Innovazione

Blockchain per startup e PMI, lo studio OCSE sull’ecosistema Italia

Lo studio è stato richiesto dal Ministero dello Sviluppo Economico per mappare l'ecosistema blockchain in Italia e per prevedere policy e scenari futuri
Condividi
Blockchain per startup e PMI, lo studio OCSE sull’ecosistema Italia

L’OCSE (organizzazione europea per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha pubblicato un report sullo stato attuale e lo sviluppo dell’ecosistema blockchain italiano. Il documento si sofferma anche sulle implicazioni di medio-lungo periodo che questa nuova tecnologia potrà avere sulle startup e PMI nel nostro Paese.

Lo studio è stato commissionato dal Ministero dello Sviluppo Economico, con le seguenti finalità:

  • analizzare lo stato di sviluppo delle imprese italiane impegnate a elaborare applicazioni e infrastrutture basate sulla tecnologia blockchain;
  • mappare le sfide principali con cui dovranno confrontarsi;
  • tracciare un compendio sulle recenti novità in materia normativa e di politiche pubbliche;
  • fornire spunti proattivi sulle principali policy ricavate da esperienze internazionali.

“L’Italia è il primo Paese europeo a finanziare questa tipo di studio. Come certificato dal rapporto, l’industria italiana della blockchain sta crescendo rapidamente. Occorre quindi assecondare, con politiche mirate, questi percorsi di sviluppo in modo da innescare crescita e innovazione, coinvolgere sempre più realtà imprenditoriali e puntare a una visione strategica del futuro in cui l’Italia vuole recitare un ruolo di primo piano”, ha puntualizzato il Sottosegretario MISE Mirella Liuzzi.

Esperti selezionati dal Ministero dello Sviluppo Economico sono al lavoro anche per la definizione del documento finale della Strategia italiana per la Blockchain e i registri distribuiti, a seguito di una consultazione pubblica terminata lo scorso luglio.

Leggi anche: industria in Italia ai tempi del Covid, gli scenari possibili

Blockchain in Italia: quadro generale

Secondo lo studio, la tecnologia blockchain è in rapido sviluppo a livello globale e l’Italia dovrebbe trarre vantaggio dai propri vantaggi competitivi per assumere un ruolo di primo piano su scala internazionale. L’Italia dispone già di una solida base imprenditoriale e numerose imprese stanno mettendo a punto innovative soluzioni blockchain che potrebbero raggiungere una significativa presenza sul mercato. In particolare per l’erogazione di servizi nei settori di eccellenza identificati con il marchio Made in Italy (per esempio, il settore dei macchinari, quello tessile o alimentare).

Nel 2019 le aziende italiane hanno investito circa 30 milioni di euro in progetti di blockchain, con un incremento del 100% rispetto al 2018. L’Italia si colloca tra i primi 10 Paesi al mondo per numero di progetti di blockchain sviluppati nel 2019.  Il report ha identificato 67 startup che hanno lavorato su progetti legati alla blockchain in Italia nel 2019.

La Lombardia ospita oltre la metà di tutte le aziende del settore della blockchain attive in Italia: 29 aziende hanno la sede centrale in provincia di Milano e 34 nella regione. La seconda regione di appartenenza è il Lazio e tutte le aziende ivi situate si trovano a Roma (11). Al terzo posto per maggior numero di aziende vi sono l’Emilia-Romagna, con cinque aziende (quattro a Bologna e una a Parma) e il Trentino-Alto Adige (quattro in provincia di Trento e una a Bolzano). Quattro aziende sono situate in Veneto (due a Vicenza, una a Padova e una a Treviso), due in Toscana (Firenze). Seguono poi Piemonte, Liguria e Umbria, con un’azienda ognuna, rispettivamente, a Torino, La Spezia e Perugia. Nel Sud Italia sono attive solo due aziende, una in Sicilia (Palermo) e una in Basilicata (Potenza).

