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Aste verdi, come finanzieranno il Green New Deal?

Cosa sono le aste verdi e come funziona il meccanismo dell’Emission Trading System? Questioni di appalti e quote declinate in modalità green
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Aste verdi, come finanzieranno il Green New Deal?
C’è una riflessione da aprire sulle aste verdi. Il decreto Clima ha annunciato una serie di incentivi per promuovere il Green New Deal. In particolare, ha introdotto il “buono mobilità”, ha istituito un fondo per finanziare progetti di creazione, prolungamento, ammodernamento di corsie preferenziali di trasporto pubblico locale e istituito un programma sperimentale di messa a dimora di alberi, di reimpianto e di silvicoltura a favore delle città metropolitane.
I proventi delle aste 2018 Gli ultimi dati disponibili sono quelli contenuti nel Rapporto 2018 sulle aste di quote europee di emissione rintracciabile sul sito del Gse (www.gse.it). Lo scorso anno, si legge nel report, l’Itala ha collocato circa 93 milioni di Eua a un prezzo medio ponderato di 15,43 euro per 1,4 miliardi di euro di proventi.
Tutte e tre queste misure saranno finanziate con una quota parte dei proventi delle aste delle quote di emissione di CO2, versata dal GSE ad apposito capitolo del bilancio dello Stato. Ma cosa sono le aste verdi, e come funziona il relativo meccanismo? L’Emission Trading System: cos’è e come funziona Focus sulle aste aste verdi Settori e gas interessati Il ruolo del GSE nelle aste verdi

L’Emission Trading System: cos’è e come funziona

In attuazione del protocollo di Kyoto, il Sistema Europeo di Scambio di Quote di Emissione è il principale strumento adottato dall’Unione europea per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei settori energivori. Secondo la Commissione europea l’ETS “è una delle pietre angolari su cui si fonda la politica dell’UE per contrastare i cambiamenti climatici. E uno strumento essenziale per ridurre in maniera economicamente efficiente le emissioni di gas a effetto serra. È il primo mercato mondiale della CO2 e continua a essere il più esteso”.
Il sistema ETS in pillole
Principio Il principio in base al quale il sistema opera è quello della limitazione e dello scambio delle emissioni (cap & trade): viene fissato un tetto alla quantità totale di alcuni gas serra che possono essere emessi dagli impianti che rientrano nel sistema.
Assegnazione a titolo gratuito La vendita all’asta è il metodo standard di assegnazione delle quote alle imprese che partecipano al sistema europeo di scambio delle quote di emissione (EU ETS). Tuttavia, in settori diversi da quello della produzione di energia, il passaggio verso la messa all’asta è avvenuto progressivamente (alcune quote continueranno a essere assegnate a titolo gratuito fino al 2020 e oltre). Continuare ad assegnare quote a titolo gratuito permette all’UE di perseguire obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni mettendo al tempo stesso un’industria che compete a livello internazionale al riparo dal trasferimento delle emissioni di CO2. Nell’attuale periodo di scambi (2013-2020), il 57% del totale delle quote sarà messo all’asta e quelle rimanenti potranno essere assegnate a titolo gratuito. L’assegnazione a titolo gratuito diminuisce ogni anno.
Vendita all’asta La vendita all’asta è il metodo standard di assegnazione delle quote nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione EU ETS: le imprese devono acquistare una percentuale crescente delle quote di emissione tramite aste.
Uso dei crediti internazionali Le imprese possono anche acquistare quantità limitate di crediti internazionali da progetti di riduzione delle emissioni di tutto il mondo. I crediti internazionali sono strumenti finanziari che rappresentano una tonnellata di CO2 eliminata o ridotta dall’atmosfera a seguito di un progetto di riduzione delle emissioni. Attualmente i crediti internazionali sono generati attraverso due meccanismi istituiti nell’ambito del protocollo di Kyoto:
  • il CDM, il meccanismo di sviluppo pulito, che permette ai paesi industrializzati impegnati a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di investire in progetti che riducono le emissioni in paesi in via di sviluppo come alternativa a più costose riduzioni da effettuare a casa propria. Il CDM genera riduzioni certificate di emissioni (CER).
  • la JP, o applicazione congiunta, che permette ai paesi industrializzati di ottemperare in parte all’obbligo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serrato finanziando progetti che riducono tali emissioni in altri paesi industrializzati. L’applicazione congiunta (JI) prevede la creazione di unità di riduzione delle emissioni (ERU).
Le fasi

Fase 1 (2005-2007): si è trattato di una fase pilota della durata di 3 anni in cui si procedeva in modo empirico in per preparare la fase 2. Tale fase ha riguardato soltanto le emissioni di CO2 degli impianti energetici e delle industrie che facevano un uso intensivo di energia. In questo arco temporale quasi tutte le quote di emissione sono state assegnate alle imprese a titolo gratuito, e la sanzione in caso di mancato rispetto degli obblighi era pari a 40 euro per tonnellata. La fase 1 è riuscita a stabilire:

  • un prezzo per la CO2
  • il libero scambio di quote di emissione in tutta l’UE
  • l’infrastruttura richiesta per controllare, comunicare e verificare le emissioni delle imprese interessate.

