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Enea: nel 2020 calo record di consumi e emissioni

Complice la pandemia, in Italia si è registrato un calo del 10% dei consumi energetici e del 12% delle emissioni di CO2 rispetto al 2019
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Enea: nel 2020 calo record di consumi e emissioni
Dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) emerge che nel 2020 c’è stato un calo record dei consumi di energia: il 10% in meno rispetto al 2019. Inoltre, è stato registrato un calo del 12% delle emissioni di CO2, che sono ora inferiori del 40% rispetto ai livelli del 2005. Nel comunicato in cui annuncia la pubblicazione del report, Enea spiega i risultati principali della ricerca, che vedono i consumi in ribasso a causa della pandemia di Covid-19, in controtendenza rispetto a quanto rilevato da altri studi del settore. Infine, nel documento viene evidenziato anche un miglioramento del 38% dell’ISPRED, l’Indice Sicurezza energetica, Prezzo Energia e Decarbonizzazione elaborato da Enea per misurare la transizione energetica del sistema italiano.

Il calo di consumi e emissioni

Francesco Gracceva, il ricercatore Enea che coordina l’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano, ha spiegato perché i dati rilevati dalla ricerca vedono consumi in ribasso a causa Covid-19. “Il 60% del calo dei consumi di energia primaria riguarda il petrolio, a causa della forte riduzione del traffico stradale e aereo”, ha raccontato Gracceva. “Questo spiega perché il calo dei consumi di energia sia stato maggiore di quello del Pil (-8,9%), con conseguente riduzione dell’intensità energetica”. Per quanto riguarda il calo delle emissioni, invece, il ricercatore ha illustrato che “le emissioni di CO2 sono diminuite più dei consumi di energia (12% contro 10%), poiché il decremento ha riguardato soprattutto fonti fossili e, in particolare, quelle a maggiore intensità carbonica come petrolio e carbone”. Dall’Analisi emerge anche che il 30% della riduzione delle emissioni è legato a fattori virtuosi, come la riduzione dell’intensità energetica e il minor utilizzo di fonti fossili carbon intensive. Mentre il 70% è legato alla contrazione del Pil.

L’indice Ispred 2020

Dall’analisi di Enea emerge che, nel 2020, l’ISPRED ha segnato un deciso aumento su base annua: +38%. L’indice sintetico della transizione energetica, la cui sigla ISPRED sta per “Indice Sicurezza energetica, PRezzo Energia e Decarbonizzazione“, utilizza un insieme di indicatori per valutare l’evoluzione del sistema energetico italiano rispetto alle diverse dimensioni del cosiddetto trilemma energetico, con le sue complessità e interdipendenze. L’incremento dell’Indice è stato possibile grazie al forte miglioramento di prezzi (+80%) e alla decarbonizzazione (+40%). Tuttavia, è stato anche registrato un leggero peggioramento della sicurezza energetica, a causa delle difficoltà nel settore elettrico e nella raffinazione che ha sofferto margini negativi e un forte calo dell’utilizzo degli impianti. “Il settore elettrico si è trovato a dover gestire il forte incremento della generazione rinnovabile non programmabile che ha raggiunto nuovi massimi storici (20% su base mensile a maggio, oltre il 70% su base oraria), con costi crescenti per la gestione in sicurezza del sistema”, ha sottolineato Gracceva. “Inoltre è a livelli critici il margine di capacità installata necessario a coprire la domanda”, ha aggiunto.

