Smart City, tra il dire e il realizzare: cosa accade nel Mondo?
Si fa presto a parlare di smart cities, di città cablate e interconnesse, capaci di rendere la vita più agile ai suoi abitanti attraverso l’applicazione delle tecnologie. Ma la realizzazione di soluzioni intelligenti a servizio della collettività è cosa ben diversa, e spesso lontana, rispetto alla pianificazione istituzionale: una difficoltà che non appartiene solo alle città italiane ma che è comune a diverse latitudini dell’emisfero, da Singapore a Buenos Aires, passando per New York, Parigi e Berlino. A rilevarlo è l’indagine targata Johnson Controls, società che si occupa di tecnologie per gli edifici, soluzioni antincendio e di sicurezza integrata. L’indagine ha coinvolto oltre 150 portatori di interessi cittadini in dodici paesi del Mondo: Stati Uniti, Canada, Cina, Singapore, India, Brasile, Colombia, Argentina, Messico, Polonia, Francia e Germania.
Smart city, il futuro prossimo possibile
Per gestire il crescente numero di iniziative legate a questo tema, molte città hanno istituito degli uffici dedicati. Il 49% degli intervistati ha infatti affermato che è quest’ultimo a prendersi carico di tutte le attività dedicate alle smart city. È opinione condivisa che si rivelerà un supporto molto utile in vista dell’aumento del numero e dell’importanza dei progetti, dato che molte città sono ancora nelle fasi iniziali del percorso. Quasi il 70% dei partecipanti all’indagine, infatti, ha rilevato che la propria città deve ancora implementare una strategia o un programma legato alle smart city.
C’è però un problema di fondi: sono diversi i fattori alla base degli investimenti nelle smart city e a livello globale, i principali sono legati a sviluppo economico, problematiche ambientali e sostenibilità. Sulla strada che porta all’implementazione di soluzioni intelligenti, occorre superare una serie di ostacoli. Quello principale è la carenza di fondi per le smart city: dall’indagine della Johnson Controls emerge che nel 57% dei casi è lo Stato che finanzia contro il 34% composto da fondi pubblico-privati e il 21% dato dal sostegno delle municipalità.
Smart city: ok illuminazione e sicurezza, al palo le colonnine di ricarica per le auto
Quando i cittadini guardano alle soluzioni tecnologiche a loro disposizione, devono confrontarsi con un’ampia gamma di opzioni e con le esigenze specifiche della propria città. L’indagine della Johnson Controls mostra come siano attualmente in corso numerosi progetti pilota che abbracciano aree tecnologiche differenti. Il 41% delle città ha un piano strategico in costruzione per realizzare la propria smart city e il 24% ne è già in possesso mentre il 10% ne è privo: solo il 22% è nella fase dell’implementazione mentre nell’8% dei casi ci sono progetti ad hoc ma non una strategia per la smart city. Stati Uniti e Canada guidano con il 22% di implementazione di piani dedicati alle smart city, rispetto al 7% in ambito globale.
L’illuminazione stradale a LED, le piattaforme di dati relativi alla città e la sicurezza pubblica smart sono ad oggi le principali soluzioni implementate a livello globale, con percentuali che toccano l’80%. Altre tecnologie, come per esempio la ricarica di veicoli elettrici, registrano tassi di adozione più lenti, ma si prevede che questo trend cambierà nel momento in cui diverranno più diffuse nelle città.
In prospettiva, sono numerosi i trend tecnologici che influenzeranno gli investimenti in iniziative legate alle smart city. In particolare data analytics, machine learning, Internet of Things e cybersecurity sono le principali tecnologie che si prevede avranno un notevole impatto sulle implementazioni nei prossimi cinque anni. Le città possono sfruttare questi trend e i cambiamenti che porteranno per offrire migliori servizi al cittadino e migliorarne la qualità della vita. Ma servono progetti già calati nel futuro, altrimenti si rischia che una volta realizzati, siano già vecchi.
Intanto gli italiani vanno in Kenya a costruire una smart city: chi le realizzerà in Italia?