Fase 2 (2008-2012): ha coinciso con il primo periodo d’impegno del protocollo di Kyoto, in cui i paesi aderenti all’EU ETS avevano concreti obiettivi di riduzione delle emissioni da raggiungere. In questa fase:

  • numerosi paesi hanno esteso il sistema alle emissioni di ossido di azoto provenienti dalla produzione di acido nitrico;
  • la proporzione di quote assegnate a titolo gratuito è scesa leggermente a circa il 90%;
  • numerosi paesi hanno organizzato aste e
  • la sanzione in caso di mancato rispetto degli obblighi è aumentata a 100 euro per tonnellata.

Fase 3 (2013-2020) Il sistema ETS UE è attualmente nella sua terza fase, che è significativamente diversa dalle fasi 1 e 2. Questi i principali cambiamenti:

  • alle emissioni si applica un unico tetto per tutta l’UE anziché tetti nazionali come in precedenza;
  • la vendita all’asta è il metodo comune di assegnazione delle quote (anziché l’assegnazione a titolo gratuito), mentre alle quote ancora assegnate gratuitamente si applicano norme armonizzate;
  • è contemplato un maggior numero di settori e di gas;
  • grazie al programma NER 300, sono state accantonate nella riserva per i nuovi entranti 300 milioni di quote per finanziare la diffusione di tecnologie innovative per le energie rinnovabili e la cattura e l’immagazzinamento della CO2.

Fase 4 (2021-2030) Il quadro legislativo del sistema ETS dell’UE per il prossimo periodo di scambio (fase 4) è stato rivisto all’inizio del 2018 per poter conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030, in linea con il quadro delle politiche per il clima e l’energia per il 2030 e come parte del contributo dell’UE all’accordo di Parigi del 2015. La revisione si incentra sui seguenti aspetti:

  • rafforzare l’ETS UE come stimolo agli investimenti;
  • migliorare la resilienza dell’ETS dell’UE agli shock futuri;
  • proseguire con l’assegnazione gratuita di quote a garanzia della competitività internazionale dei settori industriali esposti al rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, garantendo al tempo stesso che le regole per determinare l’assegnazione gratuita siano mirate e riflettano il progresso tecnologico;
  • aiutare l’industria e il settore energetico a rispondere alle sfide dell’innovazione e degli investimenti richiesti dalla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio attraverso vari meccanismi di finanziamento.

Focus sulle aste verdi

La vendita all’asta è il metodo di assegnazione più trasparente e mette in pratica il principio “chi inquina paga”. La vendita all’asta delle quote di emissione è disciplinata dal regolamento dell’EU ETS, che riguarda i tempi, la gestione e altri aspetti della vendita all’asta delle quote per garantire che si svolga in maniera aperta, trasparente, armonizzata e non discriminatoria. Il regolamento della vendita all’asta cerca di mettere in pratica diversi criteri indicati come necessari dalla direttiva EU ETS (prevedibilità; efficienza rispetto ai costi; accesso equo alle aste; simultaneo accesso alle informazioni per tutti gli operatori). Nel periodo 2013-2020 la percentuale di quote vendute all’asta è destinata ad aumentare ogni anno. Le aste sono utilizzate per collocare:

  • il 50% delle European Union Allowances (EUA), per adempiere agli obblighi di compensazione delle emissioni di tutti gli operatori ETS, e
  • il 15% delle European Union Allowances Aviation (EUA A), utilizzabili solo dagli operatori aerei. Annualmente, i quantitativi delle quote da collocare sono resi pubblici dal gestore della piattaforma attraverso la pubblicazione di Calendari d’asta.
Manifattura e aviazione ricevono parte delle quote a titolo gratuito e ricorrono alle aste per la parte rimanente. I soggetti finanziari invece (banche, società di investimento e intermediari finanziari) partecipano alle aste contribuendo ad aumentare la liquidità del mercato primario e secondario.

Alle aste partecipano i produttori di energia elettrica e gli impianti che si occupano di cattura, trasporto e stoccaggio di CO2 (CCS) devono approvvigionarsi sul mercato delle quote necessarie per coprire il proprio fabbisogno di emissioni.