Le fonti energetiche

La forte diminuzione di petrolio e di carbone registrata l’anno scorso ha spinto al minimo storico dal 1961 la quota di fossili nel mix energetico. Nel 2020 era del 72% contro il 74% del 2019. Il gas si rafforza come prima fonte energetica in Italia con il 37,4%, anche se i consumi sono calati del 5,6% rispetto all’anno precedente. Risultano, invece, stabili le rinnovabili, con un lieve aumento dell’1% per le elettriche. E infine, c’è stata una forte diminuzione delle importazioni nette di elettricità: -13%. Il ricercatore che coordina l’Analisi di Enea ha spiegato che “Nel 2020 la richiesta di energia elettrica è diminuita di un più contenuto 5,3%, con un calo particolarmente marcato tra marzo e aprile, quando la chiusura delle attività produttive ha ridotto i consumi elettrici industriali di circa il 30% su base annua”. E ha aggiunto che “Con il progressivo allentamento delle misure la riduzione tendenziale si è progressivamente attenuata: dal -14% del II trimestre al -2,5% del III e al -0,4% del IV, con variazioni positive a novembre e dicembre”. L’Agenzia italiana ha conseguentemente rilevato un aumento dell’“elettrificazione” del sistema energetico, cioè della quota di consumi di energia coperti da elettricità. Quest’ultima, infatti, è salita al 21%, arrivando a segnare un nuovo massimo storico.

I prezzi dell’energia

I prezzi dell’energia elettrica per le imprese sono diminuiti del 15% per tutte le fasce di consumo, collocandosi intorno ai minimi del decennio. Per i consumatori domestici, invece, la riduzione del prezzo è stata di circa il 10%. Sul fronte gas, il prezzo per le imprese ha subito cali superiori al 20%. Con valori vicini ai minimi decennali, soprattutto per le imprese più grandi. Tuttavia, a partire da fine estate si sono registrati aumenti che hanno comportato una rapida risalita del costo della bolletta nel IV trimestre 2020, sia per le utenze industriali che per quelle domestiche. Enea sottolinea anche che dall’Analisi emerge come si sia ridotto il differenziale di prezzo di elettricità e gas. Che in Italia si paga in più rispetto al resto dell’Ue, sia all’ingrosso che nei consumi finali.

Le fonti energetiche rinnovabili

Grazie alla riduzione dei consumi energetici totali, la quota di Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) sui consumi finali è pari al 20% circa. Con un aumento di 2 punti percentuali rispetto al 2019. Questo dato consente all’Italia di superare il target del 17% entro il 2020 fissato dall’Unione Europea. “Se i consumi totali fossero rimasti sui livelli del 2019 la quota di FER si sarebbe fermata poco oltre il 18,1%, a conferma del fatto che la progressione verso il target stabilito nel PNIEC per il 2030 (30%) rimane lenta. E ancor più lontano risulta il nuovo target Ue”, ha evidenziato Gracceva. “Il 2020 ha infatti segnato un ulteriore rallentamento delle installazioni di nuova capacità elettrica rinnovabile. Ferme a circa 1/4 di quanto sarebbe necessario per raggiungere gli obiettivi 2030”, ha ribadito il ricercatore.

Le tecnologie green

Per quanto riguarda l’energia pulita, l’analisi evidenzia l’aumento del 27% delle importazioni di tecnologie low carbon. Per un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro. Si tratta soprattutto veicoli elettrici, ibridi e batterie che sono arrivati a coprire il 56% di questo segmento di import. Nell’insieme, Enea segnala un disavanzo commerciale per le tecnologie green di 1,1 miliardi di euro, il 60% in più rispetto al 2019, a fronte di una riduzione del 14% dell’import totale di merci. Tra le notizie positive, invece, c’è il raggiungimento del pareggio commerciale nel fotovoltaico e un lieve aumento delle esportazioni di veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV).

Cos’è l’analisi trimestrale del sistema energetico italiano

L’analisi trimestrale del sistema energetico italiano di Enea esamina i fattori che caratterizzano il sistema energetico nazionale, per valutare le tendenze relative alle tre dimensioni della politica energetica: decarbonizzazione, sicurezza e costo dell’energia. È in linea con l’obbligo di svolgere attività di monitoraggio della transizione energetica, previsto dal 2017 per gli Stati membri dell’Unione Europea. L’analisi pone l’attenzione sugli aspetti che consentono di individuare le criticità attuali. E di anticipare quelle in divenire anche in relazione agli obiettivi – di medio e lungo termine – stabiliti dall’Ue. Questa elaborazione periodica dei dati relativi al settore energetico tenta di fornire un quadro complessivo dell’evoluzione del sistema. Qui il rapporto completo.
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