Professionisti, nasce il modulo per l’uso consapevole dell’Intelligenza Artificiale

Nasce il primo modulo informativo destinato ai professionisti sull’utilizzo di strumenti di IA (Intelligenza Artificiale), in conformità con quanto previsto dal D.Lgs. 132/2025. Il documento, elaborato per Confprofessioni, si configura come uno strumento pratico e immediato per tutti i professionisti tenuti a fornire l’informativa ai propri clienti, in piena attuazione della nuova normativa.
A redigerlo, ci ha pensato un gruppo di giuristi del Corso di Etica e Intelligenza Artificiale della Pontificia Università Antonianum, coordinato da Giampaolo Di Marco, Segretario Generale di ANF, Associazione Nazionale Forense e Direttore Generale del Dipartimento Libere Professioni (DLP). Contestualmente, il gruppo di studio ha avviato la costituzione di un laboratorio permanente dedicato all’analisi del rapporto tra AI e il mondo delle professioni.
Il modulo per l’utilizzo dell’IA da parte dei professionisti
Il modulo è adatto a tutte le professioni cui si applica il decreto e può essere allegato alla lettera di incarico professionale, al consenso informato in ambito sanitario, o a qualsiasi contratto che preveda l’obbligo di comunicare in modo trasparente l’uso di tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale.
Si tratta del primo documento del genere a disposizione dei professionisti. Tra le clausole presenti nel modulo, si rammenta al cliente che l’utilizzo dei sistemi di IA è finalizzato “al solo esercizio delle attività strumentali e di supporto all’attività professionale. Garantendo in ogni caso la prevalenza del lavoro intellettuale oggetto della prestazione d’opera di cui all’incarico conferito”.
L’utilizzo dell’IA, infatti, “non sostituisce in alcun modo il giudizio, la competenza e la responsabilità del professionista, il quale è responsabile di ogni valutazione e decisione finale”.
Tra responsabilità e garanzie
“L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nel mondo delle professioni – dichiara Marco Natali, Presidente di Confprofessioni – impone nuove responsabilità e un approccio consapevole. Questo primo modulo informativo rappresenta un passo concreto nella direzione della trasparenza e della tutela reciproca”. Per Paola Fiorillo, delegata IA all’interno della Giunta nazionale, il modulo per i professionisti rappresenta “uno strumento utile e immediatamente applicabile, nel segno dell’etica e dell’innovazione”.
Per il gruppo di studio il lavoro non finisce qui, visto che ha avviato la costituzione di un laboratorio permanente dedicato all’analisi del rapporto tra AI e professioni. L’obiettivo è approfondire le implicazioni etiche, giuridiche e deontologiche e di promuovere garanzie concrete a tutela dei clienti e dei professionisti che utilizzano strumenti basati sull’IA.
La digitalizzazione in Italia
Proprio in un recente convegno promosso da Fondazione Italia Digitale, è emersa la necessità di strumenti semplici e capillari per accompagnare la digitalizzazione delle micro e piccole imprese e dei professionisti, che rappresentano il 95% del tessuto produttivo nazionale.
Come ricorda il recente rapporto della Commissione europea sullo stato del decennio digitale 2025, entro il 2030 solo il 60% delle aziende italiane avrà adottato sistemi avanzati di intelligenza artificiale. Un dato piuttosto negativo, parecchio lontano dalla media europea del 75%. Certo, i progressi ci sono e li segnala anche la Commissione. Rispetto alla precedente rilevazione, l’Italia ha migliorato la copertura di rete in fibra, che a fine 2024 copriva il 70% del territorio. Tra le criticità maggiori che ancora scontano le aziende, le lacunose conoscenze informatiche e il mancato sviluppo di un ecosistema di startup innovative.