Innovazione

Industria 4.0 ai tempi del Covid: gli scenari possibili

Nel corso di un convegno dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano si è cercato di capire cosa sta succedendo nel mondo dell’innovazione industriale
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Industria 4.0 ai tempi del Covid: gli scenari possibili
Qualche riflessione sull’industria 4.0 e in generale sul futuro delle aziende nel post-covid Quando lo scorso 11 marzo la diffusione del Covid-19 è stata dichiarata ufficialmente pandemia si è tracciata una linea temporale che ha definito per sempre un prima e un dopo nello sviluppo umano, politico ed economico di tutto il mondo. Dei cambiamenti che ne sono conseguiti si è letto ovunque, e ancora si legge, quale che sia la fase di remissione o recrudescenza dell’infezione da SarsCoV2. E se, sulle previsioni future che tanto e legittimamente preoccupano, c’è poco da dire con certezza. Mentre sui conti del tempo pre-Covid, si possono invece fare analisi e capire perché non torneranno più.

Industria 4.0

Ignaro di quello che stava per succedere (e in che modo), il mondo industriale ed economico pre-Covid riponeva molte speranze e promuoveva investimenti nelle soluzioni 4.0. Era un momento interessante per molti produttori, e per il mercato del lavoro in genere, dal potenziale entusiasmante, con enormi benefici per un pensiero positivo di futuro. Oggi invece l’idea del futuro è stata soppiantata da quella necessaria del ‘qui e ora’. La nostra salute e la salute della nostra famiglia, di amici e colleghi, la possibilità di accedere al cibo e alle risorse di cui abbiamo bisogno, la sicurezza di un lavoro sono diventate la prima cosa di cui preoccuparsi.

Industria 4.0 e Covid19

A questo punto potrebbe sembrare insensibile e logicamente inappropriato discutere di industria 4.0 nello stesso modo in cui era vista nel mondo pre-Covid. Il modello di business 4.0 si basava sui vantaggi competitivi, sulla riduzione dei costi, passando per sostenibilità e innovazione. L’obiettivo era far funzionare meglio le aziende. Adesso l’attenzione di molti produttori è la sopravvivenza e, soprattutto, la limitazione dei danni. Poiché l’impatto finanziario immediato sui produttori si sta già traducendo in un’enorme riduzione della spesa e degli investimenti. Oltre a tutto questo, dobbiamo anche considerare la quantità di tempo sconosciuta che ci vorrà perché le cose tornino a un certo livello di gestione controllabile.

Industria 4.0 e l’Italia

Ma cosa sta succedendo in Italia, uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia? Ha provato a dare una risposta, o – meglio – più risposte, il convegno Digital New Normal: essere 4.0 ai tempi del Covid, organizzato lo scorso 22 giugno dall’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, in collaborazione con Assolombarda. Ciò che emerge è una situazione ancora troppo giovane per poter essere considerata definitiva o pronostico di uno scenario preciso. Di certo, come dicevamo, i dati promettenti del pre-Covid (con un aumento del 22 per cento nel 2019 rispetto al 2018) non saranno riconfermati per il 2020 (previste contrazioni del 10 per cento circa). Fanno ben sperare gli adattamenti e le intuizioni 4.0 convertiti per l’emergenza (dai sistemi di sanificazione fino alla produzione 3D di presidi ospedalieri, ad esempio), tuttavia l’incertezza del panorama economico e finanziario mondiale non consente lo sviluppo di visioni aziendali strategiche e coordinate. Secondo l’Osservatorio, infatti, circa il 25 per cento delle aziende non dispone di un programma, ma procede per progetti spot. Il 42 persegue diversi progetti in modo coordinato, ma senza una strategia a lungo termine, mentre il 24 segue in modo generico la strategia pre-Covid. E solo il 10 per cento dispone in modo strutturato di una strategia 4.0 in grado di poter essere portata avanti pur modificandola anche adesso.

Industria 4.0 “now”

Quello delle tecnologie e delle soluzioni 4.0 non è (stato) solo l’appeal di una produzione all’avanguardia. Maha rappresentato per molte aziende il modo per salvarsi da e attraversare letteralmente un probabile burrone. Il loro difficilissimo compito adesso è cercare di non tornare indietro e ottimizzare queste tecnologie ora e in futuro. Chiunque sia nella posizione di agevolare questa industria ha dunque il dovere di aiutare a far fronte alla crisi, sostenendo gli investimenti. Dev’esserci una responsabilità collettiva per non peggiorare la situazione durante la ripresa. E bisogna soprattutto cercare di innovare partendo dall’eliminazione gli sprechi, ora più che mai base imprescindibile per qualsiasi ripartenza.
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