Dal 1° maggio sarà applicata la nuova classificazione delle sostanze
È ormai imminente il termine a partire dal quale le sostanze devono essere classificate secondo i nuovi criteri introdotti dal regolamento numero 707 pubblicato a marzo 2023, e che ha modificato il regolamento CLP. A partire, infatti, dal 1° maggio 2025 le sostanze che rispondono ai nuovi criteri di classificazione, dovranno essere classificate ed etichettate secondo le disposizioni contenute nel regolamento stesso.
La scadenza ci offre l’occasione per richiamare alla memoria le rilevanti novità introdotte da tale regolamento, di particolare interesse per i temi ambientali.
Nuova classificazione delle sostanze: un recap delle novità introdotte fino ad ora
I nuovi criteri di classificazione riguardano, infatti, l’interferenza con il sistema endocrino per l’ambiente, le Proprietà persistenti, bioaccumulabili e tossiche o molto persistenti e molto bioaccumulabili, nonché Proprietà persistenti, mobili e tossiche o molto persistenti e molto mobili.
Proviamo a comprendere meglio le nuove classi di pericolo.
Nuove classi di pericolo
Il regolamento definisce “interferente endocrino” la sostanza o miscela che altera una o più funzioni del sistema endocrino, causando effetti nocivi su un organismo integro, la sua progenie, le popolazioni o le sottopopolazioni.
Di grande interesse sono anche i criteri di classificazione delle sostanze e miscele persistenti, bioaccumulabili e tossiche o molto persistenti e molto bioaccumulabili: trattasi di sostanze e miscele che non si decompongono facilmente nell’ambiente e tendono ad accumularsi negli organismi viventi attraverso la rete trofica.
La tendenza all’accumulo nell’ambiente è difficile da invertire in quanto, anche riducendo le emissioni di tali sostanze, la loro concentrazione ambientale non diminuisce rapidamente, con effetti a lungo termine spesso difficili da prevedere.
Una volta che queste sostanze sono state rilasciate nell’ambiente è difficile annullare gli effetti dell’esposizione, il che porta all’esposizione cumulativa di animali ed esseri umani attraverso l’ambiente. Tali caratteristiche erano note da tempo, ed era pertanto urgente la definizione dei criteri di classificazione di riferimento.

