziando a rendersene conto e sarebbero molto probabilmente portate a fare di più se le pressioni da parte degli stakeholder fossero pari a quelle per l’inquinamento o la sicurezza”, ha commentato Luca Crisciotti, ad di Dnv Gl. “I primi ad agire potranno ottenerne un vantaggio competitivo, derivante sia dalla corretta gestione dell’acqua, sia dalla possibilità di soddisfare la crescente domanda di performance di business sostenibili da parte degli stakeholder”.


