Innovazione
Città post Covid-19: un’accelerazione verso la smart city?
La città post covid-19: il ruolo e l’importanza delle infrastrutture digitali e dei sistemi di trasporto che,in molti settori, hanno già reso le città un po’ più intelligenti
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L’arrivo del Coronavirus in Italia ha creato danni ancora difficilmente quantificabili, sanitari ed economici, e molta confusione. Come molte crisi, la pandemia può anche avere effetti di positiva accelerazione di processi e cambiamenti. Sui centri urbani e sul loro funzionamento, ad esempio, potrebbero esserci ricadute in termini di crescita digitale e di creazione di città più smart, connesse e intelligenti.
Sarà questo il futuro delle città post covid-19?
Cos’è una smart city?
Secondo la Comunità Europea, una smart city è “un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti dalle tecnologie digitali e dalle telecomunicazioni a beneficio dei suoi abitanti e della sua economia”. DurLe caratteristiche associate a una smart city sono sei: smart people, smart governance, smart economy, smart living, smart mobility e smart environment. Le infrastrutture di comunicazione giocano un ruolo centrale, sia nella loro matericità che in forma digitale. E le necessità di tenere connesse persone forzatamente lontane hanno dimostrato i limiti ma anche le grandi potenzialità di tutti i mezzi adoperati.Le infrastrutture digitali per città più smart
I due mesi di lockdown hanno dato nuova evidenza all’importanza delle infrastrutture digitali. Avere a disposizione buone connessioni e strumenti e device per utilizzarle ha, purtroppo, creato grandi differenze in tutti gli amiti possibili. L’accesso al digitale è stato il primo grande discrimine per moltissime persone, ancora prima dell’avere o meno adeguati spazi all’interno delle case per svolgere le proprie attività. Senza arrivare alle futuristiche visioni di Carlo Ratti, le città potrebbero diventare più smart proprio grazie all’utilizzo delle applicazioni che monitorano i movimenti delle persone, già in fortunato utilizzo in Oriente per il tracciamento dei contagi. Un utilizzo più consapevole di app e device digitali potrebbe avere anche l’effetto di rendere più ‘smart’, attivo, convolto e partecipe un maggiore numero di persone.Il digitale al servizio del controllo sanitario
Il cambiamento dovrebbe partire proprio dalla messa in pratica della strategia più consigliata dagli esperti per la gestione nei mesi futuri dell’aspetto sanitario. L’approccio delle tre T, traccia-testa-tratta, presuppone un alto contenuto tecnologico e un’ampia capacità di acquisire, immagazzinare, gestire e analizzare una grande quantità di dati. La tecnologia potrebbe essere fondamentale nella valutazione oggettiva dello stato reale di emergenza e del rischio che corrono i singoli territori. Peccato che la sua applicazione si stia dimostrando estremamente difficoltosa, dimostrando tutto il ritardo del settore pubblico.Il digitale per un lavoro di smart
Il lavoro a distanza in moltissimi casi è stato ed è ancora solo telelavoro, più che vero smart working. La sua evoluzione, contando anche sulla maggiore prontezza al cambiamento dei settori privati, è un altro possibile passo avanti. L’obbligato ricorso a strumenti come Zoom, Skype, Meet o Go to meeting ha reso evidente l’importanza della vicinanza e del lavorare insieme. Ma ha anche dimostrato come la gestione di molti processi possa diventare più intelligente per molti settori proprio grazie all’infrastrutturazione digitale. Potrebbero essere evitati spostamenti per trasferte e riunioni, portando risparmi sia in termini di costi vivi che ricadute su traffico e inquinamento e, in ottica allargata, di mobilità.