Chi partecipa alle aste
Possono partecipare alle aste verdi CO2 i seguenti soggetti:
  • Gestori di impianti fissi o operatori aerei che ricadono nell’ambito della Direttiva ETS;
  • Imprese d’investimento autorizzate ai sensi della Direttiva 2004/39/CE (MiFID) che presentano un’offerta per conto proprio o per conto dei loro clienti;
  • Enti creditizi autorizzati ai sensi della Direttiva 2006/48/CE (Dir. Enti Creditizi) che presentano un’offerta per conto proprio o per conto dei loro clienti;
  • Raggruppamenti di gestori di impianti o operatori aerei che agiscono in qualità di rappresentanti dei loro membri;
  • Trader di energia e commodity a patto che la normativa dello Stato membro in cui sono stabiliti lo consenta;
  • Organismi pubblici o enti di proprietà pubblica che controllano gestori di impianti o operatori aerei.
Modalità di partecipazione
Gli aventi diritto devono presentare domanda di ammissione alle singole piattaforme: per ciascuna piattaforma, l’ammissione è vincolata al superamento da parte dell’operatore di un processo di know-your-customer-check e al pagamento delle tariffe di partecipazione. Il calendario d’asta per ogni anno civile entrante è pubblicato, per la piattaforma comune europea, entro il 30 settembre. Mentre per le piattaforme nazionali invece, la pubblicazione avviene entro il 31 ottobre. Per ogni asta, il calendario riporta data, periodo d’offerta, condizioni contrattuali e volumi minimi negoziabili. Per ciascuna asta:
  • i partecipanti presentano le proprie offerte (quantità di quote richieste e prezzo offerto) durante la sessione d’asta, senza conoscere le offerte presentate da altri soggetti. Il volume minimo d’offerta è pari ad un lotto di 500 quote;
  • è previsto un unico prezzo di aggiudicazione (clearing price) determinato dalla piattaforma che ha bandito l’asta;
  • il prezzo di aggiudicazione è il valore economico minimo proposto per cui la quantità di quote domandata dai partecipanti eguaglia quella offerta dagli Stati membri.
Supervisione: Sorvegliante Unico d’Asta (Single Auction Monitor – SAM), selezionato da Stati membri e Commissione europea tramite apposita gara d’appalto. Attualmente nessuna gara d’appalto svolta è riuscita a designare una SAM.

Le aste verdi si svolgono su piattaforme individuate tramite gara d’appalto e gestite nelle modalità previste dal “Regolamento Aste” (n. 1031/2010). Esistono tre piattaforme operative:

  1. la CAP2, una piattaforma centralizzata a livello europeo che raccoglie le quote di proprietà di 25 Stati membri (compresa l’Italia);
  2. la EEX (European Energy Exchange), a Lipsia, è la piattaforma comune per la grande maggioranza dei paesi che partecipano all’EU ETS l’EEX funge anche da piattaforma d’asta della Germania;
  3. la ICE Futures Europe, a Londra, che funge da piattaforma per il Regno Unito.

Settori e gas interessati

Il sistema riguarda i seguenti settori e gas e presta particolare attenzione alle emissioni delle quali è possibile effettuare misurazioni, relazioni e verifiche con un elevato grado di precisione:

  • anidride carbonica (CO2) derivante da produzione di energia elettrica e di calore ma anche da settori industriali ad alta intensità energetica, comprese raffinerie di petrolio, acciaierie e produzione di ferro, metalli, alluminio, cemento, calce, vetro, ceramica, pasta di legno, carta, cartone, acidi e prodotti chimici organici su larga scala;
  • anidride carbonica (CO2) derivante da aviazione civile;
  • ossido di azoto (N2O) derivante dalla produzione di acido nitrico, adipico e gliossilico e gliossale;
  • perfluorocarburi (PFC) derivanti dalla produzione di alluminio.

Eccezioni possibili

La partecipazione all’ETS UE è obbligatoria per le imprese che operano in questi settori, ma:
  • in alcuni settori sono inclusi soltanto gli impianti al di sopra di una certa dimensione;
  • alcuni impianti di dimensioni ridotte possono essere esclusi qualora le amministrazioni mettano in atto misure fiscali o di altro genere che ne riducano le emissioni di un quantitativo equivalente;
  • nel settore dell’aviazione, fino al 31 dicembre 2023 il sistema ETS UE si applica unicamente ai voli tra aeroporti situati nello Spazio economico europeo (SEE).

Il ruolo del GSE nelle aste verdi

Il GSE – società controllata dal ministero dell’Economia che, come noto, ha anche un ruolo centrale nella gestione degli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili – è il responsabile del collocamento (Auctioneer) delle quote di emissione italiane sulla piattaforma comune europea, ed esprime un membro nazionale nel Joint Procurement Steering Committee (JPSC).

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