100 mascherine al minuto, un progetto italiano per la lotta al covid-19
                                A quasi tre mesi dalla dichiarazione ufficiale della pandemia da Covid19 il dibattito sull’utilizzo delle mascherine individuali è ancora vivo.
La scienza è piuttosto divisa. Da un lato vi è l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che sostiene che le maschere dovrebbero essere riservate agli operatori sanitari e ai soggetti infetti. Dall’altro comprovati studi che ritengono indispensabile l’utilizzo per tutti.
In effetti, le tesi portate dall’OMS hanno un punto di partenza molto pratico: il modo di utilizzo di queste mascherine, spesso indossate male, troppo manipolate, ne inficia l’efficacia. Motivo per cui il lavaggio frequente delle mani e il distanziamento sociale rimangono le strategie più efficaci. Senza poi contare che sono state espresse preoccupazioni sul fatto che le maschere facciali possano offrire un falso senso di sicurezza.
Una soluzione per l’emergenza
Tuttavia, alcuni Paesi, tra cui l’Italia, ne hanno reso obbligatorio l’uso all’aria aperta o in luoghi pubblici dove il distanziamento sociale non fosse praticabile.
Per questo la corsa all’acquisto e alla produzione di questo indispensabile accessorio per la vita quotidiana sta diventando il luogo di battaglia dove consumare le energie creative d’emergenza.
A fianco di iniziative benefiche da parte di tantissime imprese di qualsiasi comparto, ce n’è una che sembra soccorrere proprio l’esigenza di produzione della mascherine chirurgiche.
100 mascherine al minuto
La Mbl Solution di Corato (Bari) è un’azienda del comparto meccatronico, che ha messo a punto una macchina in grado di produrre 100 mascherine al minuto, per un totale di 144 mila al giorno.
In più sta in soli 40 metri quadrati, ma soprattutto utilizza una tecnologia volutamente non brevettata. Perché, come spiega il general manager Luigi Maldera : “più siamo a produrla e meglio affronteremo questa lotta contro il Covid19”.
Una macchina, quindi, pensata proprio come contributo a quelle imprese che in campagna di solidarietà vogliano e possano vogliano convertire la loro produzione per arginare lo stato di emergenza.
Un progetto di successo e ‘chiavi in mano’
Allo stato attuale Mbl Solutions ha solo presentato il progetto, ma ha già ricevuto cinque richieste: tre da imprenditori pugliesi, una dall’Emilia-Romagna e una dalle Marche. A regime, l’azienda sarebbe in grado di produrre fino a 10 macchine all’anno.
Le macchine possono assemblare sia mascherine chirurgiche sia quelle dotate di filtro Ffp2, capaci di filtrare il 95 per cento di agenti esterni, SarsCoV2 compreso.
La tecnologia utilizzata, spiega Maldera, consente di saldare a ultrasuoni fino a quattro strati. “Noi prevediamo due strati esterni in tessuto non tessuto (tnt), poi lasciamo all’imprenditore la scelta degli altri strati”.
Il progetto prevede anche un processo di confezionamento automatico del prodotto e uno per la sanificazione (per il quale si sta aspettando l’approvazione dell’efficacia da parte del Politecnico di Bari). Insomma, un vero e proprio prodotto ‘chiavi in mano’.