Innovazione

In vigore la normativa sull’Accessibility Act

L’obiettivo è migliorare l’accessibilità alle persone con disabilità a prodotti come pc, bancomat, telefonia e commercio elettronico
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In vigore la normativa sull’Accessibility Act

Dal 28 giugno 2025 entrerà in vigore anche in Italia la normativa sull’Accessibility Act, la legge europea sull’accessibilità. Si tratta di una direttiva che mira a migliorare il funzionamento del mercato interno dei prodotti e dei servizi accessibili, rimuovendo le barriere create dalle norme divergenti negli Stati membri. L’obiettivo è far sì che tutti i nuovi servizi digitali e dispositivi elettronici, come ATM, siti web, app e totem, siano pienamente accessibili anche a persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive.

Si tratta di una norma vincolante alla quale ogni Paese membro dovrà adeguarsi, impartendo direttive alle singole aziende, che dovranno obbligatoriamente adeguare, qualora fosse necessario, l’accessibilità dei propri prodotti e servizi digitali, in modo da permettere alle persone con disabilità di poterne usufruire in maniera completa.

Le origini della direttiva UE

L’Accessibility Act nasce con la direttiva 2019/882, la normativa europea per garantire l’accessibilità di prodotti e servizi digitali e tecnologici anche alle persone con disabilità. Un percorso iniziato da lontano, con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, firmata dall’Unione europea nel 2007 e ratificata nel 2010. L’obiettivo: pari opportunità e dignità per tutti.

Come tutte le direttive Ue vincolanti per gli Stati membri, anche questa deve essere recepita dalle norme locali, in modo da armonizzare i differenti provvedimenti legislativi adottati dalle singole nazioni. L’Italia in tal senso è all’avanguardia: il decreto legislativo n. 82 del 27 maggio 2022 ha esteso gli obblighi di accessibilità anche al settore privato, ampliando quanto già previsto dalla Legge Stanca del 2004 che invece si applicava inizialmente solo alla pubblica amministrazione.

L’applicazione dell’Accessibility Act Italia

La presente direttiva si applica a una serie di prodotti e servizi che saranno immessi sul mercato dopo il 28 giugno 2025. Tra questi rientrano:

  • computer e sistemi operativi;
  • bancomat, biglietterie e macchinette per il check-in;
  • smartphone;
  • apparecchiature televisive relative ai servizi di televisione digitale;
  • servizi di telefonia e apparecchiature correlate;
  • accesso ai servizi di media audiovisivi quali la trasmissione televisiva e le relative apparecchiature di consumo;
  • siti web;
  • servizi basati su dispositivi mobili, comprese le applicazioni mobili;
  • servizi relativi al trasporto passeggeri aereo, in autobus, ferroviario e per via navigabile;
  • servizi bancari;
  • e-book;
  • commercio elettronico.

La direttiva si applica alle chiamate di emergenza inviate al numero di emergenza unico europeo “112”.

Misure transitorie

L’Accessibility Act entrerà in vigore il prossimo 28 giugno 2025. Ma gli Stati membri hanno la facoltà di applicare dal 28 giugno 2027 le disposizioni relative agli obblighi che riguardano la conformità ai requisiti di accessibilità della raccolta delle comunicazioni di emergenza effettuate verso il numero unico europeo 112. La normativa introduce anche alcune misure transitorie, applicabili alle seguenti categorie:

  • i prestatori di servizi, i quali possono continuare fino al 28 giugno 2030 a prestare i loro servizi con prodotti che utilizzavano prima di tale data;
  • i contratti di servizi conclusi prima del 28 giugno 2025, che possono essere mantenuti invariati fino alla scadenza, per un periodo non superiore ai 5 anni;
  • i terminali self-service utilizzati dai fornitori di servizi prima del 28 giugno 2025, utilizzabili però per non più di 20 anni dalla loro messa in funzione.

Entro il 2030, in ogni caso, tutti dovranno essere conformi alla direttiva.

Accessibility Act: l’adeguamento delle aziende in Italia

Le aziende che devono adeguarsi alla normativa europea sono quelle con più di 10 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 2 milioni e non oltre i 50 milioni di euro, o il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni. Sono escluse quindi le microimprese. Piuttosto salate le sanzioni: si va da 5.000 a 40.000 euro per l’immissione sul mercato di prodotti o servizi non conformi, a cui si possono aggiungere multe ulteriori (fino a 30.000 euro) in caso di mancata collaborazione durante i controlli o di inottemperanza a provvedimenti correttivi. Inoltre, per le aziende di grandi dimensioni con un fatturato annuo superiore a 500 milioni di euro, le sanzioni possono arrivare fino al 5% del fatturato.

L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) supporterà le aziende fornendo linee guida e assistenza tecnica per la piena attuazione della direttiva europea recepita nel 2022.

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