Innovazione

Agricoltura subacquea, la sfida ligure possibile di Nemo’s Garden

Nei fondali di Noli un incredibile complesso di serre subacquee, progettato per risolvere i problemi dell’agricoltura mondiale
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Agricoltura subacquea, la sfida ligure possibile di Nemo’s Garden
Pensata come alternativa alle tecniche tradizionali, l’agricoltura subacquea è diventata realtà a Noli, dove frutta e verdura crescono nei fondali Con la popolazione mondiale in costante crescita e il conseguente incontrollato andamento dei prezzi, l’agricoltura fa fatica a reggere la richiesta dell’industria alimentare, diventando di fatto un settore difficile in cui operare al momento. A ciò si aggiunga che, proprio per la necessità di sostentamento alimentare, le politiche messe in atto hanno sollevato numerose preoccupazioni per come hanno imposto pratiche agricole che contribuiscono notevolmente al danno ambientale. Non solo coltivazioni tutt’altro che sostenibili, ma anche deforestazione e riduzione di spazi per allevamenti sono diventati un problema enorme; l’industria agricola è il motore principale dietro acri su acri di foresta abbattuta, facendo diminuire la quantità di terra arabile disponibile.

Agricoltura subacquea

Un’alternativa originale all’agricoltura tradizionale su terra è la coltivazione di piante ed erbe sott’acqua. Gli allevamenti subacquei non sono una novità, dato l’amore del mondo per i frutti di mare, ma essere in grado di coltivare e raccogliere altri alimenti dagli oceani potrebbe ridurre in parte la ‘pericolosità’ degli attuali processi agricoli. Uno di questi esperimenti che mette in evidenza il potenziale della coltivazione sott’acqua è Nemo’s Garden, un progetto di ricerca dell’Ocean Reef Group situato al largo della costa ligure di Noli (SV), che ospita sei serre di plastica ancorate al fondale. In realtà, i vantaggi dell’agricoltura subacquea sono concreti: coltivare in un ambiente del genere significa che non ci sono pesticidi in quanto nessun parassita può entrare nelle serre; e si risparmia anche acqua, poiché l’acqua di mare nelle serre evapora, quindi si condensa di nuovo per fornire alle piante acqua fresca (una fonte d’acqua esterna è necessaria solo quando si coltivano inizialmente le piante).

L’innovazione di Nemo’s Garden

Nel Nemo’s Garden c’è un gruppo di serre simili a palloncini di diverse dimensioni ancorati a otto metri sott’acqua, con i sub che volteggiano intorno a questi baccelli e che custodiscono, seminano e raccolgono frutti, erbe o ortaggi, come basilico, fragole, cavolo rosso e così via. Un orto sottomarino a 100 metri dalla costa, progettato da Sergio Gamberini e dal suo team all’Ocean Reef Group, è il nuovo modo di produrre cibo in aree in cui l’ambiente non offre condizioni stabili per la crescita di frutta e verdura. Il primo esperimento è stato condotto nel 2012 con una biosfera o – molto più facilmente immaginabile – serra, in cui veniva coltivato il basilico, per poi passare l’anno successivo a due biosfere con, una capacità totale di 800 litri.

La scienza dell’agricoltura subacquea

Poiché l’obiettivo del progetto Nemo’s Garden è quello di creare un sistema di agricoltura alternativo, è importante comprendere le sfide che le colture devono affrontare sulla terra: mancanza o fornitura incostante di risorse idriche, degrado del suolo, cambiamento climatico, emissioni tossiche, pesticidi , ecc. Ci sono aree geografiche in cui fattori come questi inibiscono la crescita di frutta e verdura di base, motivo per cui il concetto di agricoltura subacquea può avere un enorme successo: si tratta di una struttura di serre con pareti e tetto realizzati con pellicole polimeriche traspiranti, in cui le piante vengono coltivate in condizioni climatiche costanti. La temperatura dell’acqua di mare anche a basse profondità non risente più di tanto dei cambiamenti climatici che si verificano sulla terra, cercando sempre un equilibro tra le temperature calde di superficie e quelle più fredde man mano che si scende, a cui contribuisce anche il passaggio della luce solare.

Tutto sotto controllo

Il team di Ocean Reef ha installato webcam e pannelli di sensori nelle loro biosfere consentendo l’accesso in tempo reale a chiunque disponga di una connessione Internet, e ai ricercatori di monitorare cosa succede e di tracciare i livelli di ossigeno e anidride carbonica senza doversi immergere frequentemente. Gamberini e il suo team credono nel potenziale di Nemo’s Garden ma devono ancora comprenderne completamente la fattibilità in termini di dimensioni, logistica ed economia. “Sono in corso programmi di ricerca in collaborazione con diversi enti pubblici e privati ​​per creare una rete multidisciplinare in grado di tenere conto della varietà dei campi di ricerca coinvolti. Sperimentazioni dedicate in loco e indagini mirate ci aiuteranno a migliorare il progetto, anche se la materia crea giorno dopo giorno nuove domande e nuove sfide da cogliere!”
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