Leggi anche: Atlante i4.0, un portale per mappare innovazione e digitalizzazione

Blockchain in Italia: raccomandazioni di policy secondo il report

Educazione e consapevolezza

  • Sostenere lo sviluppo di specifiche competenze digitali da parte dei manager e dei dirigenti delle PMI, per esempio proponendo agli “Innovation Manager” formazioni relative alle potenzialità e alle possibili applicazioni industriali della tecnologia blockchain. La “formazione dei formatori” potrebbe creare un circolo virtuoso per accrescere la consapevolezza presso le piccole e medie imprese.
  • Sfruttare la rete dei Centri di Competenze in tutto il Paese al fine di fornire specifiche formazioni e corsi sulle competenze DLT (Distributed Ledger Technologies), particolarmente destinati alle PMI. A tale scopo si potrebbe altresì creare un incentivo per la copertura totale o parziale delle spese sostenute a fronte di corsi online proposti su questo tema da università locali e internazionali.
  • Estendere l’uso dei voucher per l’Innovation Manager ai progetti focalizzati sulle tecnologie di registro distribuito. Ciò motiverebbe inoltre gli esperti di blockchain a iscriversi all’elenco degli “Innovation Manager” e a contribuire alla crescita dell’ecosistema nel Paese.

Dati a supporto della definizione di politiche informate

  • Basarsi sui dati nazionali riguardanti l’insieme della popolazione delle imprese per condurre indagini sulla consapevolezza a livello d’impresa e la diffusione delle DLT nei processi aziendali. Tale approccio offrirà ai responsabili politici una comprensione più fine dell’adozione della blockchain da parte delle PMI e della relativa distribuzione geografica, compresa la possibile identificazione di ecosistemi di blockchain emergenti a livello regionale.
  • Collaborare con istituti di ricerca per fornire informazioni dettagliate sullo sviluppo della tecnologia nel Paese e sulla valutazione dei programmi di incentivi del Governo destinati agli imprenditori e alle startup.

Erogazione di servizi pubblici alle PMI tramite un’infrastruttura DLT

  • Aumentare il numero di applicazioni basate su DLT utilizzate dal Governo per l’erogazione di servizi pubblici e l’adempimento delle formalità burocratiche.
  • Valutare l’opportunità di organizzare un hackathon tra le imprese italiane del settore blockchain, invitandole a competere per proporre una soluzione basata su blockchain per uno specifico aspetto di policy.

Finanziamento delle startup e PMI innovative

  • Coordinare i programmi di incentivi promossi a livello locale dalle autorità e dagli enti e associazioni di categoria (per esempio le Camere di Commercio) allo scopo di fornire alle startup e alle PMI informazioni chiare su tutti i canali di finanziamento a loro disposizione.
  • Valutare l’opportunità d’includere la diffusione della tecnologia blockchain in Italia tra gli obiettivi del CDP Venture Capital SGR – Fondo Nazionale Innovazione e del Fondo per la Crescita Sostenibile gestito dal MiSE.

Cooperazione a livello locale, nazionale e internazionale

  • Istituire un gruppo interministeriale, che potrebbe essere gestito dal MiSE, per garantire che le azioni del Governo e le risorse investite in questo settore tecnologico siano coordinate in base a una visione comune.
  • Proporre un coordinamento (anche nell’ambito di Accordi di Programma) con le autorità locali interessate (per esempio le Regioni o i Comuni) che applicano attivamente strategie a favore dell’innovazione comprendenti l’erogazione di servizi alle PMI e ai cittadini tramite sistemi basati su DLT.
  • Sfruttare la presidenza italiana del Partenariato Europeo per la Blockchain e la partecipazione dell’Italia all’iniziativa al fine di promuovere la diffusione della tecnologia.
Condividi

Potrebbero interessarti

Condominio

Dalla costituzione del condominio alla gestione delle tabelle millesimali, dalle delibere assembleari ai lavori edilizi e ai titoli abilitativi:...

Decreto Salva Casa

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 2024 il Decreto Legge 29 maggio 2024, n. 69 recante “Disposizioni urgenti in materia di...