Innovazione

Città post-covid, come sfruttare le possibilità dell’Intelligenza Artificiale?

Sensoworks Smart City è una visione di città post-pandemica incentrata sull'intelligenza artificiale e sui servizi smart al cittadino
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Città post-covid, come sfruttare le possibilità dell’Intelligenza Artificiale?

La startup italiana Sensoworks, specializzata nel monitoraggio delle infrastrutture attraverso piattaforme multilivello, sta lavorando al progetto Sensoworks Smart City, una visione di città post-covid incentrata sull’intelligenza artificiale. Nelle smart city di Sensoworks piattaforme digitali processeranno grandi quantitativi di dati e li trasferiranno a sistemi di intelligenza artificiale. Che poi li elaboreranno, riuscendo così supportare e anticipare i bisogni dei cittadini.

Il Coronavirus ha premuto l’acceleratore su tali concept di smart-circular city. Ecco allora che, grazie anche alla startup romana, presto vedremo concretizzarsi i primi progetti di smart city avanzate, in cui grandi masse di dati raccolti da sensori sparsi per le città verranno rielaborati in algoritmi finalizzati alla gestione di sistemi automatizzati, alla fornitura di servizi e, in generale, al miglioramento della vita dei cittadini.

L’idea di una città post-covid intelligente

Sensoworks Smart City è un unico ecosistema nel quale le piattaforme software e i dispositivi connessi — lampioni intelligenti, automobili, wearables e smartphone — interagiscono con le attività quotidiane e gli spazi della città, dal supermercato intelligente allo smart hospital. Un’altra direttrice rilevante seguita da Sensoworks è quella dello smart parking. Senza escludere aspetti più legati alla vita personale, ma comunque con rilevanza urbana, come le finestre in grado di autoregolare la loro opacità per svegliare dolcemente le persone oppure i robot che basandosi sul meteo suggeriscono cosa indossare.

La startup italiana ha concepito una piattaforma che chiude il divario tra l’IA e lo IoT. Progettando non solo il software ma anche i manufatti, sensori e dispositivi. Ad esempio un sensore da inserire nei contenitori dell’immondizia, che — mediante rilevatori di peso, di pH, di gas e altri sensori, includendo anche un accelerometro — è in grado di misurare e comunicare il tempo reale la percentuale di riempimento del contenitore, il peso raccolto, la temperatura, il cambiamento di inclinazione, l’eventuale scoppio di un incendio, un impatto a causa di un’ipotetica collisione.

Grazie all’installazione di sensori di presenza sugli stalli cittadini, le amministrazioni e gli automobilisti potranno conoscere preventivamente lo stato dei parcheggi. Arrivando così al massimo utilizzo delle risorse di sosta, a maggiori profitti per i gestori e a una migliore esperienza per i cittadini.

Rischio di violare la privacy dei cittadini?

Da non sottovalutare, ovviamente, il rovescio della medaglia. Un controllo così capillare può entrare in conflitto – proponendosi di mappare l’intero contesto sociale/cittadino – con la privacy del singolo individuo. L’equilibrio tra funzionalità e spazio privato sarà complesso da stabilire; ma la pandemia ha reso ancora più irreversibili i processi di “smartificazione” delle città. La speranza è che si trovi il punto di mezzo tra etica ed economia.

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