Innovazione

Recovery Plan, le infrastrutture sono la priorità per la ripresa

Indagine EY-SWG: serve una visione di sistema che parta da una sburocratizzazione della PA per investire in una mobilità sostenibile
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Recovery Plan, le infrastrutture sono la priorità per la ripresa
Un nuovo piano integrato a livello nazionale, semplificazione della Pubblica Amministrazione (PA) e una mobilità più sostenibile. Sono queste le priorità per la ripresa individuate da un’indagine EY-SWG, presentata in occasione del primo appuntamento dell’EY Summit sulle Infrastrutture 2021 “Costruzioni e intermodalità”. La ricerca ha coinvolto 400 manager e dirigenti italiani e li ha interrogati sul settore infrastrutturale, con un focus su Recovery Plan, mobilità sostenibile e smart city. “L’Italia si trova di fronte a un’occasione senza precedenti. Le risorse del Recovery Plan e l’ampio consenso politico sulla necessità di trasformare il Paese fanno sì che oggi ci siano le condizioni ideali per rendere l’Italia ancora più attrattiva. Secondo l’indagine EY-SWG il Recovery Plan è infatti un’occasione fondamentale di rilancio per il Paese per il 71% degli intervistati, e le infrastrutture sono un tassello chiave per questa strategia e possono agire da moltiplicatore di investimento. Tutto questo passa da una riforma della Pubblica Amministrazione che permetta alle aziende di operare in tempi rapidi, instaurando così un clima di fiducia e proficua collaborazione tra operatori economici ed istituzioni pubbliche”, ha commentato Massimo Antonelli, Regional Partner dell’area Mediterranea e CEO per l’Italia di EY.

La rete infrastrutturale

Dall’indagine emerge che l’emergenza pandemica ha evidenziato ulteriormente l’importanza di avere infrastrutture efficienti. La ricerca, infatti, ha messo in evidenza come i manager italiani riconoscano alle infrastrutture un ruolo strategico per il futuro del Paese. Il 97% è convinto che gli investimenti in questo settore a favore della mobilità siano essenziali per lo sviluppo economico e la competitività nazionale. “Il sistema infrastrutturale italiano è storicamente caratterizzato da un’insufficienza di connessioni tra gli snodi logistici più rilevanti: porti, reti ferroviarie e aeroporti. Una carenza di collegamenti che finisce per penalizzare pesantemente la nostra economia. Dall’analisi EY-SWG emerge un’ampia convergenza (95% dei manager rispondenti) sull’importanza di un nuovo piano integrato di rinnovamento del sistema infrastrutturale, capace di esprimere una visione di insieme delle priorità del Paese. Per realizzarlo occorrerà un’incisiva riforma legislativa capace di incentivare la trasformazione delle nostre infrastrutture, promuovendo allo stesso tempo una sinergia virtuosa tra il settore pubblico e quello privato anche attraverso forme innovative di partenariato”, ha dichiarato Stefania Radoccia, Responsabile Mercati dell’area Mediterranea di EY. Inoltre, secondo il 95% degli intervistati, è fondamentale che gli investimenti siano indirizzati sulla base di un nuovo piano integrato per rinnovare la rete infrastrutturale capace di esprimere una visione di insieme delle priorità del Paese. Per quanto riguarda le tipologie di infrastrutture, il 71% dei manager ha risposto che dovremmo puntare come priorità su quelle digitali; il 50% sui sistemi integrati di mobilità metropolitana; il 43% sull’alta velocità ferroviaria; e il 41% sulle infrastrutture sanitarie.

Il Recovery Plan

Il Recovery Plan viene considerato da sette manager su dieci (71%) come un’occasione unica per dare un impulso alla crescita economica italiana. Inoltre, secondo il 64% dei manager, porterà come beneficio la semplificazione del sistema burocratico e l’accelerazione delle procedure amministrative. Per quanto riguarda la priorità di destinazione dei fondi, più della metà degli intervistati, il 53%, pensa che debba andare alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione; il 49% all’istruzione; e il 46% alle grandi opere infrastrutturali. La ricerca evidenzia un generale ottimismo: il 55% dei dirigenti sostiene che sapremo utilizzare la maggior parte dei fondi europei. Tuttavia, restano dubbi diffusi sulla nostra capacità di servirci al meglio delle risorse europee. Soltanto il 27% crede che investiremo la totalità dei fondi destinati all’Italia; mentre il 18% afferma che ne impiegheremo meno della metà. I processi burocratici del nostro Paese, considerati troppo lunghi e complessi, sono una delle motivazioni di questo scetticismo.

Accrescere l’attrattività

Nonostante il Recovery Plan sia indubbiamente riconosciuto come un importante contributo economico per permettere la crescita del Paese, per gli intervistati non può e non deve essere l’unico. Per questo motivo, i manager italiani credono che sia fondamentale aumentare l’attrattività delle infrastrutture italiane a livello nazionale ma anche internazionale. Secondo il 78% degli intervistati, i fondi europei potranno rappresentare un volano per ulteriori investimenti privati, greenfield o brownfield. Come soluzione per ammodernare il sistema infrastrutturale italiano, i rispondenti indicano soprattutto l’adozione di innovativi modelli collaborativi capaci di instaurare una sinergia virtuosa tra le istituzioni e le imprese. Secondo l’83% dei dirigenti italiani per progettare le nuove opere strategiche sarà necessario ripensare ai sistemi di finanziamento aprendo al settore privato e a contratti di appalto che prevedano anche la gestione dell’infrastruttura.

Il ruolo della sostenibilità

Al centro degli investimenti europei ci sono soprattutto le infrastrutture per la mobilità. Secondo il 53% dei manager si dovrebbe privilegiare la sostenibilità ambientale; e secondo il 45% si dovrebbe migliorare il collegamento centro-periferie. Per i rispondenti della survey, l’attenzione all’ambiente è un tema importante che non riguarda solo le infrastrutture di mobilità. Il 75% pensa sia necessario considerare l’impatto ambientale di tutte le grandi infrastrutture sin dalla sua progettazione. Prendendo in considerazione la possibilità che un giorno vengano rimosse completamente per diminuire l’impatto sull’ambiente.

La necessità di città davvero smart

Inoltre, i manager hanno sottolineato l’importanza della costruzione di sistemi intelligenti capaci di dialogare con i mezzi di trasporto e con gli utenti finali, ma soprattutto in grado di monitorare costantemente lo stato di salute dell’infrastruttura per agevolare gli interventi di manutenzione. Oltre all’innovazione, anche la visione sistemica è considerata dagli autori della ricerca un caposaldo della mobilità del futuro. Tuttavia, dall’indagine emerge che questa visione è ancora oggi poco presente. Solo il 12%, infatti, cita i porti tra le infrastrutture su cui bisognerebbe investire, visto anche il ruolo strategico che ricoprono nell’interscambio commerciale.

Rigenerazione urbana e smart cities

Tra gli intervistati una particolare attenzione viene dedicata al tema della rigenerazione urbana e ai nuovi modelli dell’abitare. Il 59% pensa sia fondamentale migliorare le infrastrutture fisiche per i trasporti; e il 41% afferma sia dirimente recuperare spazi abbandonati come ex fabbriche e caserme. Questo grande intervento nelle città, a detta dei manager italiani, deve essere portato avanti da enti pubblici in grado di coinvolgere il più possibile le realtà private. L’85% crede che il finanziamento delle opere dovrebbe essere gestito da istituzioni e imprese in stretta connessione; e il 67% vuole applicare la stessa collaborazione anche alla riprogettazione degli spazi.
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